M.D.
numero 7,
7 marzo 2007
Focus
on
Cure primarie: l'era delle Commissioni
di
Monica Di Sisto
Detto
e fatto: la Commissione nazionale per le cure primarie, più
volte annunciata dal ministro della Salute Livia Turco, ha
finalmente visto la luce. Trentuno rappresentanti del mondo
medico e delle altre professioni sanitarie, coinvolte nei
servizi di medicina e assistenza territoriale ed esperti del
settore, si sono ritrovati insieme con un preciso mandato
ministeriale. M.D. ha raccolto le impressioni e gli umori
dei partecipanti alla prima riunione, cercando di chiarire
anche come sincrocia questo percorso con quello che
ha portato la medicina generale a convergere in un cammino
comune sulla formazione, ma che sembra già conoscere
qualche sfilacciamento. |
Arrivare
in tempi brevi a un vero e proprio Piano dazione per la
promozione delle cure primarie e dellintegrazione socio-sanitaria.
Questo il mandato dato ai componenti della Commissione per le
cure primarie dal ministro della Salute Livia Turco. Il primo
passo sarà quello di fotografare lo stato dellarte
delle diverse esperienze regionali, a partire dalla realtà
delle Case della Salute sulle quali, con il convegno
nazionale del 1 marzo a Roma, sono state presentate le proposte
di otto Regioni, proseguendo il confronto pubblico. Tappa successiva:
la prima Conferenza nazionale sulle cure primarie e lintegrazione
socio sanitaria che si svolgerà a Bologna a fine primavera.
Giacomo Milillo (Fimmg)
Grande determinazione e chiarezza da parte del ministro.
Così ha sintetizzato lincontro in Commissione il
segretario Fimmg Giacono Milillo. Molto apprezzato il fatto che
Turco, sia ad inizio lavori sia in chiusura abbia sottolineato
più volte che il tema più importante da affrontare
fosse il riordino della medicina generale da affidare ad uno specifico
sottogruppo tematico.
La Commissione era molto numerosa - racconta Milillo - ricca
di contributi. Abbiamo registrato positivamente gli apporti dei
direttori generali, sia da parte di Fiaso sia di Federsanità.
I medici ospedalieri e del territorio necessariamente debbono
lavorare insieme. Il messaggio va oltre lintegrazione spostandosi
verso una sorta di fusione. Non è possibile, però,
pensare che il territorio sia fatto ad esigenza dellospedale
e viceversa, il punto è che insieme si deve offrire il
servizio migliore. La Fimmg non si oppone alla specifica
accelerazione sulle Case della Salute. A noi interessa -
spiega Milillo - un territorio più organizzato, anche in
modi diversi a seconda delle esigenze. Ma in primis resta lobiettivo
di creare unorganizzazione professionale del medico, non
tanto strutturale, ma che gli consenta di essere protagonista
sia nelle Case della Salute, sia nelle Utap, sia nel territorio
senza strutture.
Claudio Cricelli (Simg)
Una strana Commissione - così lha definita
Claudio Cricelli, leader Simg - dove ai rappresentanti istituzionali
si affiancano tecnici e consulenti, tutti coordinati dallex
segretario del Tribunale del Malato, Stefano Inglese, che un po
via email, un po per conferenze tematiche lavorerà
fino ad arrivare ai primi risultati con la conferenza di Bologna.
Il programma di lavoro, già ambizioso, è da arricchire.
Mi aspetto di vedere la definizione non soltanto della filosofia
delle cure primarie, che non basta, ma una serie di elementi concreti
da realizzare sul territorio. Precondizioni necessarie,
quelle del finanziamento e dellautonomia professionale.
Dobbiamo stabilire se i Mmg siano ancora liberi di decidere,
che status debbano avere - sottolinea Cricelli - la loro relazione
con il ministero e le Regioni. Non si può lavorare sul
modello organizzativo senza affrontare queste questioni, resterebbero
sospesi i problemi della prescrizione, del ruolo del Mmg allinterno
del Ssn, tutte variabili collegate.
Salvo Calì (Smi)
Malgrado i punti allordine del giorno siano stati convincenti,
il persorso tracciato dal ministro Turco non sembra sufficientemente
forte a Salvo Calì, segretario dello Smi, a cui preoccupa
la possibile sottovalutazione dei cambiamenti necessari. Calì
ha chiaro che cosa serva per rimettere in piedi il territorio.
In primis va affrontato un nodo di carattere normativo,
che riguarda le modifiche alle leggi sul Ssn, votate a unorganizzazione
di distretto e di cure primarie di 30 anni fa. Penso al rafforzamento
del distretto come luogo dellintegrazione, a cui far afferire
sia le unità operative delle cure primarie sia tutte quelle
socio-sanitarie. Il distretto deve essere diretto da un medico,
non da altre professioni, bisogna insediare il dipartimento delle
cure primarie con un recupero delle strutture complesse e semplici,
dagli ospedali ai territori.
Questo prevede una riorganizzazione professionale, secondo Calì
con listituzione del ruolo unico per la
medicina generale, con la possibilità di svolgere tutte
le mansioni previste nel dipartimento e di assumere scelte, con
una progressione di carriera nel tempo, fino ai ruoli direttivi
e allinsegnamento universitario. Oltre agli indirizzi servono
investimenti pari a quelli fatti nel 99 per listituzione
dellesclusiva nellarea della dirigenza medica.
Mauro Martini (Snami)
Un apprezzamento per lapertura del tavolo a tutte le forze
sindacali, ma non solo: Non ci vedremo calare dallalto
argomenti nuovi ma, si spera, di poterli condividere. Mauro
Martini, presidente di Snami Lombardia, presente allincontro
istituzionale apprezza il metodo scelto dal ministro Turco, la
cui parte negativa è la presenza di troppe figure
intorno al tavolo, che potrebbe renderlo di difficile agibilità
pur nella precisazione, fatta dal ministro, che di medicina generale
si parlerà solo nel sottogruppo ad hoc.
Formazione: il giallo del doppio appuntamento
Due incontri, contemporanei: uno presso la sede nazionale Snami
che ha visto insieme i sindacati Snami e Fimmg, e due Società
scientifiche, Simg e Snamid, sulla formazione in medicina generale;
laltro che ha visto invitati alcuni sindacati, promosso
da Assimefac e Csermeg in continuità con il lavoro comune
avviato a Firenze nellambito del congresso Wonca di questestate.
Sui tavoli il ruolo clinico, didattico e di ricerca dei medici
di famiglia. Una doppia convocazione che ad alcuni era suonata
come un campanello dallarme rispetto al percorso unitario
avviato. Presso la sede Snamid si è svolto un incontro
del gruppo tecnico, di pre-lavoro del Tavolo per la medicina generale
lanciato a Roma unitariamente - ha spiegato Giacomo Milillo -
da cui è uscito un documento diffuso a tutti gli altri
componenti del Tavolo, perché ci lavorino su in vista di
un testo collettivo. Laltro incontro segue le attività
lanciate da alcune società scientifiche a margine del Congresso
Wonca 2006 cui eravamo invitati. Io e Fiorenzo Corti, segretario
Fimmg della Lombardia, siamo andati a salutare e a fare due chiacchiere.
Noi riconosciamo un solo Tavolo, che è politico -
chiarisce però il leader Simg Claudio Cricelli -. Quello
di Milano non è stato un Tavolo di separazione perché
anche a Roma era stato chiarito che si può far anche finta
di essere tutti uguali, ma chi aveva responsabilità politiche
si sarebbe incontrato per fornire gli indirizzi politici. Le altre
realtà sono associazioni tra privati: importanti, ma la
comunità deve avere delle regole.
Allincontro di Roma - svela Cricelli - non eravamo
stati invitati e precisa: unorganizzazione straniera, che
non ha radicamento in Italia e ha scelto di farsi rappresentare
qui da un gruppo di persone, pur valide, ma senza delega, faccia
pure. Per me Wonca non è rappresentata in Italia, fino
a che non deciderà di seguire le regole della democrazia.
Snami sottolinea con Mauro Martini che un tavolo tecnico
ha bisogno di essere agile se, come abbiamo fatto, vuole stendere
una prima bozza da discutere in plenaria e da condividere unitariamente.
I punti principali sviluppati nella bozza di Milano sono la volontà
del riconoscimento della medicina generale come una specialità,
con tutte le modifiche necessarie dal punto di vista normativo
e organizzativo, convenzione compresa. Daltra parte il riconoscimento
della qualifica di docente solo al Mmg attivo in studio
in questa specifica materia ha portato a una netta distinzione
tra competenze. Creare più tavoli, voler in ogni caso rifarsi
a ciò che sta allestero e ha una validità
scientifica generale, non può essere scimmiottato pari
pari in un altro Paese. Lo stesso Wonca dice che i principi generali
individuati devono essere calati nelle singole realtà.
Noi vorremmo fare un lavoro più specifico, orientato alla
realtà italiana. A livello filosofico tutto va bene, ma
se ci si vuole confrontare con la norma si devono scegliere gli
strumenti più adatti. Il dibattito è aperto.
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