Editoriale
Sicurezza delle cure: il controllo non
basta
AllItalia
non mancano regole sulla sicurezza delle cure. Anche quelle
che esistono vanno benissimo, sono chiare e rigide. Di che cosa
cè bisogno allora, per evitare carneficine, soprattutto
mediatiche, per i pazienti, ma anche per i loro medici? Secondo
Aldo Ancona, presidente dellAgenzia per i servizi sanitari
regionali (Assr), è innegabile che abbiamo bisogno di
maggiori controlli. E questo è un passo che deve compiere
il Governo. Lesecutivo, tuttavia, non è rimasto
fermo dopo lennesimo clamore scatenato dal caso degli
otto pazienti che hanno perso la vita nellunità
di terapia intensiva coronarica di Castellaneta, appena entrata
in funzione. Arriverà, infatti, quanto prima allattenzione
del Consiglio dei Ministri un provvedimento che istituirà
in ogni Asl e ospedale un ufficio interamente dedicato alla
qualità e alla sicurezza, sia clinico-assistenziale sia
tecnologica, con poteri chiari di intervento in tutti i settori
degli ospedali e delle altre strutture, e articolazioni sanitarie
pubbliche. Altra sfida importante, aggiunge però Ancona,
è quella della trasparenza. Soprattutto perché,
su questo fronte, si insinuano i tentacoli del malaffare.
Ma la legge che cè, anche in questo caso, secondo
lesperto è adeguata, severa e rigida, per cui non
è il caso di intervenire su di essa, ma piuttosto fare
in modo che alle regole venga data la possibilità di
funzionare, evitando che vengano disattese.
Per quanto riguarda la medicina generale, essa difficilmente
è protagonista dino episodi comparabili a quelli dellattualità
della cronaca, ma risente pesantemente del clima generale di
sfiducia che, a intervalli regolari, investe la sanità
italiana. La parola dordine, a questo punto, diventa una
sola: standard. La rilancia il ministero, che ricorda il piano
per la messa in sicurezza di strutture e pazienti già
varato diversi mesi fa, e che ha tra i propri nodi-chiave
proprio il raggiungimento di linee guida nazionali in materia
di sicurezza, e di verifica di standard positivi e omogenei,
di struttura e di processo, a livello nazionale. Lo ricorda
anche la Società scientifica che si dedica alla qualità
dellassistenza, la Siquas, sottolineando che la sicurezza
e la qualità dei servizi offerti
ai pazienti non figura mai tra le priorità delle aziende
e degli ospedali, e dipende invece dalla lungimiranza e sensibilità
dei singoli amministratori. Troppo poco e così la Società
scientifica presenterà al prossimo Forum della Pubblica
amministrazione un Osservatorio delle buone pratiche, che raccoglie
le esperienze maturate nel corso
degli anni da alcune realtà che hanno messo in campo
progetti.
Ma la mente corre, per i Mmg, alla Convenzione prossima (si
spera) ventura. Perché non finalizzare parte degli investimenti,
invece che ai budget e allefficienza economicistica, ai
risultati di salute raggiunti. Una proposta più volte
ventilata da alcune Società scientifiche della MG e altrettante
volte lasciata cadere. Per rispondere ai clamori
con uno slancio di positività concreta, si potrebbe cominciare
proprio da qui.