M.D.
numero 6, 28 febbraio 2007
Farmaci
Controllare la sistolica, killer silenzioso
Tra gli antipertensivi disponibili, lassociazione perindopril/indapamide
ha dimostrato di avere unazione spiccata sulla pressione
sistolica, attribuibile ad unazione diretta su macrocircolo
e microcircolo
Per
molti anni si è ritenuto che la pressione arteriosa diastolica
(PAD) fosse più importante della sistolica (PAS) nel
definire il rischio cardiovascolare. In realtà tutte
le conseguenze cardiovascolari dellipertensione sono più
fortemente correlate alla pressione sistolica che a quella diastolica,
soprattutto nei soggetti con oltre 50 anni di età. Anche
i pazienti affetti da ipertensione sistolica isolata di grado
I (PAS 140-160 mmHg e PAD<90 mmHg) presentano un rischio
di complicanze cardiovascolari significativamente più
elevato dei soggetti normotesi.
Nel decennio scorso gli studi SHEP (JAMA 1991), Syst-Eur (Lancet
1997) e Syst-China (J Hypertens 1998) hanno dimostrato limportante
riduzione degli eventi cardiovascolari con il trattamento farmacologico
dei pazienti affetti da ipertensione sistolica isolata. Più
recentemente gli studi VALUE (Lancet 2004) e CAFE (Circulation
2006) hanno dimostrato, rispettivamente, limportanza di
un controllo tempestivo della pressione arteriosa sistolica
(PAS<140 mmHg nei primi 6 mesi di trattamento) e il ruolo
prognostico delle pressioni sistolica e differenziale aortiche.
Malgrado ciò lipertensione è controllata
in una limitata percentuale di pazienti ipertesi e la pressione
sistolica risulta meno frequentemente controllata della diastolica;
assume quindi un rilevante significato clinico la peculiarità
di alcuni antipertensivi di agire marcatamente sulla sistolica.
A
tale proposito è di interesse lassociazione perindopril/indapamide
(Per/Ind), disponibile in due dosaggi: uno per gli ipertesi
che iniziano il trattamento (Per 2 mg/Ind 0.625 mg Prelectal)
e uno per gli ipertesi più difficili da controllare (Per
4 mg/ Ind 1.25 mg Prelectal Forte). Infatti questa associazione
ha dimostrato di ridurre rapidamente la pressione arteriosa
e di avere unazione spiccata sulla pressione sistolica,
attribuibile ad unazione diretta su macrocircolo e microcircolo
ovvero ad un miglioramento dellelasticità arteriosa
e allattenuazione dellonda pressoria riflessa, come
dimostrato nello studio multicentrico REASON, controllato, randomizzato,
in doppio cieco vs atenololo (Hypertension 2001; 38: 922-26).
In questo studio sono stati arruolati 572 pazienti ipertesi
(PAS 160-210 mmHg e PAD 95-110 mmHg), trattati con Per/Ind (2
mg/0.625 mg) o con atenololo (50 mg) in monosomministrazione
giornaliera per 12 mesi (con la possibilità di raddoppiare
il dosaggio al 3° mese, se necessario). I valori di PAS
e PAD sono stati registrati mediante sfigmomanometro a mercurio;
quindi a livello arterioso è stata analizzata londa
pulsatoria (carotidea e aortica) e la sua velocità. La
pressione aortica e laugmentation index (AIx, un marker
indiretto della rigidità arteriosa che esprime il ritardo
delle onde riflesse retrograde e il suo effetto sulla PAS) sono
stati misurati mediante lanalisi dellonda pulsatoria,
applicando un calcolo di funzione validato.
A livello brachiale, a fronte di una riduzione sovrapponibile
della PAD, la riduzione della PAS e della pressione differenziale
(PD) ottenuta con lassociazione Per/Ind era significativamente
più marcata rispetto a quella indotta da atenololo (p<0.001).
Anche a livello aortico le riduzioni della PAS e della PD sono
risultate notevolmente maggiori nel gruppo Per/Ind rispetto
al gruppo atenololo (p<0.001) (figura 1). Inoltre nei pazienti
trattati con Per/Ind lAIx a livello aortico e carotideo
è risultato significativamente inferiore rispetto a quello
registrato nel gruppo atenololo (nel quale risultava addirittura
aumentato). Considerando limportanza prognostica di un
rapido controllo della pressione, e della sistolica in particolare,
lefficacia e lazione marcata su PAS e PD di Per/Ind
ne fanno una terapia di sicuro interesse per gli ipertesi che
iniziano il trattamento e per gli ipertesi che continuano ad
avere una sistolica elevata malgrado il trattamento.