M.D.
numero 5, 21 febbraio 2007
Note
stonate
Ho strappato due tessere sindacali ma non
demordo
Qualche
tempo fa dedicavo, come penso tutti noi medici di medicina generale,
molto tempo alla gestione clinica dei miei pazienti, essendo
la componente burocratica della nostra professione quasi inesistente
rispetto a quella di oggi e alla quale dedichiamo ormai più
dell80% delle nostre risorse fisiche e mentali. Risorse,
ribadisco, sprecate da una parte in compiti burocratici francamente
inutili e dallaltra a compilare altrettanto inutili report,
quadratini, resoconti di partecipazione a ridicoli progetti
sperimentali con lesca di facili e irrisori guadagni.
Mi convinco sempre più che il fine unico è quello
di trasferirci punto dopo punto, gradino dopo gradino, al totale
intruppamento e alla situazione dipendenza intesa
non come pubblica dipendenza con i suoi obblighi e i suoi vantaggi,
ma come dipendenza da linee guida, percorsi diagnostici e terapeutici,
note Aifa, governo clinico, medicina basata sullevidenza,
SISS e assicurazioni private. Una dipendenza insomma dai politici
nazionali e assessori regionali di turno che, alzandosi al mattino,
a colpi di decreto legge o di delibera regionale, ci attribuiscono
altri compiti e mansioni (per esempio, invio telematico delle
ricette al M.E.F. o del certificato di malattia allINPS,
ecc.) senza alcun minimo contrasto o segno di vitale opposizione
da parte dei maggiori sindacati.
Non è un caso che le nostre associazioni di categoria
assomiglino sempre più a società di servizi, una
denominazione che compare anche nei rinnovati statuti sindacali
per poter gestire tutto quanto concordato, definito e concertato
nellACN, per curare al meglio il businnes: fornitura di
programmi informatici, ECM, informazione e formazione scientifica,
gestione delle case della salute e, presto a venire, anche pacchetti
assicurativi e altro ancora.
Se i sindacati durante le trattative avessero fatto o facessero
con la controparte pubblica lopposizione che gli compete
da ruolo invece di:
elemosinare un improbabile ruolo in variegate e variopinte
commissioni di appropriatezza prescrittiva di dubbia validità
giuridica e civile, ora di estrazione ACN ora di estrazione
ordinistica;
far parte di commissioni che prevedono ulteriori controlli
sul Mmg onde dominarlo e assoggettarlo alle pratiche burocratiche
più impensabili, incredibili e umilianti per la professione
medica, attraverso la minaccia di richiami, richieste di rimborsi,
multe e sanzioni che arrivano fino alla risoluzione del rapporto
convenzionale;
prodigarsi nella difesa di quello che restava e resta
(ancora pochissimo) della deontologia e delletica professionale
così come labbiamo imparata sui banchi di scuola;
rendersi organici alle richieste di un sistema che auspica
a un Mmg suo fiduciario e difensore dufficio delle risorse
economiche della nazione italica piuttosto che difensore della
salute del singolo cittadino;
accondiscendere, sebbene nellombra, a nuovi, improbabili
e improponibili ruoli per i medici di famiglia in quello che
sarà il nuovo ACN (di cui si saprà naturalmente
qualcosa solo a babbo morto), tra cui il ruolo più
gettonato sembra essere quello di dirigente-direttore di distretto,
a cui il Mmg potrà approdare solo per meriti di carriera;
consentire linstaurarsi di un clima di repressione
poliziesca sanitaria a uso e consumo della Guardia di Finanza
e della Corte dei Conti, sottovalutando le trasformazioni di
strumenti di controllo, nati per essere gestiti in tutta altra
ottica, ma in realtà sfuggiti al controllo sindacale;
accordarsi per dividersi nuovi ruoli e funzioni in nuove
strutture, come per esempio la Federazione Regionale degli Ordini
(Lombardia) e nuove commissioni giudicanti-sanzionatorie provinciali
nate a garanzia della loro stessa sopravvivenza onde potere
dimostrare alle istituzioni la propria utilità, in un
contesto in cui il ruolo degli Ordini professionali è
messo seriamente in discussione.
Se non avessero fatto ciò allora sì che non avrei
strappato non una, ma bensì due tessere sindacali, quella
della Fimmg, dopo oltre ventanni di iscrizione, e quella
dello Snami dopo due anni di intensissima attività, rinunciando
a ruoli dirigenziali provinciali pur sempre di prestigio.
Sono sempre più convinto che senza lo zampino degli attuali
sindacati maggioritari la nostra professione sarebbe stata migliore
e in assoluto molto più vivibile.
Così come sono consapevole che la rappresentatività
sindacale è stata ed è una conquista importante
e che latto estremo (quello di strappare le tessere) possa
appagare solo la sfera individuale, senza però cambiare
nulla della nostra situazione. E così, sebbene deluso,
ho deciso di avventurarmi di nuovo e di entrare in una nuova
famiglia sindacale. Questa volta senza aspettarmi che sia il
capo famiglia a sostenere il peso delle decisioni e delle azioni,
ma concorrendo alla buona gestione del nucleo familiare. Così
mi sono iscritto a SI.M.I. (Sindacato Medici Insieme), per poter
essere sindacato. Vorrei che moltissimi colleghi
lo facessero, ma questa è unaltra storia che mi
vede al momento profondamente amareggiato se non tradito dallincapacità
di tanti, troppi colleghi di avere quel minimo di coraggio che
consenta loro di strappare quelle tessere che rappresentano
il terreno di coltura dellaltezzosità del potere.
Antonio Puntoriere,
Medico di medicina generale
Dalmine (BG)