M.D.
numero 23, 27 giugno 2007
Contrappunto
Piemonte: progetto emergenza caldo tra efficacia
e disappunto
di Fausta Orlando
Così come in altre Regioni, anche
questestate si ripropone, ampliato e variato, il progetto
piemontese di prevenzione sanitaria per lemergenza caldo
rivolto alla larga fascia di anziani fragili. Non manca però
qualche critica da parte dei Mmg verso un modus operandi intrapreso
da questa e da altre Regioni
L'assessorato
tutela della salute e sanità della Regione Piemonte ha
adottato un piano per fronteggiare lemergenza caldo-anziani
che coinvolge anche i Mmg di tutto il territorio, i quali interagiranno
con altre istituzioni, tra cui lArpa (Agenzia regionale
prevenzione e ambiente), i servizi sociali, il servizio di epidemiologia,
i Comuni, le Asl.
Liniziativa, per il quarto anno consecutivo, cerca di
gestire situazioni a rischio come quelle verificatesi nellestate
del 2003, quando le condizioni climatiche furono fatali
a molte persone in età avanzata. Anche questanno
la Regione ha diffuso un milione di dépliant pieghevoli
in tutto il territorio, in cui si presentano le azioni più
utili per eliminare o ridurre il rischio di danni alla salute.
Ma il momento più significativo sul piano dellazione
preventiva è quello relazionale, rappresentato cioè
dal contatto tra il medico di famiglia e il paziente anziano,
quando cioè il Mmg informa direttamente i singoli della
possibilità di essere assistiti con continuità
e in modo integrato.
Le fasi dellorganizzazione
Il servizio di epidemiologia della Asl n. 5 redige una lista
dettagliata delle persone con più di 75 anni di età,
con almeno un ricovero in ospedale durante lanno precedente
o oggetto di poliprescrizione farmaceutica nellarco dei
tre mesi precedenti. La Regione invia questa lista ai distretti
che la verificano e la trasmettono ai singoli Mmg i quali, a
loro volta, laggiornano e la integrano con diversi dati
tra cui quelli riguardanti la conferma o meno della vulnerabilità
clinica, la condizione di solitudine, lautonomia negli
spostamenti, la presenza e ladeguatezza del caregiver,
un familiare o una badante. A questo punto lelenco dei
pazienti fragili è restituito al distretto sanitario
per lulteriore integrazione da parte dei servizi socio-assistenziali.
Sarà poi il Mmg a proporre al suo paziente di servirsi
di un monitoraggio attivo nel corso dellestate. Nel caso
in cui lassistito non usufruisca di una solida ed
efficace rete di supporto, sarà contattato dai servizi
sociali, i quali vigileranno costantemente sulla sua salute.
Nel frattempo, lArpa diffonde a tutte le strutture sanitarie
e socio-assistenziali coinvolte e anche ai medici di famiglia,
un bollettino quotidiano sulle ondate di calore previste. Questo
consente di attivare con un anticipo di 72 ore un controllo
più intensivo in caso di ondate di calore e alte temperature.
Mmg al centro del progetto
Il medico di famiglia è quindi il core del progetto:
È indispensabile per fornire la reale identificazione
delle persone a rischio, che costituisce il primo passo per
lapplicazione delle misure preventive. Inoltre - sottolinea
Claudio Marocco, dirigente regionale direzione sanità
pubblica, e responsabile del progetto - il medico di famiglia,
molte volte, è lunica persona di cui si fida il
paziente, anziano e fragile.
Il Mmg quindi come primo avamposto dellassistenza? La
pensa così Vittoriano Petracchini medico di famiglia
della Asl 4 : Il medico di famiglia può cogliere
meglio di chiunque altro i problemi di fragilità
delle persone, intesi in senso ampio.
Claudia Contratto, caposala, responsabile infermieristica
per il primo distretto della Asl 4, che coordina lorganizzazione
allinterno dei distretti, tiene a sottolineare: Possiamo
finalmente avere unanagrafe aggiornata delle fragilità,
che può servirci anche per altri interventi.
Il coinvolgimento del medico di famiglia si rivela così
fondamentale e quanto mai utile anche se il paziente vive
in località isolate, montane, dove lambulatorio
del medico è il primo, e a volte lunico, punto
di riferimento per la cura della propria salute.
Una protesta che sale dal basso
di Federico Torregiani
Settore assistenza primaria, Fimmg, Alessandria
Il
protocollo di intesa tra il ministero della Salute, le Regioni,
i Comuni e i Mmg per contenere lemergenza caldo nella
popolazione anziana a rischio, datato luglio 2006, vide la firma
di tutte le organizzazioni sindacali e scientifiche della medicina
generale e in questo incontro la Fimmg lavorò per ribadire
una cosa tanto importante quanto essenziale: qualsiasi intervento
legato a questo tema sul territorio, da chiunque organizzato
e coordinato, doveva avere i medici di famiglia come perno centrale
sul quale far girare qualsiasi iniziativa di aiuto nei confronti
degli anziani, se non altro perché si tratta comunque
di loro pazienti.
Un impegno forte della categoria, come sempre, a tutela della
salute dei cittadini; ma attenzione: non certo un impegno a
costo zero.
Tale protocollo prevede espressamente al punto 4 che: Nei
confronti degli anziani a rischio il Mmg effettuerà il
monitoraggio delle condizioni attraverso contatti telefonici
periodici e tramite accessi eseguiti in assistenza domiciliare
programmata sulla base di quanto previsto dagli accordi regionali.
Si parlò di introdurre questi nuovi compiti e la relativa
remunerazione negli accordi regionali stante limpossibilità
tecnica di introdurli allora nellAcn, anche se da tutti
la convenzione nazionale veniva vista come la collocazione ideale:
già allora immaginavamo che non tutte le Regioni avrebbero
chiuso gli Air in tempo utile.
Non è pertanto ammissibile che oggi le Regioni, tramite
le Asl, inviino al domicilio dei medici di famiglia questionari
da compilare o addirittura invitino gli stessi a interventi
organizzati al domicilio dei pazienti anziani, identificati
come a rischio, senza che di tutto questo si sia discusso, anche
e non solo in termini economici, con i rappresentanti dei
sindacati firmatari dellAcn in sede di contrattazione
regionale.
Una concertazione indispensabile
Vanno pertanto rigettate tutte queste iniziative unilaterali
poste in essere dai vari assessorati regionali e va duramente
stigmatizzato il loro arrogante atteggiamento di mancata concertazione
che rischia di mettere a repentaglio, prima ancora che il giusto
riconoscimento economico di chi in buona sostanza dovrà
lavorare sul territorio, la salute dei pazienti più fragili
della popolazione anziana, che a parole si dice invece di voler
tutelare.
Il tutto a spregio di un documento condiviso e firmato da tutti,
anche e soprattutto dal loro rappresentante (Conferenza Stato
Regioni) che, guarda caso, è proprio lassessore
Enrico Rossi della Toscana, che con lunilaterale decisione
di abolire decine di postazioni della continuità assistenziale
nella sua Regione, sta mettendo a rischio anche il futuro dei
nostri emolumenti (con la chiusura di tali presidi il monte
ore su cui andremo a calcolare in sede di rinnovo convenzionale
i nostri emolumenti inevitabilmente diminuirà).
Credo che sia necessario stare bene allerta, perché
aumenta sempre di più la resistenza passiva dei medici
di famiglia sul territorio a rispondere a questionari o a prevedere
interventi sulla base degli stimoli che giungono dalle varie
Asl, in mancanza di precisi accordi sindacali; una giusta protesta
che sale dal basso, in sordina, e che come sindacalisti non
possiamo e non dobbiamo sottovalutare.
Ma la nostra attenzione non dovrà essere rivolta solo
alle legittime proteste dei colleghi, ma anche e soprattutto
ad un altro aspetto: vedrete che verrà fuori il tentativo
forte, come daltronde già avvenuto per altre motivazioni
(certificazioni di malattia, per esempio), di scaricare
sulle spalle della nostra categoria la mancata riuscita dellintervento
assistenziale a favore degli anziani.
Anziani che, stiano ben certi gli assessori, assisteremo comunque,
come daltronde abbiamo sempre fatto nel corso di tutti
questi anni, anche e soprattutto senza il mancato coordinamento
delle Regioni e delle loro Asl, che una volta di più
dimostrano di credere che si possa continuare a trattare il
Mmg come se fosse il plebeo del nostro Ssn. Dimostreremo loro
che si sbagliano.