M.D.
numero 22, 20 giugno 2007
Tribuna
Farmaci, servizi sanitari regionali e scelte
scellerate
di Francesco Nicolosi, Medico di medicina
generale, Paternò (CT)
Dalla fine di maggio la Regione Sicilia è entrata
ufficialmente nel caos prescrittivo più assoluto. I recenti
provvedimenti pubblicati sul BUR, in particolare la Legge regionale
n. 12 del 2 maggio 2007, fanno parte di un attento cartello
di riordino di spesa programmatica che investe tutti i comparti
del servizio sanitario, ma con specifica attenzione al settore
farmaceutico. Ricalcando le orme di altre Regioni che avevano
già legiferato in tal senso, la prima classe di farmaci
a essere colpita è quella degli inibitori di pompa protonica,
considerati dai tecnici, disposti ad uopo dagli assessorati
competenti, tra i farmaci maggiormente responsabili del disavanzo
di spesa del comparto a causa del loro alto costo. Per questo
la spesa che sosterrà il Ssr si limiterà al costo
del farmaco equivalente in tale categoria
Secondo
quanto addotto dai tecnici, allinnalzamento della spesa
farmaceutica in Sicilia, come in altre Regioni, avrebbero contribuito
significativamente alcune classi di farmaci tra cui gli inibitori
di pompa attraverso le new entry nel prontuario di molecole
di ultima generazione (esomeprazolo, pantoprazolo, rabeprazolo).
A seguire ci sono altre classi di farmaci tra cui sartani, statine,
alfa-litici ecc. su cui nei prossimi mesi si attendono gli stessi
provvedimenti intrapresi per gli inibitori di pompa.
Le ricadute pratiche
Cosa sta succedendo in Sicilia, come credo succeda in altre
Regioni, da quando è entrato in vigore il provvedimento?
Ecco un pratico esempio: il paziente si reca in farmacia con
una ricetta in cui è prescritto un inibitore di pompa
di ultima generazione, farmaco che ha utilizzato fino a poco
tempo prima e si sentirà chiedere dal farmacista una
partecipazione alla spesa di 12-13 euro circa per ogni pezzo
se trattasi di omeprazolo, da 4 a 8 euro per il pantoprazolo
da 7 a 10 euro per lesomeprazolo e così via, con
la maggiorazione di 4 euro a confezione per chi non gode della
esenzione per reddito.
In quellistante, se non è colpito da improvviso
malore, il nostro assistito ha due possibilità: pagare,
oppure recarsi a razzo dal proprio Mmg e chiedere limmediata
sostituzione del farmaco che lo aveva un tempo affrancato,
con uno che per assonanza fonetica somiglia a quello da sempre
utilizzato: il lansoprazolo.
Ed è così che i nostri studi sono diventati trincee
di prima linea sia dellinformazione, sia di ragioneria
dello Stato, sia di garanzia alla scontata e fatidica domanda:
dottore, ma questo farmaco è identico a quello
che prendevo prima? È vero che cambia solo il nome, ma
leffetto è lo stesso, me lo garantisce?
Nel giro di pochi giorni la hit parade degli inibitori di pompa
è stravolta: il lansoprazolo balza di colpo al primo
posto, al top, leader indiscusso delle vendite, mentre diventano
inevitabilmente agonizzanti gli altri senza possibilità
di rianimazione. Che bel meccanismo che hanno inventato i burocrati,
rimuovendo dalla coscienza di contribuire ad annullare anni
di ricerca e limmane lavoro di centinaia di ricercatori,
azzerando ingenti investimenti economici, in nome di un risparmio
tutto da verificare. Senza poi tenere conto che con tali azioni
si cancellano anche molteplici studi clinici pubblicati sulle
più autorevoli riviste scientifiche e, dulcis in fundo,
si esenta il medico dallincombente rimorso di dover optare
una scelta terapeutica deontologica secondo scienza e coscienza.
Ma se non si vuole tenere in conto il disagio professionale
di una intera categoria come si fa a non comprendere che in
fondo chi farà le spese di tali scelte sarà il
paziente il quale, laddove le sue tasche non glielo permettano,
dovrà accontentarsi di ciò che passa il
governo.
Futuri scenari
Mi chiedo poi cosa succederà non appena entreranno in
vigore anche i provvedimenti sui sartani. Non penso di essere
un visionario nel pensare ad un trend di aumento delle malattie
cardiovascolari e delle patologie a esse correlate. Se poi dai
pazienti sposto lattenzione verso di noi, constato la
facilità con cui in questo Paese si calpesta la dignità
professionale dei medici di famiglia. Ogni occasione è
buona per mostrare allopinione pubblica che in fin dei
conti essere e fare il Mmg non è poi cosa così
difficile. Visto che funzioni e ruolo di tale professionista
allintero degli equilibri del nostro Ssn potrebbero essere
tranquillamente svolti anche da un infermiere professionale
adibito alluso.
Io suggerirei che tale ruolo potrebbe essere svolto ancora meglio
da macchinette robotiformi collegate in rete con un grande cervellone
regionale pronto a stampare ricette a misura duomo sì,
ma di uomo di governo.