M.D.
numero 18, 23 maggio 2007
Riflettori
La comunicazione medico-paziente nellera
di internet
di Orlando Ricciardi - Medico di medicina
generale, Godega S. Urbano (TV), AIMEF
Capita sempre più spesso che, nel
corso di una consultazione negli studi dei Mmg, un paziente
commenti con inconsueta competenza e proprietà di linguaggio
i risultati di un referto radiologico o di un esame istologico.
Una spiegazione di questo fenomeno è il sempre più
capillare utilizzo delle informazioni sanitarie che internet
mette a disposizione di qualsiasi cittadino
Il
42% della popolazione italiana, pari a circa 25 milioni di persone,
ha accesso a internet. Di questi 25 milioni, quasi l80%
ha ammesso di aver effettuato almeno una volta una ricerca al
fine di ottenere, per sé o per i propri familiari, spiegazioni
su termini medici non chiari, per cercare informazioni sui disturbi
di cui soffre, su diete o stili di vita, per conoscere indirizzi
di strutture mediche deccellenza, o semplicemente per
trovare risposte alle proprie curiosità su problemi di
salute.
Se una volta erano le riviste e i quotidiani a dispensare informazioni
di carattere sanitario alla popolazione, e fino a poco tempo
fa lo è stata la televisione, la vera sfida ai medici
di famiglia è stata lanciata dalle pagine della rete
(BMJ 1999; 319: 1294).
È sempre più facile per il medico di famiglia
trovarsi al cospetto di pazienti che, al momento della consultazione,
portano con sé una o più pagine stampate da siti
web, sostenendo di aver finalmente individuato la causa
dei propri disturbi o chiedendo di eseguire questo o quellesame
strumentale che potrà chiarire la diagnosi. Negli Stati
Uniti, per questo tipo di paziente è stato anche coniato
il termine, leggermente ironico, di cybercondriaco.
La rete anche nel nostro Paese, così come è avvenuto
negli USA e in altri Paesi dEuropa, è vista come
uno strumento affidabile a cui ricorrere per acquisire informazioni
di ogni genere anche relative alla salute. Ma non sempre tali
informazioni sono discusse con il proprio medico.
Secondo una recente ricerca svolta su un campione di utenti
internet italiani, la rete delle reti raggiunge
target trasversali a tutta la popolazione. Non è stata
rilevata alcuna differenza di utilizzo tra maschi e femmine,
mentre appare una leggera prevalenza nelle fasce detà
più giovani e di livello distruzione un po
più elevato della media, come era logico aspettarsi,
viste le modalità di fruizione del mezzo. La stragrande
maggioranza del campione (72%) cerca le informazioni attraverso
un motore di ricerca, il 51% si rivolge a portali specifici,
il 28% a siti di aziende farmaceutiche, il 22% a quelli di informazione.
Il motore di ricerca più usato è Google (93%),
seguono a grande distanza Yahoo (28%), Libero (21%) e Alice
(16%). Sorprendentemente il 47% degli utilizzatori italiani
di internet afferma di leggere anche pagine web non in italiano.
Le modalità di utilizzo
Le modalità di utilizzo delle informazioni sono in sostanza
due: cè chi si rivolge a internet prima di recarsi
dal medico, per poter essere più consapevole dei propri
problemi di salute e per sentirsi più preparato e sicuro
in vista della consultazione medica; cè invece
chi consulta il web dopo essere stato visitato, per cercare
ulteriori spiegazioni, per chiarire problemi emersi e terminologia
usata dal medico nel corso del colloquio, o per avere spiegazioni
su quanto consigliato, sia esso un farmaco o un accertamento
diagnostico.
Per un professionista abituato a essere il primo (e a volte
lunico) consulente del paziente, come è il Mmg,
lutilizzo di internet a scopo di ricerca di informazioni
mediche viene spesso vissuto come una perdita di autorevolezza
e percepito come concorrenziale rispetto al proprio ruolo di
esperto di salute.
Il medico che imposta la propria relazione con il paziente secondo
i tradizionali canoni paternalistici, vede in internet una
minaccia al proprio ruolo di guida, mentre chi vive la professione
come quella di un esperto che mette a disposizione del paziente
le proprie capacità tecniche potrà ravvisare in
internet un vantaggio, nella misura in cui consente al paziente
di essere maggiormente consapevole dei propri problemi di salute
e gestire meglio le proprie abitudini di vita.
Ricadute sul rapporto medico-paziente
Questi in sintesi i due diversi atteggiamenti riscontrati tra
i medici, ma entrambi modificano la relazione con lassistito.
Per questo motivo diventa indispensabile ai fini professionali
capire in questa nuova realtà, con la quale dovremo sempre
più fare i conti nel futuro, come ci si dovrà
preparare a gestire il rapporto con un paziente sempre più
tecnologizzato e informatizzato.
Due sono gli interrogativi che in questo caso bisogna porsi.
Il primo riguarda limpatto che le informazioni sanitarie
presenti su internet possono avere sul rapporto medico-paziente.
In uno studio condotto negli USA da Potts e Wyatt dal titolo
Survey of Doctors Experience of Patients Using the
Internet e pubblicato su J Med Internet Res (2002; 4:e5)
è stato intervistato un campione di medici per verificare
limpatto di internet sul loro rapporto con il paziente:
mentre il 38% ha affermato di aver avuto un miglioramento di
tale rapporto e il 54% lo ha descritto come immodificato, solo
l8% riferisce un peggioramento della situazione perché
si sentiva messo alla prova o sfidato.
I medici facenti parte di questultimo gruppo, motivando
la loro tesi con il fatto che le informazioni vengono acquisite
in maniera acritica, trovavano i pazienti più confusi
e disorientati, talvolta terrorizzati da ciò che avevano
letto.
Chi invece aveva espresso un giudizio favorevole di impatto
relazionale, riferiva come coloro che si erano informati attraverso
internet si mostravano in generale più capaci di gestire
la propria salute e spesso facendo risparmiare tempo al medico
che non si dilungava in spiegazioni, perché il paziente
era pervenuto alla consultazione già con una sufficiente
consapevolezza del suo stato e non mostrava di avere bisogno
di rassicurazioni o delucidazioni ulteriori.
Laffidabilità
Il secondo interrogativo riguarda laffidabilità
delle informazioni che i pazienti possono trovare sul web.
A fronte di una generale soddisfazione da parte dellutilizzatore
medio di internet (BMJ 2002; 324: 573), che nel 90% dei casi
considera affidabili i siti visitati, una rigorosa ricerca dellAmerican
Cancer Society: The Impact of the Internet on Cancer Outcomes(
CA Cancer J Clin 2003; 53: 356-371) volta a verificare lattendibilità
dei contenuti di 1781 siti di carattere medico, ci mette di
fronte a un panorama deludente. I ricercatori hanno testato
le pagine web relative alle varie patologie secondo una serie
di parametri di credibilità: aggiornamento
costante, presenza di referenze bibliografiche, citazione degli
autori dei contenuti, proprietà del sito ed eventuale
dichiarazione di conflitti di interesse, livelli di evidenza
relativi ai vari dati descritti, prove a favore e a sfavore
di ogni voce trattata. Il lavoro giunge alla sorprendente conclusione
che proprio i siti che trattavano di patologie neoplastiche
avevano unaffidabilità molto bassa (tra lo 0 e
il 20 in una scala da 0 a 100), mentre i migliori erano quelli
dedicati alle diete o al mal di schiena.
Le informazioni fornite da internet, oltre che una sfida, sono
sicuramente un rischio soprattutto per i pazienti che possono
sentirsi spinti allautodiagnosi e allautomedicazione,
ma non devono costituire motivo di crisi per il medico di famiglia,
soprattutto se con il paziente esiste una solida relazione
basata su fiducia e rispetto.
Il medico, se provvisto di collegamento telematico dalla propria
postazione di lavoro, può servirsi egli stesso delle
pagine web come aiuto didattico, confrontarsi con le convinzioni
del paziente e commentare insieme a lui i risultati forniti
dai motori di ricerca.
Pur trovandoci di fronte a un fenomeno ancora sul nascere, è
utile fare una riflessione sulla portata che tale fenomeno potrà
avere sulla comunicazione medico-paziente e su un nuovo possibile
ruolo che sta per profilarsi per il medico di famiglia.