M.D.
numero 16, 9 maggio 2007
Congressi
Il mondo reale della medicina di famiglia
di Rebecca Lamini
Lo stato, la vitalità, il valore
sociale e professionale della medicina di famiglia italiana
dipendono da una serie di fattori esterni, tra i quali la demografia
e lepidemiologia, ma anche da fattori interni quali lorganizzazione,
la formazione, ma soprattutto la collocazione della professione
nel Ssn. E proprio queste sono state le tematiche che lAssociazione
Italiana Medici di Famiglia (AIMEF) ha affrontato nel 13°
Congresso nazionale, svoltosi ad Abano Terme e intitolato: Il
mondo reale della medicina di famiglia tra richieste cliniche
e impegni professionali
Le
relazioni che si sono alternate al 13° Congresso nazionale
dellAIMEF hanno scattato una fotografia a tinte molto
reali su come la medicina di famiglia (MdF) organizza la professione
a partire dal contesto politico, economico, sociale e culturale
in cui si trova ad operare. Con un obiettivo: avviare azioni
urgenti nel campo della formazione, organizzazione, informatica,
tecnologia ambulatoriale, rapporti con lindustria ed etica,
dalle quali dipenderà il futuro della professione.
Pregi
e insidie di internet |
In
Italia ormai il 42% della popolazione ha accesso a internet
e più dell80% degli utenti ha ammesso di aver
utilizzato una o più volte i motori di ricerca per
ottenere, per sé o per i propri familiari, spiegazioni
su termini medici non chiari, per conoscere indirizzi di
strutture mediche deccellenza o per semplice curiosità.
Ma il medico di famiglia, ha spiegato Orlando Ricciardi
(AIMEF, Treviso), non è troppo abituato a questa
situazione. Per un professionista avvezzo a essere il primo
(e talvolta lunico) consulente del paziente, lutilizzo
di internet a scopo di ricerca di informazioni di carattere
medico spesso è vissuto come concorrenziale rispetto
al proprio ruolo. In realtà, come ha ricordato Luigi
Garelli (Asti), responsabile del Dipartimento di Informatica
di AIMEF, i medici devono parlare con i pazienti delle
loro ricerche su internet perché le più recenti
evidenze dimostrano che cè una correlazione
positiva tra la navigazione e la comprensione e la compliance
di diagnosi e terapie, specialmente nelle grandi patologie.
Senza dimenticare che una cartella clinica informatica ben
organizzata richiama lattenzione del paziente e
lo responsabilizza ad osservare cure e piani di prevenzione.
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Dalla
teoria alla pratica
Il medico di famiglia (MdF) italiano, anche se libero professionista,
come ha rilevato Giuseppe Maso (Venezia), past president AIMEF,
opera in un Paese che è 60esimo al mondo per indice di
libertà economica. Leccessivo controllo pubblico
e sindacale, il pesantissimo carico fiscale e burocratico impediscono,
di fatto, la crescita della professione sul piano organizzativo
e produttivo.
Lattività è controllata, calmierata e, di
fatto, bloccata. Limiti prescrittivi, diagnostici e operativi,
oltre alla mancanza di un riconoscimento di merito e carriera,
sono, sempre secondo Maso, pesanti palle al piede
della disciplina. Molta, inoltre, è la confusione che
regna nel Paese sul ruolo di questa disciplina e spesso le competenze
sociali e burocratiche sono confuse con le specifiche abilità
mediche. I valori di qualità, equità, pertinenza,
sussidiarietà e costo-efficienza, fondamentali per decidere
chi fa cosa, secondo Maso, non sono mai presi in considerazione.
Un ruolo in trasformazione
Nella nostra società salutista, il ricorso ai medici
è senza dubbio più frequente. Ma, ha avvertito
Ivano Cazziolato (Venezia), del Dipartimento Formazione ed ECM
AIMEF, è evidente anche il massiccio ricorso allautodiagnosi
e allautocura. Anzi, l85% dei problemi che un MdF
affronta in studio non sono citati nel libri di medicina, perché
hanno a che fare non soltanto con la salute delle persone ma
anche con il loro mondo: familiare, sociale scolastico, istituzionale.
Il medico può trovarsi in situazioni difficili
- ha rilevato Cazziolato - dove sente che lautorevolezza
di un tempo dovuta al ruolo, al camice e al titolo, non sono
sufficienti ma possono suscitare in lui sentimenti di inadeguatezza
e mettere persino in discussione la sua autostima.
Riconoscere, però, lo scarto esistente tra sguardo e
interesse del medico e sguardo e interesse del soggetto malato
consente di non essere troppo ingenui circa lefficacia
della comunicazione nella relazione tra medici e pazienti.
La lettura della salute e della malattia oggi è molto
più complessa che in passato, avverte Cazziolato, e va
contestualizzata, uscendo dal vicolo cieco che porta a considerare
la malattia come un evento che riguarda solo il corpo, ma interessa
anche lidentità delle persone, le loro relazioni,
la loro biografia.
Lorganizzazione
A livello legislativo, ma anche in rapporto alla domanda dellassistito,
è evidente che il medico di famiglia dovrà sempre
di più affiancare il paziente nella scelta del percorso
diagnostico e terapeutico, sia dal punto di vista del counselling
(per appropriatezza, efficacia, efficienza), sia dal punto di
vista della compliance (adesione alle terapie, anche a quelle
a lungo termine). Shirley Ehrlich (AIMEF, Imola) ha sottolineato
come questa evoluzione comporti anche un cambiamento nellorganizzazione
della medicina di famiglia, che comprende, tra laltro:
-
la
scelta della medicina associativa per la presa in carico di
un paziente sempre più multidimensionale;
-
laumento
della disponibilità oraria delle medicine associative,
per esserci quando il paziente ha bisogno;
-
lorganizzazione
dellattività ambulatoriale anche per appuntamento,
per rispettare gli impegni di lavoro e familiari dei pazienti;
-
lampliamento
e il sostegno dellassistenza familiare.
Ma
proprio per la specificità della MdF, tutto sembra, a medici
e pazienti, poter interferire nel loro rapporto di fiducia: un
collega associato, una segretaria, uninfermiera, lECM,
le linee guida, ma ancor più i budget.
Ascoltare i risultati e cercarne di nuovi
Carla Marzo (AIMEF, Bologna) ha proposto il medico dellaudit
clinico, perché non essendo la qualità una
proprietà assoluta, ma multidimensionale, variabile nellintensità
e nella modalità di erogazione, va valutata in modo sistematico.
Il
nuovo Consiglio direttivo AIMEF |
Il
20-21 aprile 2007, in contemporanea con il 13° Congresso
nazionale ad Abano Terme, si sono svolte le elezioni per
il rinnovo delle cariche del Consiglio Direttivo AIMEF per
il periodo 2007-2010.
Il nuovo Consiglio Direttivo è così costituito:
Presidente: Dott. Giacomo Tritto (Bari)
Vice Presidente: Dott. Giampaolo Mantovani (Mantova)
Segretario: Dott. Massimo Bisconcin (Venezia)
Tesoriere: Dott. Giovanni Di Dio (Taranto)
Consigliere: Dott. Nicola Dilillo (Matera)
Consigliere: Dott. Pasquale Giarretta (Salerno)
Consigliere: Dott. Gianni Incardona (Caltanissetta)
Consigliere: Dott. Giovanni Loro (Roma)
Consigliere: D.ssa Carla Marzo (Bologna)
Consigliere: Dott. Tristano Orlando (Torino)
Consigliere: Dott. Orlando Ricciardi (Treviso) |
Selezionare
i criteri e gli standard, misurare la performance, pianificare,
valutare e mantenere il miglioramento della propria azione permette
ai medici di oltrepassare la sfera empirico intuitiva -
suggerisce Marzo - e trasferire loperato sul piano metodologico,
cominciando a leggere la propria realtà dai dati quantitativi
e da quelli qualitativi.
Per accogliere meglio le specificità, senza perdere lapproccio
della MG, Antonio Infantino (AIMEF, Bari) ha rilanciato la proposta
del General Practitioner with Special Interests(GPwSI), ovvero
il Mmg con interessi speciali, che allinterno
delle UTAP, come prevede, ad esempio, lAIR del Veneto, potrebbe
rappresentare unalternativa agli ambulatori per patologia,
continuando a fare il medico di famiglia, ma offrendo, in più,
un servizio specialistico intermedio più accessibile per
il paziente.
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