M.D.
numero 15, 2 maggio 2007
Note
stonate
Professionisti liberi di servire due padroni
I
medici di medicina generale sono lunica categoria di professionisti
che seppure giuridicamente annoverata come liberi professionisti
nella realtà hanno due datori di lavoro: sono assunti
e licenziati con molta disinvoltura dai loro assistiti,
che li mollano allorché per una qualsivoglia ragione
non si sentono soddisfatti, e sono pure alla mercé delle
Asl, che per un compenso non adeguato e insufficiente li carica
di spese a zero pazienti, obbligandoli naturalmente ad aprire
uno studio medico, mentre di contro per tanti anni questi sono
costretti a non vedere lombra di un assistito, a meno
che qualche collega non finisca in pensione o passi a miglior
vita. Ed è in questa filosofia a costo zero
che gli addetti ai lavori calcolano lindennità
del collaboratore di studio, o dellinfermiere. Naturalmente
i medici di famiglia con pochi pazienti non potranno mai permettersi
di avere collaboratori di studio, essendo tale indennità,
se pur misera, dispensata dalla Asl e rapportata solo al numero
di pazienti. Ma la situazione certo non migliora con il procedere
degi anni di lavoro. Infatti è duopo che dopo anni
di indefessa resistenza lavorativa, raggiunto il fatidico massimale,
svolgendo le nostre mansioni secondo scienza e coscienza e illudendoci
di cogliere i frutti di quanto seminato, ecco che i signori
delle Asl, la longa manus dei politici, il secondo padrone dei
Mmg, ti richiamano o ti multano se, secondo il loro giudizio,
hai prescritto farmaci inappropriati. Le notizie su questo fronte
si sprecano, per esempio di recente la Asl di Brindisi ha messo
sotto accusa 235 Mmg per aver prescritto farmaci inappropriati
per la cura di una determinata malattia. Intanto i sindacati
di categoria, tutti indistintamente, sempre più autoreferenziali
e sempre meno rappresentativi, continuano a dispensare vacue
parole sullappropriatezza prescrittiva.
Dopo trenta anni e passa di malgovernance sindacale, senza mai
un pur minimo accenno di autocritica, ora i nostri sindacati,
uniti dalla non conoscenza collettiva, tentano la
strada dellinsegnamento. Vorrebbero insegnare addirittura
una disciplina, quella della medicina generale. Non contenti
di essere parte in causa della riduzione ad uno stato di totale
prostrazione di unintera categoria, sono assurti in cattedra.
Gli esami non finiscono mai, diceva il vecchio e grande Eduardo
De Filippo. Oggi anche gli asini volano. Questa deriva professionale,
figlia di una degenerazione tutta sindacale, ha reso sempre
più burocrate il medico di medicina generale e sempre
meno acculturato professionalmente questo professionista, solo
proteso a gestire la sua mera sopravvivenza economica. Una professione
finita nel precariato più bieco.
Nessuno potrebbe smentire il fatto che i Mmg si ritrovano costretti
a lavorare a cottimo: se fai il vaccino antinfluenzale, a tuo
rischio e pericolo per eventuali rischi allergici, avrai diritto
a un tot di euro, se partecipi al progetto anziani fragili sarai
gratificato con un altro tot di euro, e così via, costringendo
di fatto tutti a fare le medesime cose, in una finta libera
professione.
La verità, cari colleghi, è che non siamo né
carne né pesce. Sicuramente abbiamo delegato talmente
tanto alle nostre rappresentanze sindacali in tutti questi anni
senza opporre una fattiva resistenza lasciandoli partorire e
avallare le più raccapriccianti soluzioni su tutti i
temi che riguardavano la nostra professione. Il risultato di
ciò è stato la completa delegittimazione di unintera
categoria. È palese per tutti come costoro in questi
anni si siano guardati bene dal contraddire o contrastare seriamente
i politici di turno o la famigerata commissione oggi AIFA, ieri
CUF, un altro organismo di controllo che dice tutto e il contrario
di tutto a seconda delle stagioni. Non è quindi foriero
di elucubrazioni concettuali il sospetto che la vera ambizione
dei sindacati non sia stata quella di rappresentarci, ma di
occupare posti di potere in qualche organismo del genere.
Un esempio lampante della schizofrenia dellAIFA è
la rivisitazione della nota 4 riguardante il gabapentin ed il
pregabalin. Il gabapentin soprattutto era utilizzato sino a
qualche anno fa per la malattia epilettica, poi lAIFA
estende la fascia di prescrivibilità anche alla neuropatia
diabetica, adducendo tutto il razionale presente in letteratura,
ma sicuramente non attutendo il sospetto di venire incontro
a esigenze del mercato farmaceutico: sono molto di più
i pazienti diabetici di quelli affetti da epilessia. Tutto questo
in nome della tanto osannata appropriatezza prescrittiva che,
guarda caso, è anche soggetta ai cambi stagionali, perché
nelle più recenti revisioni la neuropatia diabetica non
viene più contemplata nella nota 4. Unaltra nuova
appropriatezza prescrittiva ci attende. E tutti muti, zitti
e soprattutto allineati. Credo siamo al ridicolo e le stranezze
perpetrate da questo organismo sono tantissime, a cominciare
dallesomeprazolo, la forma levogira dellomeprazolo,
registrato dal ministero della Sanità qualche anno fa,
pubblicizzato sui maggiori quotidiani nazionali a tutta pagina
come una grossa novità e rivoluzione scientifica, insieme
a numerosi settimanali e patrocinato da un sindacato della medicina
generale e dalla sua società scientifica che ne firmava
la pagina. Oggi un membro importante di tale sindacato è
presidente di un ordine professionale, mentre per la Regione
Puglia e per il suo assessore alla sanità, un inibitore
di pompa protonica vale laltro, rivalutando di fatto il
lansoprazolo, che essendo divenuto generico, praticamente è
lunico prescrivibile a totale carico della Regione.
Latmosfera in tema sanitario è incandescente e
al di la delle proposte di rinfondare o meno la medicina generale,
la verità è che siamo alla frutta. Nellottica
della prossima riscrizione del contratto della medicina di famiglia,
i nostri sindacalisti, per dirla alla Beppe Grillo, visto che
non rappresentano nessuno, se non le personali posizioni di
potere, farebbero bene a indire un referendum tra i medici,
per capire dove dovrà andare a parare questa nostra benedetta
medicina di famiglia. Mai come adesso il futuro è quanto
mai fosco.
F. Saverio Schinzari
Medico di medicina generale
Galatina (LE)
Medico di famiglia e scissione delle competenze
Un
tempo, quando veniva emanata una legge nuova o una nuova normativa,
il medico di medicina generale aveva il tempo di leggerla e
studiarla, di confrontarsi con gli altri colleghi, di assimilarla
e farla propria. Poi la si applicava bene e con serenità
fino a quando non veniva emanata una nuova normativa o veniva
modificata la precedente. Questo perché i cambiamenti
normativi non erano così frequenti come accade in questi
nostri tempi. Oggi, allimprovviso, in modo inatteso, mentre
si sta ascoltando le notizie del telegiornale in completo relax,
dopo una giornata lavorativa stressante, si viene a sapere che,
a partire dalla mezzanotte della stessa giornata, va in vigore
quel tale dispositivo legislativo. Addio relax, comincia il
giro di telefonate tra colleghi, con allarme generale e inevitabilbente
si constata che la maggior parte di noi Mmg non ne sa nulla.
Lindomani si cerca di saperne di più attraverso
altre telefonate. I pazienti nel frattempo avvertono lagitazione
del medico, chiedono spiegazioni (oramai hanno capito che ogni
normativa tende a restringere le possibilità
di prescrizione) e si imbronciano se gli si fa intedere che
tale prescrizione non sarà più possibile. I responsabili
delle Asl, dal canto loro, non danno nessuna spiegazione, anche
perché non sanno nulla e, a loro volta, non vengono informati.
Ma ammoniscono tranquilli: Cari medici, se sbagliate la
prescrizione pagate di tasca vostra. Comincia la lotta
contro il tempo per avere il file giusto per aggiornare il software.
Dopo alcuni giorni, risolto il problema, ti rilassi, sicuro
di andare avanti tranquillo, ma attenzione, dietro langolo
già ti aspetta un altro decreto che cambia ancora le
carte in tavola o si rimangia quello che è stato deciso
prima.
Per la verità, i nostri legislatori sono compatti. Una
volta si tratta di una disposizione ministeriale, unaltra
volta dellassessorato regionale, altre volte della direzione
della azienda sanitaria locale.
Il momento più difficile è quando si insedia un
nuovo ministro, o un nuovo assessore regionale alla sanità.
Ognuno deve lasciare inesorabilmente il proprio segno. E così
il sistema si ingolfa con disposizioni, leggi e leggine (soprattutto
ad applicazione immediata). Questa la situazione e al Mmg tocca
districarsi. Legittimamente ha motivo di ritenersi scisso nelle
sue competenze: 50% avvocato, 20% commercialista, 20% operatore
informatico e, finalmente, 10% medico.
Michele Argiento
Medico di medicina generale
Caivano (NA)