M.D.
numero 20, 6 giugno 2007
Tribuna
Sciopero Campania: successo o smarrimento?
di Carlo Iannotti, Medico di medicina generale, Benevento
I discorsi dei rappresentanti provinciali di Fimmg e Snami
inerenti lo sciopero campano, che ho personalmente ascoltato,
confermano il mio convincimento di Mmg dello smarrimento nel
quale versano i sindacati. Non si è abbozzato un briciolo
di reazione quando si è imposto nella Regione un tetto
di spesa individuale, quando hanno deferito alcuni Mmg alla
Corte dei Conti per lo sforamento di un tetto di spesa arbitrariamente
fissato e si è proclamato un mega-sciopero di ben quattro
giorni per limposizione ai Mmg di prescrivere indicando
il principio attivo con il codice ICD9. Ma quale conseguenza
perniciosa discenderebbe da tale prassi se non quella di liberarsi
da ogni sospetto di interessi illeciti? Inoltre, con lICD9
sulla ricetta difficilmente reggerebbe unidea balorda
come il tetto di spesa e la conseguente imputazione
di iperprescrittività
In
Campania, i dirigenti locali dei sindacati Fimmg e Snami hanno
preliminarmente espresso soddisfazione per essere riusciti a
ottenere la sospensione dei provvedimenti che avevano scatenato
lagitazione sindacale, poi si sono dilungati ampiamente
sulla necessità della forte protesta a fronte delle assurde
determinazioni dellassessore regionale alla sanità.
Su questo punto la mia già latente perplessità
ha raggiunto lapice. Ma come? Non abbiamo abbozzato un
briciolo di reazione quando ci hanno imposto surrettiziamente
un tetto di spesa individuale, arrivando addirittura a sospendere
la fornitura di ricette, quando abbiamo avuto notizia del deferimento
di alcuni Mmg alla Corte dei Conti per lo sforamento di un tetto
di spesa arbitrariamente fissato, invece dobbiamo scioperare
per quattro giorni perché ci obbligano a prescrivere
il principio attivo con il codice ICD9? Sì è vero,
i sindacati hanno contestato anche altre questioni, ma in modo
del tutto marginale. Per la verità hanno pur dichiarato
che si è trattato di una scelta strategica per aprire
una trattativa. La Fimmg poi con un successivo comunicato è
tornata sui suoi passi, sospendendo la partecipazione allo sciopero,
ma proclamando comunque lo stato dagitazione. Ciò
non toglie che nessuno discute fino in fondo di quelle tematiche
politiche che stanno mettendo in discussione il senso stesso
del nostro ruolo.
Unoccasione
persa
Trovo stupefacente, oltre che suicida, aver indetto uno sciopero
su un argomento di nessun significato come limposizione
ai Mmg di prescrivere indicando il principio attivo. Non ci
si rende conto che con tale atteggiamento non facciamo altro
che confermare il sospetto di una collusione cronica tra Mmg
e industria farmaceutica. I programmi di gestione pazienti sono
tecnicamente pronti per trasformare automaticamente ogni nostra
prescrizione nel corrispondente principio attivo. Quale conseguenza
malefica discenderebbe dunque per il Mmg da tale prescrizione
se non quella di liberarsi finalmente da ogni sospetto di interessi
illeciti? Perché accanirsi contro la richiesta di apporre
il codice ICD9 se il Mmg ha la coscienza pulita? Da tempo i
nostri computer sono in grado di trasformare in automatico la
diagnosi nel codice ICD9 corrispondente, molti di noi appongono
già sistematicamente la diagnosi nellambito di
vari progetti aziendali. Ma i dirigenti sindacali locali in
proposito hanno espresso preoccupazione sul fatto che la Regione,
costituita la sua banca dati, ci potrebbe poi revocare il beneficio
economico legato allinvio di tale rendicontazione.
Ma non poter risalire alla congruità della singola prescrizione
è cosa che secondo me giova soltanto a quei medici che
hanno fatto dellattività sindacale e della medicina
difensiva uno strumento a uso prettamente personale. Alcuni
Mmg infatti hanno assunto come prassi quella di prescrivere
mediamente farmaci a basso costo nella loro quotidiana attività
al fine di contenere la spesa complessiva. Il risparmio ottenuto
consentirebbe non solo una bella difesa contro i contenziosi
con la Asl, ma anche un certa libertà di
agire ad uopo al bisogno. Le Asl infatti non controllano le
singole prescrizioni, ma verificano solo il rispetto del tetto
di spesa. Così chi fa bene il suo mestiere sfora il tetto
di spesa, rischia il deferimento alla Corte dei Conti e perde
i pazienti ai quali è costretto a negare quelle prescrizioni
che altri furbi concedono senza fare storie.
Rendere individuabile la congruità della singola prescrizione
non potrebbe che giovarci, mettendoci al riparo da quei provvedimenti
inaccettabili e generalizzanti come quello del tetto di
spesa.