M.D. numero 23, 27 giugno 2007

Focus on
Rinnovo convenzione: lavori in corso
di Gianluca Bruttomesso e Monica Di Sisto

OPer i medici di famiglia è stato d’agitazione non solo per il rinnovo dell’Acn, ma anche per una definizione precisa di ruolo e funzione e della disciplina che esercitano.
Il 15 luglio è l’ultimatum dato alla parte pubblica per aprire la trattativa per il rinnovo della convenzione. E poi, a livello interno, è stata autoconvocata una riunione intersindacale in cui valutare ogni necessaria azione successiva, in assenza di risposte soddisfacenti. Nel frattempo anche le Società scientifiche della MG sono in fermento: in particolare la Simg ha redatto un manifesto programmatico in cui, in sintonia con la Fimmg, dichiara le proprie scelte per la futura riorganizzazione delle cure primarie e del territorio.

Il dato più evidente emerso in questo periodo, al di la dei vari distinguo, è il compattamento della categoria, considerato che l’avviso di mobilitazione lanciato contro la parte pubblica reca in calce ben nove firme di sigle sindacali: CIPe, Cisl Medici, Federazione Medici Uil, Fimmg, Fimp, FP-Cgil Medici, Simet, Snami e Sumai.
Lo strumento negoziale della parte pubblica, la Sisac, in realtà ha dato più volte assicurazioni che il processo di ridiscussione dell’Acn verrà avviato prima della pausa estiva dei lavori della politica nazionale e regionale. E accanto alle proteste si affiancano le proposte. Il consiglio nazionale Fimmg, nel frattempo, licenzia i punti prioritari per il lancio di quella “Rifondazione della MG” alla quale l’organizzazione, a livello centrale e decentrato, ha lavorato negli ultimi mesi. Tra i leader della medicina generale la parola d’ordine, al momento in cui scriviamo, è “dialogo”.

Aumenti o tormenti


Il Comitato di settore della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha ricevuto, come di prammatica in occasione del rinnovo convenzionale, i principali leader dei medici di medicina generale. Giacomo Milillo, segretario nazionale Fimmg, ha ribadito la necessità di un cambiamento della gestione delle cure primarie, sulla base di quanto contenuto nella proposta di Rifondazione della MG, approvata dal Consiglio nazionale del sindacato, organismo che rappresenta tutte le sezioni provinciali del sindacato.
Cambiamento che, secondo il segretario Fimmg, dovrebbe avvenire gradualmente, ma che ha necessità di essere avviato da subito, con un preciso atto di indirizzo del Comitato di settore per l’apertura delle trattative del rinnovo della convenzione nazionale. “Il testo della nuova convenzione - ha detto Milillo - deve disporre un aumento retributivo per i Mmg, che dovrà essere corrisposto nella parte previdenziale. In assenza di un impegno concreto da parte del Comitato entro la fine del mese, ci vedremo costretti a promuovere l’azione sindacale”.
Per rilanciare l’iniziativa sindacale dei medici convenzionati serve, dunque, “dialogo, spirito unitario e medici che tornano a essere protagonisti” come ha sottolineato Salvo Calì, vicesegretario di Federazione Medici Uil e segretario nazionale del Sindacato Medici Italiani.

Un cauto ottimismo


“Uniti si vince può sembrare un semplice slogan ma in questo caso è la pura verità” - ha dichiarato Mauro Martini, presidente nazionale di Snami. Questo, in sintesi il suo commento al documento redatto dall’intersindacale, in cui l’intera categoria della medicina territoriale convenzionata ha proclamato lo stato di agitazione. “La parte pubblica ha affermato che entro un mese ci saranno le condizioni per riaprire le trattative. Tassativamente - avverte Martini - dopo tre giorni dal termine promesso, il 18 luglio, riconvocheremo l’intersindacale per valutare ogni necessaria azione, e non avremo alcuna difficoltà a proclamare iniziative dure, perché i medici sono stanchi di essere presi in giro”. Martini confida “nel senso di responsabilità di Sisac, del Comitato di settore e del Governo per dare una risposta positiva alle istanze dei medici che aspettano da troppo tempo il nuovo contratto”.
In tutta la categoria, ma in particolare in casa Fimmg, si respira un’atmosfera di “cauto ottimismo”. “La nostra percezione - ha spiegato Milillo - è che il Comitato di settore delle Regioni sulla sanità si stia effettivamente muovendo”. Sia le Regioni sia il ministero della Salute, infatti, nei colloqui con le associazioni di categoria sono entrati nel merito delle questioni. Il presidente del comitato di settore, Romano Colozzi, ha mostrato interesse per la proposta di una convenzione orientata al cambiamento. Non solo, “si è parlato anche dei costi - precisa Milillo - non relativi soltanto alla convenzione, ma in rapporto alla totalità del cambiamento”.
Il rinnovamento infatti, come ha spiegato anche il segretario del Sumai Roberto Lala, è reso ancora più urgente dai mutamenti intervenuti sul quadro di salute della popolazione, “sempre più segnato dalla presenza di patologie croniche e dall’aumento delle persone anziane. In tale contesto l’assistenza territoriale non solo risulta più consona e aderente alle esigenze dei cittadini, ma consente anche di non sciupare risorse, riservando la complessa e costosa assistenza ospedaliera ai momenti acuti della malattia”.


E c’è chi punta sulla governance

Un medico nuovo, forte della capacità di essere in rete e quindi di vivere una condizione di simmetria informativa e decisionale, e “trasparente”, perché si avvale di un sistema informativo che consente di richiedere la gestione verificabile dei risultati delle prestazioni e della loro appropriatezza. Un Mmg in grado di attivare una capacità di governance, intesa come esercizio di una professione che utilizza tecniche e strumenti tutti derivanti dalla pratica clinica e ispirati ai principi della qualità delle cure e del rispetto degli obiettivi sanitari e delle compatibilità economiche.
È questo il profilo del nuovo Mmg in versione Simg, come la Società scientifica l’ha tratteggiato in un documento politico presentato nel corso del 2° Congresso interregionale Simg Centro e del 3° Congresso nazionale di area gastroenterologica e infettivologica, tenutisi a Perugia. Un manifesto programmatico in cui Simg dichiara le proprie scelte per il futuro nell’importante processo di riorganizzazione delle cure primarie e del territorio che il nostro Paese sta affrontando. “Un rinnovamento che passa innanzitutto attraverso una maggiore simmetria del sistema informativo (tecnicamente, si ottiene grazie a un’implementazione e a un’omogeneizzazione del software, estese a tutti i Mmg, ndr), che noi medici già oggi siamo in grado di offrire: più informazioni, più precise, più misurabili” spiega Claudio Cricelli, presidente Simg. “Questo documento afferma in maniera chiara la posizione della Società scientifica nei confronti delle istituzioni, che stanno compiendo un percorso di profonda riflessione e revisione sul ruolo del Mmg e sull’organizzazione del sistema. Analisi per la quale è fondamentale il nostro contributo. L’elaborazione di questo manifesto è poi un’occasione preziosa per promuovere e condividere al nostro interno una valutazione del percorso intrapreso fino a oggi e delle scelte compiute. Infine, si offre una base per il confronto con l’intera professione medica e in particolare con il sindacato Fimmg, che in questo momento rappresenta il nostro interlocutore privilegiato. L’obiettivo è mettere a disposizione un contributo importante per la discussione politica e una piattaforma su cui sviluppare strategie comuni”.
“La distinzione tra il ruolo di difensore degli interessi della categoria per il sindacato e di portatore dei contenuti della professione per la società scientifica - spiega Cricelli - era dovuta a discrepanze tra i vertici, non era certo voluta dalla base. Che la Simg sia molto vicina alla Fimmg è comprovato dal fatto che condividiamo il documento del sindacato sulla Rifondazione della Medicina Generale, al quale con il nostro Manifesto si intende portare delle integrazioni. Se ne nascerà una versione unitaria, essa recherà la doppia firma Simg-Fimmg”.

Criticità e soluzioni


La medicina del territorio sta affrontando un’importante fase di transizione, imputabile in parte a mutamenti del sistema (delle politiche sanitarie, delle tecnologie, delle modalità di erogazione delle cure), a cambiamenti demografici della popolazione, a un aumento delle attese e dei bisogni dei pazienti ma anche a modi differenti di intendere la professione. “A nostro avviso, fra le maggiori criticità - continua Cricelli - ci sono la costante limitazione delle capacità decisionali del Mmg e le forti resistenze ad accogliere le informazioni che i professionisti sono in grado di elaborare. Oggi il governo del sistema non prevede un contributo sostanziale dei medici all’individuazione degli obiettivi, alla definizione degli strumenti di lavoro, alla raccolta dei dati e alla loro elaborazione. Purtroppo il sistema non considera ancora i medici fonte di informazione affidabile e non si fida delle loro decisioni”.

Retribuzione professionale per risultato
Elementi aggiuntivi per la remunerazione
• Adesione al progetto, possesso dei requisiti (Pc) e fornitura di una reportisticasemestrale su indicatori consolidati
• Premio per raggiungimento di obiettivi (di esito e di processo);
• Quota per l’implementazione di un percorso sulla sicurezza del paziente nell’ambito delle patologie scelte.

Governance
Il controllo dei processi di cura attraverso il sistema informativo autonomo di governance si realizza mediante:
• Creazione della rete della MG per la gestione dei dati clinici. La rete consente ai medici di essere proprietari, anche in termini infrastrutturali, dei dati e delle procedure elaborative. Al Ssr o Ssn non si danno solo dati, ma risultati.
• Il controllo di un sistema informativo autonomo consente di richiedere al sistema stesso la gestione autonoma e verificabile dei risultati relativi alle prestazioni e alla loro appropriatezza. La professione si fa garante delle attività dei professionisti e del loro rigore professionale. Il Ssr e il Ssn devono a loro volta fornire dati elaborabili quali il file dei consumi privo di cervellotiche elaborazioni. Questo consentirà al sistema informativo autonomo della MG di utilizzare le normali tecniche di analisi su tutta la filiera dei processi del Ssn incluso l’ospedale.

Il nuovo modello individuato nel documento prevede un rinnovamento basato su un forte controllo interno della professione medica sull’attività quotidiana con un riscontro preciso, per lo meno equivalente, in termini qualitativi e quantitativi, a quello che esercita il Ssn. “Vogliamo costruire un percorso - aggiunge Cricelli - di fiducia e affidabilità. Il sistema attuale, che troppo spesso ricorre ai controlli della Guardia di Finanza, non può più funzionare e non contribuisce certo ad aumentare la fiducia dei cittadini o a migliorare l’efficienza e la qualità delle prestazioni erogate. Ciò che noi proponiamo è, in una parola, la clinical governance: un sistema per garantire che l’attività quotidiana dei medici si svolga nel rispetto di una serie di regole e principi come quello della qualità delle cure, degli obiettivi sanitari e delle compatibilità economiche”.
L’obiettivo della Simg è proporre una figura di professionista che presenti un valore aggiunto rispetto alle funzioni ormai tradizionali, soprattutto attraverso un miglioramento dell’eccellenza in termini di qualità clinica e organizzativa, che sia in grado di offrire al cittadino e al sistema le più ampie garanzie e che sia in ogni momento valutabile nel merito dei comportamenti e delle prestazioni. Secondo il presidente della Simg ciò potrà accadere soltanto quando il medico sarà più forte, più capace di affermare la propria autonomia professionale e più padrone del processo informativo.
Il Manifesto Simg propone, a integrazione del documento Fimmg, la “retribuzione professionale per risultato”. Afferma Cricelli: “È possibile enunciare un nuovo concetto associato a un pagamento, quello di retribuzione professionale per obiettivi equivalente a un incentivo alla qualità professionale”. Si tratta di un approccio innovativo, in quanto introduce una nuova quota di stipendio direttamente collegata alla qualità professionale dimostrata attraverso strumenti di governance. “Tale quota - precisa Ovidio Brignoli, vice presidente Simg - può in fase sperimentale essere applicata alla gestione di alcuni processi di cura su patologie croniche ad alto impatto, a iniziative integrate di prevenzione (per esempio, rischio cardiovascolare e oncologico) e successivamente anche a condizioni acute misurabili ad alto impatto o ad alto costo e di particolare criticità facilmente individuabili sulla base dei dati epidemiologici dei bilanci aziendali e degli obiettivi sanitari”.