Editoriale
Manutenzione ordinaria o rifondazione
della MG?
La
medicina generale va rifondata, come suggerisce la Fimmg, oppure
le va applicata quella manutenzione ordinaria che,
anche secondo Snami, le consentirebbe di contribuire a far sì
che il nostro Ssn mantenga ancora a lungo quella terza posizione
nella classifica dei servizi sanitari che le è stata
attribuita dallOMS?
Al momento la scelta è sospesa perché, nonostante
il fitto scambio di opinioni e proposte che è in corso
con il ministro della Salute Livia Turco e il suo staff, le
organizzazioni di categoria della medicina generale sono ancora
in attesa che le Regioni, e in particolare la struttura che
le rappresenta, ovvero la Sisac, esercitino almeno in parte
i poteri sostitutivi che potrebbe avocare rispetto allimmobilità
di alcuni governatori e della maggior parte delle aziende, che
non hanno ancora applicato la vecchia convenzione e non sembrano
manifestare segnali
di disponibilità verso un eventuale rinnovo.
Romano Colozzi, presidente per le Regioni del Comitato di settore,
nel frattempo si è fatto vivo. Si è detto interessato
a incontrare le organizzazioni sindacali, ha annunciato una
(prossima) convocazione dello stesso comitato. Ma ha soprattutto
sottolineato che, in vista del prossimo rinnovo dellACN,
e in via preliminare rispetto
alla predisposizione degli Atti di indirizzo, vi è la
necessità di comprendere le linee essenziali delle proposte
di riforma del sistema della medicina di famiglia, i cui effetti
non potranno non coinvolgere limpianto delle convenzioni
in essere. Colozzi rende noto anche che, al fine di accelerare
la stesura degli Atti di indirizzo, in data 21 maggio ha inviato
alla Sisac richiesta formale dei dati economici indispensabili
quali basi di calcolo per la quantificazione degli oneri relativi
ai rinnovi delle convenzioni scadute. Insomma laccelerazione
impressa al rinnovo dei contratti del comparto pubblico dovrebbe
dare una scossa anche al tavolo dei convenzionati.
Lurgenza sulla quale tutti, però, convergono, è
quella di interpellare i medici prima di prendere qualunque
decisione sulle politiche sanitarie del nostro Paese. I rappresentanti
dei Mmg non sembrano più disponibili a firmare una cambiale
in bianco alla parte pubblica, anzi annunciano a chiare note
che, in assenza di risposte chiare e soddisfacenti per la riapertura
delle trattative, sono disposti ad aprire una pesante stagione
conflittuale. Ma la domanda maliziosa che, a questo punto,
sembra non rimandabile, ce la poniamo senza indugi: i Mmg saranno
pronti con una proposta unitaria nel momento in cui la parte
pubblica dovesse realmente dirsi decisa a riscrivere le regole
del servizio? Che fine avranno fatto veto e distinguo che girano
intorno a Utap, Umg, Case della Salute e via costruendo, che
non riescono a trovare composizione nemmeno allinterno
delle singole rappresentanze? I lavori procedono febbrili, non
resta che aspettare.