M.D.
numero 14, 25 aprile 2007
Farmaci
Una doppia azione per ridurre
le fratture osteoporotiche a lungo termine
di Sirio Spadano
I nuovi dati a 5 anni dello studio TROPOS evidenziano per
la prima volta una forte efficacia a lungo termine di un farmaco
antiosteoporotico nel prevenire la frattura di femore
Nel
corso del 7th European Congress on Clinical And Economic Aspects
of Osteoporosis and Osteoarthritis, svoltosi alla fine del mese
scorso a Porto, sono stati presentati in anteprima nuovi risultati
relativi al trattamento a lungo termine con ranelato di stronzio,
capostipite di una nuova classe di farmaci a doppia azione
sul metabolismo dellosso, che associa la stimolazione
dellattività osteoblastica e linibizione
dellazione osteoclastica. In altri termini il ranelato
di stronzio (Osseor - IFB Stroder), stimolando da una parte
la formazione di osso nuovo e riducendo contemporaneamente il
riassorbimento dellosso esistente, determina un riequilibrio
del turnover osseo a favore della formazione di un osso più
resistente ed elastico, assicurando così una duratura
protezione dal rischio di fratture.
I dati presentati a Porto sono relativi al follow-up a 5 anni
dello studio TROPOS (Treatment of Peripheral Osteoporosis),
disegnato per definire in particolare lefficacia antifratturativa
del ranelato di stronzio 2 g/die vs. placebo, in aggiunta a
supplementi di calcio e vitamina D, nel ridurre il rischio di
fratture non vertebrali (endpoint primario) in un campione di
oltre cinquemila pazienti.
I risultati a 3 anni dello studio avevano dimostrato, nel gruppo
di donne ad alto rischio (età „74 anni, densità
minerale ossea al collo femorale T score £-3, che rappresenta
circa la metà della casistica delle fratture osteoporotiche
del femore), una riduzione significativa del rischio di fratture
del femore del 36% rispetto al placebo (J Clin Endocrinol Metab
2005; 90: 2816-22). I nuovi dati a cinque anni sono ancora più
eclatanti, in quanto in queste pazienti è stata documentata
una riduzione delle fratture femorali pari ben al 43% (p=0.036)
(Reginster et al, Osteoporos Int 2007; 18: OC42). Tali risultati
sono particolarmente rilevanti: ranelato di stronzio viene a
costiuire infatti il primo farmaco con una tale evidenza a lungo
termine contro le fratture osteoporotiche.
I risultati ottenuti con ranelato di stronzio contro le fratture
del femore, si aggiungono alle evidenze riportate con questo
farmaco nelle fratture vertebrali nello studio SOTI (Spinal
Osteoporosis Therapeutic Intervention). I dati disponibili dellanalisi
a 4 anni hanno dimostrato una significativa riduzione del rischio
del 33% (p<0.001) (Reginster et al, Osteoporos Int 2006;
S11-S12), confermando limportanza di trattare la malattia
nel lungo termine con un farmaco di provata efficacia.