M.D.
numero 16, 9 maggio 2007
Pratica
medica
Un caso di pneumotorace spontaneo
di Giovanni B. DErrico - Medico di medicina generale,
Foggia, Responsabile Nazionale Dipartimento di Oncologia e
Cure Palliative AIMEF
Un paziente di 23 anni si presenta in ambulatorio lamentando
comparsa di dispnea ingravescente da circa due giorni. In
precedenza il giovane è sempre stato in buona salute
e non ha mai presentato problemi respiratori. |
Esame obiettivo
L'ispezione
rileva allemitorace di sinistra ipomobilità con
gli atti del respiro. La palpazione manifesta una riduzione
del fremito vocale tattile; la percussione evidenzia un suono
plessico iperfonetico del campo polmonare di sinistra. Allauscultazione
denoto lassenza del murmure vescicolare allemitorace
sinistro.
Nel sospetto di un pneumotorace spontaneo, prescrivo immediatamente
un esame radiologico del torace, che conferma lipotesi
diagnostica.
Il paziente viene ricoverato presso un reparto di chirurgia
toracica per le cure del caso.
Ricovero ospedaliero
Giunto in reparto viene prontamente visitato dal medico di guardia,
il quale, constatata la perdita aerea polmonare, previa anestesia
locale, posiziona un tubo di drenaggio pleurico sulla linea
ascellare media di sinistra e richiede unulteriore indagine
radiologica.
Il
giorno successivo, dopo unattenta valutazione clinica, si
decide di intervenire chirurgicamente.
Intervento chirurgico e decorso clinico
Lintervento viene programmato con tecnica mini-invasiva
videoassistita: dopo una minitoracotomia ascellare sinistra viene
eseguito lintervento con introduzione del toracoscopio ed
esplorazione della superficie del polmone. Si osservano delle
piccole bolle allapice, che vengono resecate mediante una
suturatrice meccanica. In sede di intervento operatorio vengono
posizionati due drenaggi nel cavo pleurico.
In seconda giornata viene eseguito un esame radiologico del torace
di controllo per valutare la riventilazione polmonare, da cui
risulta che non ci sono stati miglioramenti rispetto al giorno
precedente.
In terza giornata un nuovo esame radiologico di controllo constata
la buona riventilazione polmonare sinistra con residuo di falda
di pneumotorace.
In quinta giornata lesame radiologico risulta sovrapponibile
al precedente.
In assenza di complicanze, il paziente viene dimesso in sesta
giornata con la diagnosi di pneumotorace spontaneo primitivo sinistro
e invitato a eseguire alcuni controlli per valutare la ferita
chirurgica e la ripresa della funzionalità respiratoria.
Visto il persistere del dolore nella sede della ferita chirurgica
e la limitazione funzionale dellarto superiore, il paziente
viene invitato a eseguire un ciclo di fisiokinesiterapia polmonare
e dellarto superiore sinistro, che determina lattenuazione
della sintomatologia e la ripresa della funzionalità dellarto.
I risultati dellesame istologico pervenuti successivamente
riportarono: segmento polmonare con enfisema alveolare, flogosi
e fibrosi, minime, interstiziali.
Note & approfondimenti
Il pneumotorace spontaneo consiste nella formazione e accumulo
nel cavo pleurico di aria proveniente dal polmone, dovuto alla
rottura di alcune bolle aeree polmonari.
Si definisce pneumotorace spontaneo semplice quando si manifesta
in un paziente sano in assenza di problemi polmonari; complicato
se si manifesta in un paziente con pneumopatia pre-esistente.
Le cause più frequenti di pneumotorace spontaneo nei Paesi
occidentali sono lostruzione cronica delle vie aeree e le
pneumopatie interstiziali diffuse.
Lincidenza è maggiore negli uomini dai 18 ai 40 anni.
Esiste una predisposizione anatomica (soggetti longilinei, giovani)
che facilita la rottura di bolle aeree polmonari. Clinicamente
si manifesta improvvisamente con dispnea e/o dolore toracico più
o meno intenso che si irradia al torace o alladdome.
Non sempre si presenta con una sintomatologia evidente, a volte
fuoriuscite di aria per rottura di piccole bolle possono dare
sintomi e/o dolori toracici sfumati, che sono facilmente confondibili
e attribuibili a dolori reumatici o da raffreddamento o ad altra
patologia toracica. In genere lesame obiettivo è
dirimente: alla percussione si rileva unottusità;
alla palpazione una riduzione del fremito vocale tattile, alla
percussione uniperfonesi e allauscultazione una riduzione
o scomparsa del murmure vescicolare. Tale sintomatologia deve
sempre far indurre ad eseguire una radiografia del torace.
Come pubblicato dallACCP (American College of Chest Physicians)
le linee guida distinguono:
1. pazienti clinicamente stabili con
pneumotorace di lieve entità, in cui è
raccomandato un controllo ravvicinato clinico e radiologico senza
alcun intervento chirurgico: la toracentesi o lapplicazione
del tubo di drenaggio non è considerato un trattamento
appropriato nella maggior parte dei pazienti, tranne se il pneumotorace
ha tendenza ad espandersi.
Il paziente dovrebbe essere attentamente istruito a farsi controllare
dopo dodici ore-due giorni dallepisodio.
2. pazienti clinicamente stabili con
pneumotorace esteso, in cui è raccomandata lospedalizzazione
e la messa in atto di procedure per riespandere il polmone (inserimento
di un catetere o tubo di drenaggio applicato a una valvola di
Heimlich o ad acqua) allo scopo di riespandere il polmone;
3. pazienti clinicamente instabili con
pneumotorace esteso, in cui è necessaria lospedalizzazione
con lapplicazione di una valvola di Heimlich o ad acqua,
di eventuale aspirazione o intervento chirurgico. Tale intervento
si rende necessario se, dopo alcuni giorni di osservazione, laria
continua a penetrare nel cavo pleurico.
Va segnalato che le linee guida dellACCP non raccomandano
nella pratica routinaria lesecuzione della TAC del torace
per i pazienti che si presentano per la prima volta con pneumotorace.
Non vi è neppure consenso unanime sulla sua utilità
per i soggetti con pneumotorace ricorrente, con passaggio daria
persistente o per quelli che devono essere sottoposti a intervento
chirurgico.
La TAC torace può essere invece indicata per valutare la
presenza di patologie polmonari, come le interstiziopatie, sospettate
clinicamente, ma non evidenti alla radiografia standard.
La terapia chirurgica più eseguita è rappresentata
dalla toracoscopia video-assistita. Oltre alla resezione delle
bolle, questi interventi consentono di eseguire la pleurodesi
del foglietto viscerale a quello parietale.
Esiste sempre la possibilità di recidiva, più frequente
entro i primi due anni dal primo episodio (25-30% dei casi).
Sebbene il pneumotorace nella gran parte dei casi si presenta
in forma non grave, a volte si può manifestare con una
complicanza pericolosa, lipertensione del cavo pleurico,
che si verifica quando laria alveolare continua a penetrare
nello spazio pleurico senza alcuna possibilità di fuoriuscirvene.
In considerazione dei rischi potenziali di un pneumotorace non
riconosciuto, è buona norma di fronte al sintomo dolore
toracico e/o dispnea porre sempre unattenta valutazione.
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