M.D.
numero 3, 7 febbraio 2007
Management
Demenza e ruolo del medico di famiglia
di
Rosario Falanga - Medico di medicina generale, Polcenigo (PN)
Il Mmg è la figura centrale nella realizzazione di un
piano di assistenza individuale per il soggetto colpito
da demenza, ma non può prescindere dallinterazione
con i servizi sociosanitari presenti sul territorio
Di
fronte allinvecchiamento della popolazione e agli anziani
sempre più fragili e soli, aumentano anche i soggetti
colpiti da demenza. Fattori quali risorse economiche sempre
più limitate e la politica delle deospedalizzazioni precoci,
hanno contribuito a creare una situazione in cui i pazienti
che necessitano di cure continue a domicilio sono in costante
aumento.
Secondo lOMS lottimizzazione dellassistenza
territoriale richiede unintegrazione reale dei servizi
sanitari deputati alle cure primarie con quelli degli altri
livelli del sistema sanitario e di altri settori assistenziali,
sociali e di volontariato.
La demenza - malattia fortemente invalidante con drammatiche
ripercussioni sulla famiglia e sullintera società
si colloca in tale contesto: è necessario un approccio
multidisciplinare come principale modalità per potere
affrontare la complessità della patologia, in quanto
in essa coesistono problemi di natura somatica, psichica,
sociale, etica, medico-legale e ambientale.
Risulta difficile per un singolo operatore o servizio potere
strutturare risposte e percorsi adeguati se non confrontandosi
e rapportandosi con gli altri attori coinvolti.
Creare una vera e propria rete e percorsi operativi condivisi
tra i vari operatori istituzionali e del terzo settore è
un obiettivo prioritario nella realizzazione di un piano di
assistenza individuale (PAI), necessario a sostenere i caregiver,
la famiglia e a prendersi veramente cura delle persone colpite
da demenza.
Lunità di valutazione distrettuale
Lunità di valutazione distrettuale (UVD) sembra
essere lo strumento necessario per questa integrazione sociosanitaria.
LUVD viene attivata dal medico di medicina generale o
dallinfermiere o dallassistente sociale/domiciliare
o dal medico ospedaliero tramite linvio di una scheda
di segnalazione al Distretto. Si tratta di unéquipe
multidisciplinare composta dal Mmg, dallassistente sociale,
dallinfermiere, dal responsabile del Distretto o suo delegato,
da eventuali altre figure professionali necessarie (fisioterapista,
psicologo, medico ospedaliero) e/o familiari e operatori del
terzo settore. È finalizzata a fornire la valutazione
multidimensionale del paziente, a definire il piano di assistenza
individuale, attivabile nella rete dei servizi sociosanitari
e riabilitativi territoriali e prevede la verifica dellefficacia
degli interventi, con lobiettivo di aumentare laspettativa
di vita attiva, di ridurre la morbilità e la mortalità
e i ricoveri impropri, anche attraverso lattivazione dellassistenza
domiciliare programmata (ADP) e lassistenza domiciliare
integrata (ADI) ai sensi dellallegato H del Dpr n. 270/2000.
Tabella
1 - Diagnosi del paziente colpito da demenza: ruolo
del Mmg |
Attenta anamnesi medica e farmacologica (storia clinica)
Esame obiettivo generale (aspetto, comportamento,
umore, ecc)
Informazioni dal caregiver
Utilizzo del Mini Mental State
Examination Test (MMSE)
Utilizzo del Basic Italian Cognitive Questionnaire
Esami ematochimici (emocromo, creatininemia, glicemia,
TSH, elettroliti, calcio, vit. B12, folati, ecc.)
Elettrocardiogramma
Radiografia del torace
TAC o RMN dellencefalo
Diagsi differenziale con pseudodemenza depressiva
|
Percorso
diagnostico
Il sospetto diagnostico proviene dal familiare-caregiver
e/o dal medico di medicina generale durante una normale visita,
anche se frequentemente liter diagnostico viene ritardato,
sia perché i sintomi vengono attribuiti al normale
processo di invecchiamento sia per la scarsa collaborazione
del paziente, che spesso rifiuta gli accertamenti proposti.
Inoltre
non vi è molta fiducia nei trattamenti specifici e va
segnalata lassenza di linee guida di percorsi e strumenti
specifici per il setting della medicina generale. La diagnosi
precoce è peraltro fondamentale, poiché permette
alla famiglia di organizzarsi per le difficoltà legate
al progredire della malattia, permette di orientare meglio gli
interventi che potrebbero prolungare lautonomia della
persona, consente di riconoscereno le forme di demenza
trattabili e reversibili.
Il percorso diagnostico per la diagnosi di demenza vede coinvolta
in prima battuta la figura del Mmg per lo screening precoce
(tabella 1) e successivamente il neurologo tramite lambulatorio
dedicato alle demenze per la conferma diagnostica e
il piano terapeutico.
Tabella
2 - La presa in carico del paziente colpito da demenza:
compiti del Mmg |
Programma terapeutico: trattamento farmacologico, sostegno
nutrizionale, mobilizzazione e riabilitazione
Scheda degli accessi - cartella clinica domiciliare:
da lasciare in vista a casa
del paziente con la lista dei problemi, gli abituali farmaci
assunti con la relativa posologia e il diario clinico, utile
alla famiglia, al caregiver e al personale sociosanitario,
per verificare la compliance terapeutica e per unadeguata
continuità assistenziale
Adattamento degli ambienti e identificazione di presidi
e ausili necessari
Controllo clinico periodico: monitoraggio della terapia,
vigilanza delle complicanze
Attivazione di procedure amministrative: esenzioni,
proposte per fornitura ausili,
invalidità civile
Sostenere i familiari nella gestione della malattia
per evitare o ritardare listituzionalizzazione |
Presa
in carico del paziente
Un intervento domiciliare al soggetto colpito da demenza
non può limitarsi solo allassistenza medica di
base, ma deve comprendere anche la valutazione dei problemi
riabilitativi e psico-sociali e il loro trattamento (tabella
2).
Ciò richiede una volontà comune di stabilire un
efficace coordinamento tra i diversi operatori sociosanitari,
con lobiettivo principale di mantenere la migliore qualità
di vita possibile del paziente nel suo contesto ambientale.
Lefficacia di questo coordinamento presuppone:
-
competenze
aggiornate e conoscenza delle norme che definiscono i diritti
degli assistiti e i compiti di ogni operatore sociosanitario
con cui è necessario interagire;
-
comunicazione
interattiva istituzionale tra le diverse figure professionali
coinvolte;
-
uso
concordato di una modulistica e di strumenti di valutazione
comune;
-
condivisione
degli obiettivi assistenziali attraverso una valutazione multidisciplinare
della persona colpita da demenza e la costruzione di un adeguato
piano assistenziale individuale.
Poiché
la possibilità di cure, cioè di intervento terapeutico
mirato alla guarigione, è ancora molto limitata, in quanto
i farmaci disponibili hanno una modesta efficacia e non sono risolutivi,
diventa sempre più importante la care, ovvero
il prendersi cura della persona malata per migliorarne la
qualità di vita sotto tutti gli aspetti: da quello cognitivo
a quello comportamentale, dalla sfera psicologica a quella fisica,
dalla cura individuale alla struttura dei servizi sociosanitari.
Le demenze sono diverse tra loro, come diversi tra loro sono
i malati e i loro bisogni, che continuano a modificarsi con
levoluzione della malattia.
Ecco perché bisogna passare da un approccio centrato sulla
malattia a un approccio centrato sulla persona, basato sulla relazione,
sulla comunicazione anche non verbale, sullascolto, per
comprendere i problemi e le risorse, avere tempo per aiutarli
o forse più spesso solo a sopportarli.
Comunicazione con la famiglia
I buoni esiti della maggior parte dei piani di cura domiciliari
sono strettamente correlati con la presenza di una rete familiare
efficace.
Nella fase di progettazione del piano di cura è utile
preordinare un incontro con i familiari coinvolti, dove il Mmg
deve chiarire:
-
quale
impegno garantirà, con quali limiti e quali obbiettivi;
-
quale
familiare diventerà il riferimento diretto del medico;
-
quali
servizi sono disponibili e come è possibile usufruirne;
-
quale
potrebbe essere levoluzione della malattia;
-
a
chi rivolgersi in caso di emergenza.
Comunicazione
tra operatori sociosanitari
La comunicazione tra i vari servizi sociosanitari è uno
dei punti deboli dellassistenza domiciliare: alcune soluzioni
devono essere demandate a modifiche del sistema legislativo nazionale,
altre possono derivare da accordi locali o da modifiche dellorganizzazione
del lavoro.
Purtroppo nel territorio non essendoci un punto unico di accesso
dei servizi sociosanitari, essi lavorano in modo settoriale con
orari e luoghi di lavoro differenti.
Gli strumenti di comunicazione più adatti sono quelli telefonici
e telematici, possibilmente attraverso una rete informatica condivisa,
anche se sono indispensabili contatti diretti tra i vari operatori
e ciò può essere realizzato pianificando i reciproci
orari di accesso domiciliare.
Ladozione di una cartella clinica domiciliare può
agevolare la registrazione e la condivisione delle informazioni,
soprattutto se alla sua compilazione oltre al Mmg e agli operatori,
concorrono anche il personale ausiliario e i familiari.
Conclusioni
La formazione e laggiornamento del medico di medicina generale
sono tanto necessari quanto insufficienti a vincere la sfida della
diagnosi precoce della persona colpita da demenza, senza
il coinvolgimento sistematico del familiare-caregiver.
Lo screening della popolazione target è un obiettivo
di fondo da perseguire per ridurre lalto costo sociale,
economico e assistenziale, attraverso progetti di medicina diniziativa,
nellambito della medicina generale.
Modalità e tempi di esecuzione e follow-up dello screening
dovranno fare parte di un progetto congiunto tra i vari attori.
Più che parlare di integrazione tra i servizi sociosanitari
sarebbe forse meglio dirigersi verso linterazione, sostituendo
la parola territorio con distretto, lunico
ente che può rapportarsi con lospedale.
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