Editoriale
ECM: chi controlla il controllore?
Di
recente è stata presentata dallopposizione uninterrogazione
parlamentare al ministro della Salute Livia Turco che mette
il dito in una piaga aperta del Ssn: chi pagherà lECM
ai medici?
Il portavoce di Forza Italia in commissione Affari Sociali della
Camera, Domenico Di Virgilio, ha chiesto al ministro di andare
a spiegare a Montecitorio come intende rimediare ai danni che
sta provocando lo stop dato da Farmindustria alla sponsorizzazione
delle spese di viaggio e ospitalità per i medici a convegni
e congressi validi per lEducazione Continua. I parlamentari
inoltre hanno chiesto se si intende dare vita a organismi ad
hoc, in accordo con le Regioni, per supplire al buco finanziario
che si è venuto a creare, sia per le società organizzatrici
sia per i medici o se è possibile far recedere Farmindustria.
Secondo il presidente della Federazione dellOrdine dei
Medici Amedeo Bianco, invece, anche senza il supporto delle
aziende farmaceutiche la formazione dei medici non si è
fermata. Chiarendo che se una flessione
cè stata, questa riguarda solo i mega-convegni,
i mini meeting, le piccole cene e le visite alle aziende. Ma
i medici hanno continuato a seguire gli incontri organizzati
dalle aziende sanitarie e altri piccoli eventi
non meno importanti. La direzione indicata dallOrdine,
che in questo obiettivo ha portato con sé tutte le principali
sigle sindacali della medicina italiana, è quella di
costruire un nuovo sistema di relazioni mature tra
medici e aziende. Il sistema della formazione continua dei medici
deve essere ricostruito come una casa di vetro,
perché tutto sia chiaro e non ci siano dubbi di conflitti
di interessi o illeciti. Solo così anche il legittimo
interesse delle aziende farmaceutiche a sostenere linformazione
potrà essere guardato senza sospetto.
LOrdine suggerisce che possa essere individuato un soggetto
terzo che sviluppi piani formativi di interesse generale come,
per esempio, la sicurezza del farmaco e le modalità prescrittive.
Le aziende che sono interessate al piano formativo specifico
mettono il denaro, investendo legittimamente. Lorganismo
terzo, rompendo le relazioni pericolose tra soldi
e soggetti interessati alla formazione, metterebbe così
i finanziamenti a disposizione di quanti decidessero di lavorare
sullo specifico piano strategico se ne avessero i requisiti.
Ma la nostra domanda è: chi controlla il controllore?
E chi deve essere ad esercitare, legittimamente, la terzietà?
Il Governo, attraverso la Commissione nazionale ECM? Ci hanno
provato, ma le Regioni hanno invocato obiettivi più mirati.
Anche le Regioni ci hanno tentato, ma la deriva verso 21 sistemi
di ECM è un rischio concreto. E gli Ordini che cosa potrebbero
normare a parte i temi deontologici? Non restano che le Società
scientifiche.
Ma spesso esse per prime godono di sponsorship per le loro attività
e non risulterebbero sufficientemente super partes.
Il dibattito è aperto.