M.D.
numero 5, 21 febbraio 2007
Terapia
Ranelato di stronzio nellosteoporosi:
prevenzione primaria del rischio di fratture
Lefficacia del farmaco nel ridurre il rischio di fratture
vertebrali e non vertebrali è dimostrata nel lungo termine
(con dati a cinque anni) e anche in pazienti molto fragili come
le donne anziane
La
recente revisione della Nota 79 porta in primo piano il problema
di prevenire il rischio di frattura nelle pazienti con osteoporosi
severa e fattori di rischio per frattura.
Il processo di erosione dellosso subisce una forte accelerazione
dal momento in cui una donna entra in menopausa (50 anni circa),
soprattutto se sono presenti ben definiti fattori di rischio,
ed aumenta in modo esponenziale il rischio di fratture, di cui
quelle vertebrali e del femore sono le più gravi. Le
fratture vertebrali provocano dolore di schiena, cifosi e una
riduzione della capienza toracica con conseguenze gravi a livello
cardiaco, polmonare e psicologico. Inoltre, la comparsa di una
prima frattura vertebrale è altamente predittiva per
nuove fratture vertebrali e per la comparsa di fratture del
femore, che hanno unalta mortalità: 5% in acuto,
15-25% entro un anno.
Il
ranelato di stronzio rappresenta unopportunità
unica per prevenire le fratture nelle donne con osteoporosi,
perché è lunico in grado di rallentare la
perdita di osso e di stimolare contemporaneamente la formazione
di osso nuovo. Nuovi dati spiegano questi effetti: il ranelato
di stronzio stimola la replicazione degli osteoblasti perché
agisce su recettori specifici, mentre a livello degli osteoclasti
leffetto è indiretto, mediato dallosteoprotegerina.
Leffetto di questo meccanismo dazione è evidente
nelle biopsie ossee di donne trattate con ranelato di stronzio
(figura 1): aumenta lo spessore dellosso corticale e aumenta
il numero e lo spessore delle trabecole, così losso
resiste meglio al rischio di frattura.
Lefficacia
antifrattura del ranelato di stronzio è dimostrata a
due livelli:
Lefficacia
del ranelato di stronzio nel ridurre il rischio di fratture vertebrali
e non vertebrali anche nel lungo termine (con dati a 5 anni) e
anche in pazienti molto fragili come le anziane (sia a breve che
a lungo termine e su tutti i tipi di fratture) è strettamente
legata alla capacità di questa innovativa molecola nel
riequilibrare il metabolismo dellosso a favore della formazione
di osso nuovo. Grazie a questi dati di efficacia sulle fratture,
oggi il ranelato di stronzio (Osseor) rappresenta, in termini
di evidence based medicine, una terapia di prima scelta
per ridurre il rischio di fratture vertebrali e del femore ed
è rimborsato in prima intenzione in Nota 79.
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