M.D.
numero 13, 18 aprile 2007
Prevenzione
Stile di vita e rischio oncologico
di Libero Ciuffreda, Anna Novarino, Farnaz
Rahimi, Virginia Caliendo e Isabella Chiappino
Dipartimento di Oncologia, AO Molinette, San Giovanni Battista,
Torinon
Nellambito della prevenzione, uno dei principali interessi
è indagare il rischio di cancro in rapporto ad alimentazione
e stile di vita. Gli studi non hanno ancora fornito risultati
univoci, ma si raccomanda unalimentazione varia per
assicurare un bilancio ottimale di macro e micronutrienti, oltre
che unadeguata attività fisica e leliminazione
del fumo
La
nozione del rapporto tra ciò che si mangia
e malattia, benessere, forza, fortuna, ecc. è antichissima,
ed è stata discussa infinite volte in relazione ai suoi
significati simbolici, rituali, religiosi e medico-scientifici.
Luomo può scegliere oggi il tipo e la quantità
degli alimenti e in questa preferenza è condizionato,
oltre che dal gusto e dallappetito, dai potenziali effetti
(reali o ritenuti tali) della scelta sul suo aspetto e sulla
sua forma fisica, e quindi sulla sua accettabilità sociale
e sessuale, ma soprattutto sulla sua salute a breve e a lungo
termine.
Lo studio e la quantificazione della relazione esistente
tra nutrizione e rischio di cancro ha costituito uno dei principali
interessi della ricerca epidemiologica nel corso dell'ultimo
decennio.
I risultati non hanno dato, nel loro complesso, risultati univoci.
Questo è stato attribuito a svariati fattori: prima di
tutto la difficoltà di ricostruire in maniera adeguata
un fenomeno complesso e variabile come la dieta e in secondo
luogo la possibilità che la dieta eserciti i suoi effetti
solo dopo periodi di tempo molto lunghi.
I principali fattori studiati in rapporto al rischio
di tumore sono il consumo di frutta e verdura, di grassi,
di alcol.
Consumo di frutta e verdura
Diversi dati epidemiologici indicano che una dieta ricca
in frutta e vegetali freschi e povera in grassi (soprattutto
di origine animale) sia associata a un ridotto rischio di
patologie cardiovascolari, metaboliche, gastrointestinali
e tumorali.
Lelevato consumo di frutta e verdura è associato
a rischi ridotti di incidenza per la grande maggioranza dei
tumori, a dispetto della grande variabilità nei fattori
di rischio e nei meccanismi di cancerogenesi delle diverse
sedi.
Il consumo di vegetali ad elevato apporto di carotenoidi è
stato posto in relazione con la riduzione del rischio di tumore
del polmoneno, così come gli indoli e gli isotiocianati
della famiglia delle crocifere (cavoli, cavolfiore, broccoli,
verze, ecc) sembra abbia un effetto anticancerogeno per il
tumore del colon-retto.
Inoltre elevati apporti di frutta e verdura crudi sembrano ostacolare
linsorgenza di tumori del cavo orale, della laringe,
dellesofago, dello stomaco e dellintestino; ciò
indica un effetto benefico sulla cancerogenesi delle vitamine
C, E e del beta-carotene, così come nel tumore
dello stomaco vi è evidenza del vantaggioso consumo di
vegetali freschi, il che suggerisce la presenza di micronutrienti
termolabili.
Per tale motivo, il ruolo protettivo di frutta e verdura potrebbe
essere dovuto sia a un effetto indipendente di micronutrienti,
sia alle fibre, sia ai composti fitochimici, sia alle loro complesse
interazioni biologiche.
Si è notato anche che soggetti che fanno un basso consumo
di frutta e verdura hanno un rischio di sviluppare neoplasie
(esclusi i disordini emolinfopoietici) da due a tre volte maggiore
rispetto ai forti consumatori, e questo rischio tende a moltiplicarsi
in associazione ad altre esposizioni nocive (un forte fumatore
e bevitore che segue una dieta a basso consumo di vegetali ha
un rischio di tumore dellesofago 40 volte più alto
di un soggetto non bevitore e non fumatore con elevati consumi
di frutta e verdura).
Sono stati inoltre ipotizzati molti meccanismi dazione
delle fibre, tra cui:
-
effetto di diluizione di cancerogeni dietetici e riduzione
del tempo di transito del materiale fecale nellintestino;
-
inattivazione dei cancerogeni;
-
modificazione
della flora batterica intestinale;
-
riduzione
della concentrazione di acidi biliari e produzione di anticancerogeni
nellintestino.
Consumo
di grassi
È noto come il consumo di grassi, in particolare di grassi
saturi di origine animale, sia associato a un elevato rischio
di infarto miocardico acuto e altre malattie cardiovascolari.
Unanalisi delle differenze geografiche nella mortalità
per tumori della mammella e del colon-retto suggerisce che
non soltanto la quantità, ma anche il tipo di grassi
nella dieta possano essere rilevanti. Nelle regioni del
Nord Italia i tumori della mammella e del colon retto sono
notevolmente più frequenti rispetto al Sud, probabilmente
a causa di un maggiore consumo di grassi animali.
Lolio di oliva, per alcune sue caratteristiche biologiche,
la sua ricchezza in vitamina E e altri antiossidanti, come altre
peculiarità della dieta mediterranea, quali
lutilizzo di grassi monoinsaturi nel pesce e polinsaturi
in diversi oli vegetali hanno un impatto favorevole nel ridurre
il rischio di insorgenza di tumore (soprattutto della mammella).
Per ciò che concerne la neoplasia colorettale, una dieta
ricca di grassi potrebbe aumentarne il rischio, attraverso unelevata
sintesi ed escrezione di colesterolo e acidi biliari che, a loro
volta, sono convertiti dai batteri intestinali in acidi
e sali biliari secondari, potenziali promotori del
processo di cancerogenesi.
Consumo di alcol
I dati epidemiologici indicano un ruolo eziologico diretto del
consumo di alcol in varie neoplasie, quali il cancro oro-faringeo,
laringeo, esofageo ed epatocarcinoma, mentre si limita a suggerire
un ruolo nel cancro mammario, colorettale e polmonare. Un aspetto
interessante è leffetto moltiplicativo di fumo ed
alcol sul rischio di tumori delle vie aereo-digestive superiori.
Dieta e attività fisica
La dieta riveste un ruolo importante nelleziologia dei tumori
intestinali, a causa della tendenza verso una maggiore uniformità
delle abitudini dietetiche e della sedentarietà nelle diverse
aree del continente. Ciò si estende anche alle abitudini
riproduttive e generali di vita, influendo sullincidenza
del tumore alla mammella. Alcuni fattori dietetici hanno un ruolo
anche nella carcinogenesi pancreatica, poiché rischi elevati
sono stati associati alleccesso di calorie totali, grassi
saturi e colesterolo. Non sono ancora certe, invece, le
cause del tumore alla prostata, ma pare che anche per
esso la dieta rivesta un ruolo rilevante.
Diversi studi dimostrano che lattività fisica possa
ridurre il rischio di tumori (mammella, colon, prostata ed
endometrio). Una regolare attività fisica aiuta a mantenere
un peso corporeo adeguato attraverso il bilanciamento tra apporti
e spesa energetica. Sebbene la durata e lintensità
dello sforzo fisico non siano ancora stati misurati con esattezza,
diverse evidenze suggeriscono che siano necessari almeno 30 minuti
di attività fisica moderata tutti i giorni. Le attività
più indicate vanno dalla passeggiata a unandatura
costante e decisa, alla bicicletta o alla cyclette, fino al pattinaggio,
la danza ecc. Recentemente lAmerican Cancer Society ha pubblicato
delle linee guida sulla nutrizione e attività fisica per
la prevenzione dei tumori. Come riflessione, si ricorda che in
qualsiasi tipo di dieta va raccomandata unalimentazione
varia, in quanto può contribuire ad assicurare un bilancio
ottimale di macro- e micronutrienti e ridurre lesposizione
a contaminanti associati a taluni alimenti.
Fumo e fattori occupazionali
Tra le abitudini inveterate il fumo di sigaretta rappresenta
il carcinogeno più chiaramente implicato nel
determinismo dellinsorgenza di neoplasie. Escludendo
i tumori nei quali ha un ruolo incontrovertibile
(polmone), la somministrazione prolungata di nitroderivati presenti
nel tabacco, attraverso interazioni con il DNA, può provocare
alterazioni genetiche con attivazione di oncogeni
(K-ras) e il conseguente sviluppo di neoplasie pancreatiche.
Va sempre ricordato quanto lesposizione professionale sia
a rischio di sviluppo neoplastico. I lavoratori dei
settori chimici, del carbone, dei metalli, dei coloranti, delle
lavanderie, delle segherie possono venire a contatto di solventi,
derivati del petrolio, pesticidi, DDT, benzidina, naftilamina,
ecc. e pertanto devono essere monitorizzati con attenzione.
Ruolo del Mmg
Il Mmg ha spesso rapporti con più membri della stessa famiglia
e una continuità tale da permettere unanamnesi accurata
ed approfondita. In virtù di ciò è il migliore
e il primo, in assoluto, conoscitore delle abitudini alimentari
e degli stili di vita dellintero nucleo familiare e pertanto
ha la possibilità di identificare soggetti maggiormente
a rischio, dare i primi consigli e, se necessario, avviare allo
specialista.
Bibliografia disponibile a richiesta
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