M.D.
numero 12, 11 aprile 2007
Clinica
Il carcinoma basocellulare nell'osservazione
clinica
di Antonio Pugliese - Medico di medicina generale, Castellaneta
(TA), Responsabile Nazionale Dipartimento di Dermatologia AIMEF
Tra i carcinomi cutanei lepitelioma basocellulare è
quello più frequente, ma il meno conosciuto. Riconoscerlo
e trattarlo precocemente è fondamentale, poiché
è lentamente destruente. La biopsia escissionale sistematica
e precoce delle lesioni sospette, soprattutto se persistenti
da mesi, costituisce la migliore terapia, ma sono disponibili
anche altre opzioni per casi particolari
Il
carcinoma o epitelioma basocellulare (in passato conosciuto
come basalioma) è in assoluto il più frequente
carcinoma cutaneo, ma anche il meno conosciuto da pazienti
e medici.
Si tratta, tuttavia, del tumore a più bassa mortalità,
inferiore a 1 caso su 1000 e con il più basso potenziale
metastatico. La prognosi, quasi sempre favorevole è legata
alla localizzazione esclusivamente cutanea e pertanto facilmente
individuabile e alla relativamente lenta progressione del
tumore, forse per queste motivazioni è sottovalutato
e sottostimato.
Il carcinoma basocellulare predilige le zone fotoesposte ed
è prevalentemente localizzato al viso e al collo (80%
dei casi), in particolare: naso, fronte, zigomi, tempie e palpebre;
anche se meno frequentemente può essere colpita qualunque
regione del corpo (il 12% dei casi si manifesta sul
tronco e il 5% sugli arti), mentre è del tutto eccezionale
la localizzazione al palmo della mano e alla superficie inferiore
del piede. Non sono mai interessate le mucose.
Non vi sono differenze tra i due sessi e letà più
interessata si colloca oltre i 60 anni, benché possano
esserne colpiti anche individui più giovani.
Lincidenza del tumore è pari a 10 /10.000 casi
per anno in Europa, negli Stati Uniti è di 20/10.000,
mentre in alcune regioni australiane raggiunge la cifra di 400/10.000no.
Viene segnalato, negli ultimi tempi, un notevole aumento
di incidenza (in Inghilterra +238% nellarco di 14
anni).
Ruolo delle radiazioni solari
Il ruolo svolto dalle radiazioni solari nella genesi del carcinoma
basocellulare è evidente. Infatti lincidenza del
tumore è correlata alla latitudine e alla dose cumulativa
di energia ricevuta con lirraggiamento solare; lo studio
di soggetti dalla carnagione chiara emigrati in Paesi ad alta
insolazione come lAustralia ha confermato questa concezione
rilevando una decuplicazione dei casi.
La sua insorgenza è frequentissima, regolare
addirittura, nei pazienti che soffrono di affezioni
ereditarie, quali lo xeroderma pigmentoso o lalbinismo,
nelle quali gli UV svolgono un ruolo patogenetico indiscutibile.
I carcinoma basocellulari insorgono essenzialmente a livello
delle zone fotoesposte, come il viso e colpiscono soprattutto
i bianchi e tra questi coloro che hanno un fototipo più
chiaro, mentre i soggetti di colore, protetti dalla melanina,
ne sono affetti molto raramente.
Tuttavia, la loro frequenza non corrisponde strettamente alla
dose di energia radiante ricevuta: alcuni distretti cutanei
discretamente protetti dal sole come il canto palpebrale mediale,
risultano colpiti frequentemente e vi sono zone protette
dal sole, almeno in condizioni ordinarie, come il tronco o gli
arti che pure ne sono affetti.
Gli studi epidemiologici suggeriscono che il sole possa costituire
il fattore iniziante il processo carcinogenetico, il quale verrebbe
a compimento dopo molti anni (in media 40-60 anni).
Progressi della ricerca
Negli ultimi anni sono stati conseguiti notevoli progressi nel
campo della fotomutagenesino, in particolare sono state dimostrate
mutazioni di proto-oncogeni o di geni oncosoppressori
come il p53 nei basaliomi, indotti - con ogni probabilità
- dalle radiazioni solari.
Secondo le teorie attuali queste neoplasie derivano da cheratinociti
pluripotenti incompletamente differenziati, quindi immaturi,
di origine epidermica o annessiale. Queste cellule possono poi
manifestare in varia misura tendenze verso il differenziamento
pilare o ghiandolare e questo spiega le possibili diversità
di presentazione istologica. Al contrario di quello che accade
per i carcinomi spinocellulari sono poche le lesioni che possono
costituire i precursori del carcinoma basocellulare, che è
quasi sempre tale fino dallinizio. Alcune affezioni o
alcune situazioni particolari possono favorirne la
comparsa, per esempio: lesposizione ai raggi X, la fototerapia,
le genodermatosi come il citato xeroderma pigmentoso, lalbinismo,
la sindrome della nevomatosi basocellulare, la pregressa assunzione
di arsenico. Talvolta, ma si tratta di rare evenienze, il basalioma
insorge su cheratosi attinica, su radiodermite, su cicatrice
o su zone sottoposte a traumatismi diversi (tagli, ustioni chimiche
e da calore, vaccinazioni, tatuaggi). In corso di immunodepressione
genetica, da virus o iatrogena, linsorgenza del tumore
è più frequente.
Aspetti clinici
Lesordio in genere è insidioso e solitamente il
carcinoma basocellulare si sviluppa su cute apparentemente indenne;
il contesto spesso è indicativo: soggetto chiaro e con
segni di fotoesposizione cronica, laspetto clinico è
variabile nel tempo.
La biopsia escissionale sistematica e precoce delle lesioni
sospette, soprattutto se persistenti da mesi, permette
la diagnosi e costituisce la migliore terapia. I carcinomi
basocellulari progredendo hanno una grande variabilità
clinica.
Di seguito sono illustrati gli aspetti più frequenti.
Carcinoma
basocellulare piano con orletto perlaceo
Il carcinoma basocellulare pia con orletto perlaceo (figura
1) è la forma più frequente. La neoplasia forma
una chiazza di dimensioni variabili, spesso arrotondata od ovalare;
le sue dimensioni aumentano progressivamente con il passare
dei mesi o degli anni. Il centro è spesso ricoperto da
squame grigio-brune, aderenti. Alla periferia della chiazza
si osserva un orletto perlaceo, molto caratteristico. Le perle
carcinomatose, del diametro di uno o più millimetri sono
dure, traslucide, incassate nellepidermide. Esse circondano
lintera lesione, oppure sono presenti a tratti sul suo
contorno. Possono essere rilevate a costituire un cercine
o quasi non aggettare dal piano individuato dalla cute.
Col passare del tempo il centro assume sovente un aspetto atrofico-cicatriziale
che complessivamente configura la varietà piano-cicatriziale
del carcinoma. Larea cicatriziale può essere a
tratti cosparsa da teleangectasie, da macule pigmentate, da
elementi perlacei rilevati, da noduli di dimensioni variabili,
da escoriazioni, da crosticine: tutti questi elementi conferiscono
alla lesione un aspetto eterogeneo. Le ulcerazioni possono
chiudersi in un punto per progredire in un altro. Queste forme
possono essere particolarmente estese soprattutto alla fronte
o al cuoio capelluto, dove sono molto frequenti, pur rimanendo
relativamente superficiali.
Carcinoma
basocellulare nodulare
Questa forma è frequente e si localizza soprattutto al
viso (figura 2), meno frequentemente agli arti e al tronco.
Il tumore forma una papula o un nodulo traslucido di consistenza
dura e di colorito bianco-roseo; sono spesso evidenti teleangectasie.
I piccoli tumori papulosi del diametro di 1-3 mm, sono solitamente
lisci, regolari e cupoliformi; quando aumentano di dimensioni
spesso si viene a formare unombelicatura centrale
che può anche ulcerarsi. È raro il riscontro
di qualche chiazzetta bruna.
Carcinoma basocellulare superficiale
Questo tipo di neoplasia (figura 3) differisce dalle altre
forme, in quanto predilige il tronco e gli arti e insorge
in soggetti generalmente più giovani. Si sviluppano
molto lentamente in superficie senza manifestare tendenza
allinfiltrazione in profondità.
I carcinomi basocellulari superficiali sono spesso multipli
e gli aspetti tipici sono due:
1. La forma pagetoide: così denominata a causa di unanalogia
clinica, peraltro discutibile, con la malattia di Paget cutanea.
In questo caso la neoplasia si manifesta con una chiazza di
spessore molto ridotto, delimitata da un esile orsetto perlaceo,
meglio visibile alla vitropressione. La lesione è solitamente
ovalare o rotonda e il suo centro può essere atrofico
con aree crostose o erose. Può essere presente
qualche zona pigmentata. Quando la lesione si ingrandisce
può dare luogo a veri e propri noduli. Essa
può raggiungere dimensioni rilevanti senza subire
modificazioni particolari. In rari casi la superficie
è a tratti erosa, ma la formazione di una vera
e propria ulcerazione è eccezionale.
2. La forma eritematosa: è caratterizzata da
una chiazza arrossata o eritemato-desquamativa, ben delimitata,
solitamente di piccole dimensioni, che imita una dermatite
cronica. La presenza dellorletto periferico è
incostante. È la persistenza della lesione e
la non risposta alla terapia che spesso induce allescissione
e quindi alla biopsia e alla diagnosi.
Carcinoma basocellulare ulcerativo
In questa forma lulcerazione è laspetto dominante
(figura 4). Solitamente questa forma è ulcerativa ab
inizio, ma è possibile lulcerazione su una lesione
piana o nodulare. Tale ulcerazione è indolente
e spesso unica; i margini, tagliati a picco posso essere
sormontati da un orletto perlaceo duro.
Nondimeno in alcuni casi i margini non sono né duri né
rilevati ed è a questa forma che classicamente si attribuisce
il nome di ulcus rodens. Lulcerazione può
presentare una spiccata tendenza allestensione e alla
distruzione. Il tumore invade i tessuti molli sottostanti, la
cartilagine e losso: questa è la forma terebrante.
Anche se solitamente non sono presenti le metastasi, la prognosi
è temibile, poiché spesso il trattamento è
reso impossibile dallestensione delle lesioni. Inoltre
sono frequenti le recidive. Le distruzioni tissutali possono
essere notevoli, e ad esse può conseguire
la morte per cachessia, più raramente per emorragia.
Carcinoma basocellulare pigmentato
Questo tipo (figura 5) si distingue esclusivamente per la presenza,
più o meno abbondante, di pigmento melanico nel tessuto
tumorale e nello stroma. I carcinomi basocellulari pigmentati,
quando lo sono uniformemente possono assomigliare a melanomi.
Più spesso, tuttavia, il pigmento presenta una disposizione
a piccoli punti o macule grigiastre, azzurrognole o nere che
tempestano le perle carcinomatose o la superficie del tumore.
Tutte le varietà di basaliomi, a esclusione dello
sclerodermiforme, possono avere pigmento.
Carcinoma basocellulare sclerodermiforme
Questano varietàno, piuttosto rara (2-3% dei casi), èno
frequentementeno localizzatno in regione nasale o orbito-palpebrale.
Si distingue dagli altri tipi per la marcata sclerosi dermica,
che conferisce alla lesione un aspetto clinico, istologico ed
evolutivo particolare. Alcuni autori distinguono tra basaliomi
sclerodermiformi veri, tali fin dallinizio, e basaliomi
che invece assumono tale carattere, solo secondariamente, soprattutto
in occasione di recidive post-trattamento. La lesione forma
una chiazza bianco-giallastra, cerea, dura, incassata nel derma.
I margini sono piuttosto difficili da individuare e lestensione
della lesione è spesso molto maggiore di quanto non si
veda obiettivamente (in media 5-7 mm). Le recidive sono
frequenti malgrado lexeresi allargata. Dopo molti
anni la neoplasia può evolvere verso una forma
ulcerativa o persino terebrante. Si tratta di una forma
aggressiva.
Forme di raro riscontro
La forma esofitica e gigante rappresenta spesso levoluzione
naturale di un tumore trascurato. Il poro gigante compare sul
viso e ha laspetto di un orifizio del diametro di 2-10
mm e il suo colore è quello della cute normale. Nella
forma angiomatosa il tumore si presenta come un nodulo blu o
violaceo di consistenza cistica. La forma lipomatosa è
eccezionale; nella forma ipercheratosica predomina la componente
cheratinica fino alla formazione di un corno cutaneo.
Forme cliniche particolari
Linsorgenza di carcinomi basocellulari multipli, spesso
localizzati in regioni non esposte al sole, in un soggetto giovane
deve fare pensare alla condizione denominata nevomatosi
basocellulare o sindrome di Gorlin-Goltz, caratterizzata
da uninstabilità cromosomica. Altri segni caratteristici
del quadro sono: depressioni puntiformi palmo-plantari, cisti
mandibolari, anomalie ossee (sinostosi, agenesie) e affezioni
neuroendocrine (tumori cerebrali, calcificazione della falce,
ipoparatiroidismo, turbe della sfera sessuale). Ricordiamo inoltre
la sindrome di Muir-Torre, caratterizzata dallassociazione
di molteplici tumori sebacei, di cheratoacantomi e di diversi
tumori viscerali a bassa malignità, soprattutto
a carico del tratto gastrointestinale. In questa condizione
è frequente linsorgenza di carcinomi basocellulari
a differenziamento sebaceo.
Diagnosi differenziale
In genere la diagnosi non pone problemi; esistono tuttavia possibilità
di incertezze, ma bisogna tenere presente che elementi fondamentali
per porla sono la fissità delle lesioni, lorletto
perlato e le teleangectasie. È comunque necessario ricordare
che la conferma del sospetto della presenza di neoplasia è
esclusivamente istologica. La diagnosi differenziale deve
essere posta nei confronti di diversi tumori annessiali
benigni, dei carcinomi spinocellulari ed eccezionalmente
dai melanomi. Le iperplasie sebacee, lesioni molto
frequenti che formano piccole papule giallastre con un
centro lievemente depresso, talvolta teleangectasico, possono
imitare un basalioma in fase iniziale. Più
raramente possono entrare in diagnosi differenziale
affezioni infiammatorie o infettive a decorso subacuto o cronico,
come la tubercolosi cutanea, la leishmaniosi, il granuloma piogenico.
I carcinomi sclerodermiformi possono fare pensare a
una cicatrice o a una chiazza di morfea, le forme superficiali
alla malattia di Bowen o persino alla psoriasi, alleczema,
al lupus eritematoso o a una cheratosi seborroica allesordio.
Evoluzione e prognosi
In assenza di trattamento il tumore evolve lentamente raddoppiando
la sua dimensione allincirca ogni anno (figura 6). La
sua progressione poco apparente, laspetto poco preoccupante
della lesione iniziale, lassenza di sintomatologia dolorosa
fanno sì che molti pazienti si presenti al medico dopo
qualche anno dallesordio (in media 5) e questo rende ragione
della dimensione della neoplasia che, in più della metà
dei casi, è superiore al centimetro. La malignità
locale è differente, in base alla forma anatomo-clinica:
bassa per le forma superficiali e nodulari facilmente aggredibili
dal trattamento, media ma condizionata da difficoltà
di ordine terapeutico per i carcinomi sclerodermiformi, alta
per i carcinomi ulcerati e decisamente ad alto rischio di recidiva
per le forme invasive terebranti. Qualche volta è stato
osservato, soprattutto per i tumori più piccoli,
una regressione spontanea.
Altri elementi da prendere in considerazione sia per la terapia
sia per la sorveglianza post-trattamento sono:
sede del tumore: i carcinomi basocellulari ulcerati o
ulcero-nodularino dei solchi perinasali, degli angoli naso-orbitari,
delle regioni retroauricolari, sono più precocemente
infiltranti in profondità e recidivano più
frequentemente nonostante un trattamento in apparenza ben
condotto;
livello dinvasione: i carcinomi che hanno oltrepassato
la barriera del derma recidiva più frequentemente a
causa della difficoltà di unexeresi completa; ciò
accade più spesso per le forme sclerodermiche o ulcerativo-terebranti;
pregresso carcinoma basocellulare: un paziente colpito
da questo tumore ha un 20% di possibilità di svilupparne
un secondo nellarco di 18 mesi; se le localizzazioni
sono multiple il rischio diviene praticamente certezza;
fattori legati allospite: i carcinomi basocellulari
che insorgono prima dei 35 anni sono generalmente più
aggressivi. La moltiplicazione delle lesioni deve fare sospettare
unimmunodepressione o una tara genetica;
tipo di trattamento effettuato, in caso di recidive:
quando il tumore recidiva ha spesso un carattere infiltrante,
multifocale e uno stroma abbondantemente cicatriziale: ciò
accade spesso in seguito a trattamenti elettrocoagulativi o
crioterapici o radioterapici che in assoluto comporta un maggior
rischio di recidive rispetto allexeresi chirurgica. Il
successo terapeutico, in casi di re-intervento scende dal 95%
fino al 50%. Va tuttavia rammentato che unescissione incompleta
non è sempre e comunque seguita da recidiva; i focolai
tumorali sono probabilmente riassorbiti nella reazione immunitario-infiammatoria
che si determina nel periodo post-operatorio. Per tale motivo
viene da alcuni consigliata lattesa di 6 mesi prima di
reintervenire, nonostante la presenza istologica del tumore;
metastasi: contrariamente ai carcinomi spinocellulari,
i basocellulari metastatizza solo eccezionalmente o, secondo
alcuni autori, mai. I rari casi pubblicati (circa 200) sono
oggetto di vivaci discussioni riguardanti la natura del tumore
e il concetto stesso di metastasi.
Opzioni terapeutiche
La terapia elettiva è quella chirurgica, ma sono molte
le altre possibilità terapeutiche.
Radioterapia:
valida nelle forme inoperabili, è di supporto e ha lo scopo
di rendere operabili i casi in cui il semplice trattamento chirurgico
non riuscirebbe ad essere radicale (per esempio: massa neoplastica
aderente ai piani ossei). Alla radioterapia post-operatoria
spetta il compito di eliminare eventuali residui neoplastici.
Crioterapia:
utilizzabile nelle forme di piccole dimensioni e non infiltranti.
Courettage:
utilizzabile nelle forme di piccole dimensioni, ma eseguibile
solo da operatori esperti.
Laser
chirurgico: ottima opzione, ma come le precedenti non consente
lesame istologico e sono possibili recidive.
Immunoterapia
topica con imiquimod: studi randomizzati dimostrano lefficacia
nei carcinomi basocellulari superficiali, mancano però
studi a lungo termineno.
Terapia
fotodinamica (PDT) con fotosensibilizzanti: rappresenta una
valida terapia e risulta essere molto selettiva per le cellule
tumorali, quindi presenta minori recidive.
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