Editoriale
Tempi di attesa e di strategia
Per
la medicina generale italiana sembra essere un momento dattesa
e di strategia. Mentre il Ddl sul Governo clinico, nelle pieghe
delle difficoltà del Governo Prodi, sembra ogni giorno
un po più lontano, e con esso tutto limpegno
che le Società scientifiche hanno profuso nella descrizione
e definizione di una nuova identità
per il Mmg, come in una sorta di Manuale Cencelli
in cui le competenze sembrano strettamente ripartite, sono i
sindacati a riguadagnare il centro della scena. Per fare cosa,
ci chiediamo. Sembra chiaro che vogliano portare a casa degli
obiettivi concreti e a più breve scadenza che parlino
con maggiore chiarezza della strada da intraprendere con la
convenzione prossima ventura.
Innanzitutto lorganizzazione sul territorio: è
chiaro che il Governo sembra voler centrare a tutti i costi
lobiettivo di una rimodulazione strutturale dei servizi
sotto forma di Casa della Salute. Ma le forze sindacali maggiormente
rappresentative nella medicina generale cercano, a quanto sembra,
di anteporre una propria proposta che disinneschi, innanzitutto,
i pericoli di scivolamento del rapporto di lavoro nella subordinazione.
Nellambito delle cure primarie i Mmg stanno cercando di
ritagliarsi unarea contrattuale nella quale ciascun medico,
a partire dalla propria specifica funzione di medico di famiglia,
scelto liberamente dai propri pazienti, retribuito a quota capitaria
per attività di prevenzione, di diagnosi, cura e di attività
domiciliari, o di medico di cure primarie retribuito in base
dellorario assicurato e quindi organico alla continuità
assistenziale o alla medicina dei servizi, possa ricevere quanto
gli è dovuto sia in termini finanziari sia di riconoscimento
professionale.
I medici di famiglia stanno chiedendo, inoltre, di vedersi finalmente
riconosciuta una possibilità di sviluppo di carriera
in base alla quale essi possano svolgere come tutti gli altri
medici attività di docenza, di formazione, di ricerca,
di prestazione diagnostica di primo livello e di organizzazione
di servizi.
Si tratta di un riconoscimento cercato da tempo che ha caratterizzato
dibattiti e scontri nella stessa categoria, che ha visto fughe
in avanti e battute darresto nella ricerca di dare piena
titolarità alla qualifica di medico di medicina generale.
Una possibilità a cui i Mmg hanno cercato di dare slancio
con evidenze di ricadute cliniche del loro operato e che oggi
appare più che meritata. Lultima indagine Istat
non a caso ha confermato che è il medico di famiglia
il professionista della salute di cui gli italiani si fidano
di più. Oltre il 64% dei cittadini si affida serenamente
a questa figura professionale, mentre lo specialista privato
segue a distanza, guadagnando la fiducia del 32% dei pazienti.
Per prendere decisioni importanti sulla salute ci si rivolge
infatti prevalentemente al medico di famiglia (65.8%). Una referenza
che dovrebbe garantirgli, finalmente, un posto adeguato nel
sistema. Sarà arrivata la volta buona?