M.D.
numero 14, 25 aprile 2007
Note
stonate
Mass media e informazione medica
La
salute e gli argomenti correlati sono uno degli argomenti più
sfruttati dai mezzi dinformazione radio e televisivi e
dai giornali per interessare il pubblico e rappresentano indubbiamente
uno dei sistemi più utili per diffondere quelleducazione
sanitaria tanto spesso evocata e troppo poco realizzata. Purtroppo
queste benemerite trasmissioni sembrano avere problemi nel reperire
i medici da intervistare, in quanto il naturale pudore, la modestia
e la poca voglia di comparire - soprattutto da parte dei big
della medicina - rendono difficile allargare ancora di più
questo prezioso mezzo di progresso civile. Un dato ancor più
incoraggiante è sicuramente la capacità degli
ascoltatori di saper filtrare con sobrietà i messaggi
che arrivano dai professori di volta in volta intervistati.
Da potenziali pazienti, i cittadini italiani comprendeno alla
perfezione che in ogni caso le malattie sono esperienze individuali
e che tutto quello che ascoltano o leggono va interpretato con
misura e buon senso. Pertanto, se qualche luminare avvisa di
stare attenti al mal di stomaco perché può essere
la spia di un brutto male, i cittadini (potenziali pazienti)
assorbono la notizia con equilibrio; parimenti non si allarmano
se sentono dire che dietro un mal di testa ci può
essere un tumore, ovvero non si precipitano il giorno
successivo dal medico di famiglia a rimproverarlo di non aver
mai prescritto il dosaggio del paratormone solo perché
lo scienzato in televisione ha detto che può essere causa
dei dolori alle ossa. Insomma si vivono queste notizie con
saggezza, con misura e senza allarmismi. Proprio per questo
ritengo di fare cosa utile segnalando alcuni esempi tipici di
divulgazione sanitaria radio e televisiva, con la presenza del
conduttore, dei pazienti e dei luminari di turno.
Paziente 1: Da un po di tempo soffro di fastidiosi
mal di testa che aumentano quando vado in macchina. Lei cosa
mi consiglia?
Luminare: Ci sono nella sua zona dei validi centri per
la cefalea. Consulti il più vicino.
Paziente 1: Grazie mille, professore!
Paziente 2: Professore, sono stato operato quattro
mesi fa per un epitelioma al viso. Dato che andiamo verso
lestate, quali precauzioni mi suggerisce?
Luminare: Stia attento al sole, ancora meglio se indossa
un cappello.
Paziente 3: Finalmente il mio turno, aspetto da due
ore!
Conduttore: Non divaghi, faccia in fretta la domanda,
abbiamo poco tempo!
Paziente 3: Ecco, in seguito ad unecografia mi è
stata riscontrata una grave steatosi al fegato, ma il mio medico
continua a dire di non preoccuparmi.
Luminare: Elimini grassi, fritti e alcolici.
Paziente 4: Buongiorno, professore. Sono tormentato
da una fastidioso mal di schiena: ho consultato un famoso
luminare che mi ha dato delle compresse per bloccare lartrosi,
ma la situazione è peggiorata. Il mio medico dice che
sono cure inutili. Chi ha ragione?
Luminare: Insista: queste cure hanno bisogno di tempo
per funzionare.
Paziente 4: Ma professore, sono undici anni che mi curo,
sto spendendo tanti di quei soldi.
Conduttore: Ci scusi, signore, ma la dobbiamo sfumare
per dare a tutti la possibilità di intervenire.
Paziente 5: Dopo aver sentito una famosa trasmissione
televisiva ho cominciato a controllare il PSA ogni tre mesi
per prevenire il tumore. Negli ultimi due controlli il valore
è passato da 4,3 a 4,5, ma il mio medico minimizza. Sono
preoccupato, mi dia un parere.
Luminare: Ma lei quanti anni ha?
Paziente 5: Ottantasette.
Paziente 6: Da qualche mese ho il fiatone quando faccio
le scale o cammino veloce. Esiste una cura?
Luminare: Le consiglio una compressa di furosemide da
25 milligrammi la mattina.
Paziente 6: Grazie, professore, ho scritto il nome della
medicina: ma siccome la mattina già prendo il Lasix,
questa nuova compressa la devo prendere prima o dopo?
Conduttore: Abbiamo ora in studio uno dei massimi esperti
italiani di malattie infettive, che ringraziamo, stava partecipando
a un congresso e ha preso al volo il primo aereo per essere
con noi. Professore, siamo alla fine della trasmissione e il
tempo è tiranno. Ci dica come sarà la prossima
influenza, chi sono le persone a rischio e come ci si cura.
Luminare 2: La prossima ondata influenzale sarà
molto particolare, in quanto caratterizzata da febbre alta,
dolori ossei, mal di gola e tosse. Sono a rischio
anziani, bambini, diabetici, asmatici e cardiopatici. Non
ci sono cure specifiche, solo riposo. Ah! unultima cosa,
scusate se rubo ancora un secondo, è consigliabile il
vaccino.
Amerigo Marino,
Medico di medicina generale
Segretario dellOrdine dei Medici di Pescara
Privacy, dati sensibili e quesiti senza risposta
Un
paziente mi ha revocato, ma non si è preso il disturbo
di venire a chiedere una copia della sua cartella clinica. Ho
saputo della revoca soltanto un mese dopo grazie alla comunicazione
inviatami dalla Asl. Così avendo preso atto della revoca,
mi pongo, come da prassi, il solito problema di cosa fare della
cartella clinica del mio ex assistito. Ed ecco che riaffiora
il cocente e perdurante dubbio: posso cancellarla dallarchivio?
Da una parte dovrei, dato che non essendo quella persona più
mio paziente, non ho più il diritto di conservare i
suoi dati sensibili.
Dallaltra però potrei avere ancora il dovere di
farlo. Se allimprovviso lex mio assistito pretendesse
che io faccia avere a lui o al suo nuovo medico curante lelenco
delle sue malattie, dei suoi accertamenti e delle sue terapie,
come ne esco? E allora forse dovrei proprio conservare la cartella
clinica. Ma per quanto tempo? Un anno, cinque anni, dieci anni,
due secoli e mezzono? Non si hanno indicazioni in proposito.
La questione è ancora più seria quando la revoca
avviene per decesso del paziente.
Sembrerebbe un paradosso, ma non è così. Se da
una parte è ovvio che quei dati non mi possono servire
più, dallaltra il paziente non ha mai manifestato
lintenzione di togliermi la fiducia e io non posso quindi
aggrapparmi al concetto che da quella revoca si potrebbe dedurre
un implicito divieto di conservare i dati sensibili, che oltre
tutto potrebbero interessare in qualche modo e per motivi magari
estremamemente legittimi gli eredi.
Ma cè un altro decesso di cui bisogna pur tenere
conto: il mio. Sarà anche vero che, dopo che sono morto,
nessun funzionario Asl potrà mai togliermi la convenzione
e nessun giudice potrà mai mettermi in galera per qualche
errore procedurale da me commesso, ma finché non passo
a miglior vita un po di coscienza mi rimane. E la coscienza
mi chiede: che ne sarà dei dati da me raccolti sui miei
pazienti? Se non do a nessuno la password, rimarranno per
sempre sepolti in un hard disk che i miei eredi faranno
smaltire nei rifiuti speciali, con buona pace per la privacy,
ma anche con qualche frustrazione per chi dovesse averne bisogno.
Potrei dare la password a qualcuno, ma a chi? Non mi risulta
che né il ministero della Salute, né lANCI,
né la Asl, né il signor Garante della Privacy,
né i sindacati né gli Ordini dei Medici (questi
ultimi per comprensibile scaramanzia) si siano mai occupati
seriamente della questione.
Io avrei intenzione di rimanere qui ancora un po, almeno
fino a vedere la fine del campionato di calcio, ma non si sa
mai. Posso chiedere a chi di dovere di esaminare una buona volta
e a breve termine il problemano?
Antonio Attanasio,
Medico di medicina generale
Mandello del Lario (LC)