M.D.
numero 38, 13 dicembre 2006
Trial
Coxib vs. FANS: pari sicurezza cardiovascolare
migliore tollerabilità gastrointestinale -
di Sirio Spadano
Il tanto atteso Programma MEDAL, ampio studio di valutazione
della sicurezza cardiovascolare di coxib e antinfiammatori non
steroidei tradizionali, ha evidenziato che linibitore
selettivo della COX-2 etoricoxib e il FANS più prescritto
al mondo, diclofenac, presentano incidenze di eventi cardiovascolari
trombotici del tutto simili, ma il coxib mostra una tollerabilità
gastrointestinale significativamente migliore
I
farmaci
antinfiammatori non steroidei, sia i tradizionali FANS che i
più recenti inibitori selettivi della COX-2 (coxib),
costituiscono la principale risorsa terapeutica per il trattamento
delle malattie reumatiche, sia di natura primitivamente infiammatoria,
che degenerativa, sia di tipo acuto che cronico. Solo in Italia
alcuni milioni di pazienti sono in trattamento cronico con questi
farmaci ed è intuitivo che si ponga massima attenzione
alla loro tollerabilità e sicurezza dimpiego.
Il problema legato alla sicurezza dei farmaci antinfiammatori
non steroidei non è argomento nuovo: basti pensare che
tra il 1982 e il 1998 sono stati ritirati dal mercato cinque
FANS tradizionali (benoxaprofene, zomepirac, ossifenbutazone,
suprofene, bromfenac) e tra il 2004 e il 2005 stessa sorte è
toccata a due coxib, rofecoxib e valdecoxib.
Nel caso di rofecoxib, che aveva raggiunto volumi di prescrizioni
importanti grazie alla buona efficacia sul dolore e alla ottoma
tollerabilità gastrointestinale, il motivo del ritiro
è stato determinato dal riscontro di un aumentato rischio
di eventi cardiovascolari e di infarto miocardico (rischio che
è risultato legato alla dose e alla durata del trattamento
ed appariva maggiore tra i pazienti anziani e già portatori
di patologia cardiovascolare o ad alto rischio di svilupparla).
Contemporaneamente si è osservato che anche gli altri
coxib presentavano un aumento relativo del rischio cardiovascolare,
pur se in misura sensibilmente inferiore rispetto al rofecoxib.
La comunità scientifica si è tuttavia posta il
problema di valutare i possibili rischi cardiovascolari associati
anche ai FANS tradizionali. Tale aspetto finora non era stato
indagato né era emerso chiaramente dagli studi clinici,
in quanto questo tipo di effetto collaterale si manifesta in
genere con limpiego prolungato e i vecchi trial di valutazione
dei FANS erano del tutto inadeguati per far emergere un effetto
collaterale poco frequente (anche se grave), in quanto condotti
su piccole casistiche e per brevi periodi di tempo.
Dalla rianalisi degli studi condotti in passato sia con i FANS
non selettivi che con i coxib è emerso che il rischio
cardiovascolare risulta effettivamente aumentato anche con i
FANS tradizionali, risultando sovrapponibile tra le due categorie
di farmaci assunti in dosi e per durate equivalenti.
Allo scopo di confermare queste osservazioni, è stato
condotto un ampio programma clinico, denominato MEDAL (Multinational
Etoricoxib and Diclofenac Arthritis Long-term), per valutare
il profilo di sicurezza cardiovascolare del FANS tradizionale
più prescritto in tutto il mondo (diclofenac) in relazione
a un inibitore selettivo della COX-2 di seconda generazione
con un favorevole profilo di efficacia e tollerabilità
(etoricoxib) in una vasta popolazione di pazienti con artropatia
trattati per lungo periodo.
Disegno del Programma MEDAL
Il Programma MEDAL è stato disegnato prospetticamente
e ha combinato i dati sulla sicurezza cardiovascolare provenienti
da tre studi randomizzati, in doppio cieco lo studio
MEDAL e gli studi EDGE e EDGE ll che hanno incluso complessivamente
oltre 34mila pazienti con artropatia trattati in 1.380 centri
di 46 Paesi nel periodo compreso tra giugno 2002 e maggio 2006.
Si tratta dellunico studio finora condotto sulle artropatie
in cui la sicurezza cardiovascolare ha costituito un endpoint
primario e rappresenta la più ampia mole di dati sugli
effetti cardiovascolari di un coxib versus un FANS tradizionale.
Dei tre studi considerati, lo studio MEDAL ha rappresentato
la componente più ampio del programma, avendo incluso
23.498 pazienti con osteoartrosi (OA) e con artrite reumatoide
(AR).
Lo studio EDGE (Etoricoxib vs. Diclofenac Gastrointestinal tolerability
and Effectiveness) ha velutato 7.111 pazienti con OA fino a
circa un anno e mezzo, mentre lo studio EDGE II ha incluso
4.086 pazienti con AR trattati fino a circa 2 anni e mezzo.
In entrambi questi studi è stata primariamente valutata
la tollerabilità gastrointestinale di etoricoxib e diclofenac
e la sicurezza cardiovascolare è stata disegnata come
endpoint secondario predefinito.
Caratteristiche dei pazienti
I pazienti arruolati nel Programma MEDAL avevano nel 71.8% dei
casi una diagnosi clinica di osteoartrosi (ginocchio, anca,
mano, colonna vertebrale) e nel 28.2% di artrite reumatoide;
per la gravità dei loro sintomi non erano candidati ad
una terapia di prima linea con paracetamolo. Le caratteristiche
dei pazienti riflettono molto da vicino quelli incontrati nella
pratica clinica quotidiana: oltre il 40% aveva più di
65 anni, il 74.2% era di sesso femminile, con un serio profilo
di rischio cardiovascolare: 47% ipertesi, 30% dislipidemici,
10% diabetici, 12% fumatori, 11.6% portatori di malattia aterosclerotica
conclamata (il 38% avevano 2 o più fattori di rischio).
Il 35% dei pazienti era in trattamento con aspirina a basse
dosi e il 50% assumeva un farmaco gastroprotettore. La durata
media della terapia con i farmaci in studio è stata di
18 mesi; etoricoxib è stato impiegato alla dose di 60
o 90 mg/die, mentre diclofenac alla dose totale giornaliera
di 150 mg suddiviso in due o tre somministrazioni.
Sicurezza
cardiovascolare
I risultati del Programma MEDAL indicano che i due farmaci studiati
etoricoxib e diclofenac presentano un analogo
profilo in termini di sicurezza cardiovascolare. Lincidenza
degli eventi trombotici accertati nellanalisi per
protocollo è risultata simile: 1.24% per anno nel
gruppo etoricoxib (320 eventi in 17.412 pazienti trattati) e
1.30% per anno nel gruppo diclofenac (323 eventi in 17.289 pazienti
trattati), con un rischio relativo pari a 0.95 (figura 1).
Nellanalisi intention-to-treat (al termine
degli studi) il rischio relativo di eventi cardiovascolari trombotici
accertati fra etoricoxib e diclofenac è risultato in
linea con lanalisi primaria per protocollo
e pari a 1.05 (1.25% eventi/anno con etoricoxib vs. 1.19% eventi/anno
con diclofenac).
Anche lanalisi relativa ai singoli eventi trombotici (cardiaci,
cerebrovascolari, periferici) che componevano lendpoint
primario non ha evidenziato differenze tra i due gruppi di trattamento
(tabella 1).
Il tasso di mortalità per tutte le cause rilevato nel
gruppo etoricoxib è stato pari allo 0.48% per anno di
trattamento e nel gruppo diclofenac pari allo 0.50% per anno
di trattamento.
Inoltre,
non si sono osservate differenze in nessuno dei sottogruppi
analizzati, inclusi i pazienti con gradi differenti di rischio
cardiovascolare trattati con dosaggi differenti di etoricoxib
(60 mg o 90 mg) o a seconda della malattia (osteoartrosi o
artrite reumatoide).
Sicurezza gastrointestinale
Il Programma MEDAL ha anche fornito ulteriori dati sulla sicurezza
gastrointestinale dei due farmaci in studio. Questo endpoint
costituiva lobiettivo primario degli studi EDGE e EDGE
II e lobiettivo secondario dello studio MEDAL, tuttavia
i dati emersi hanno confermato che etoricoxib si associa a minori
eventi avversi gastrici rispetto al FANS tradizionale diclofenac.
Lincidenza degli eventi clinici accertati a carico del
tratto gastroenterico superiore, tra cui ulcere, sanguinamenti,
perforazioni ed ostruzioni, è stata significativamente
minore con etoricoxib (0,67% per anno di trattamento) rispetto
al diclofenac (0.97% per anno di trattamento). Il rischio relativo
di eventi clinici accertati a carico del tratto GI superiore
fra etoricoxib e diclofenac è stato di 0.69, pari a una
riduzione del 31% di eventi avversi tra i trattati con il coxib.
È da osservare che questo risultato è stato ottenuto
con la metà dei pazienti nel Programma MEDAL trattato
con farmaci gastroprotettori (prevalentemente inibitori della
pompa protonica) e con il 35% trattato con aspirina a basso
dosaggio.
Altri risultati sulla sicurezza
Nello studio MEDAL lincidenza di interruzione della terapia
dovuta ad eventi avversi correlati ad ipertensione è
stata maggiore tra i pazienti trattati con etoricoxib, sia tra
quelli con osteoartrosi trattati con 60 mg/die (2.16%) o 90
mg/die (2.53%), sia tra quelli con artrite reumatoide trattati
con 90 mg/die (2.43%). In questi tre gruppi di pazienti, le
interruzioni per ipertensione dovute al diclofenac sono state
rispettivamente pari a 1.63%, 1.11% e 1.61%.
Lincidenza di scompenso cardiaco è risultata bassa
con entrambi i trattamenti, compresa tra 0.28% e 0.69% tra i
trattati con etoricoxib e tra 0.21% e 0.32% tra i trattati con
diclofenac.
Lincidenza di interruzioni della terapia dovute ad eventi
avversi correlati ad edema è stata significativamente
maggiore solo con etoricoxib 90 mg rispetto al diclofenac (1.89%
vs. 0.79% nel gruppo di pazienti con OA; 0.99% vs. 0.56% nel
gruppo di pazienti con AR), ma non con il dosaggio di 60 mg
(0.83% vs. 0.73%).
I risultati su ipertensione, edema e scompenso cardiaco negli
studi EDGE ed EDGE II sono in linea con quelli dello studio
MEDAL.
Considerazioni conclusive
Dal Programma MEDAL si ottengono importanti indicazioni che
permetteranno di impiegare al meglio le risorse terapeutiche
disponibili per il trattamento dei pazienti con artropatie.
Questo ampio studio ha fornito una dimensione precisa del rischio
cardiovascolare associato ai trattamenti con antinfiammatori
non steroidei, evidenziando che in una popolazione di pazienti
artropatici con elevata presenza di fattori di rischio cardiovascolare
(quindi una popolazione del tutto simile a quella osservata
nella realtà clinica quotidiana della medicina generale),
il rischio di eventi cardiovascolari su base trombotica è
sostanzialmente limitato e pari a circa 1.25% allanno,
ovvero non molto lontano da quanto atteso in soggetti di pari
età non sottoposti a trattamento con antinfiammatori.
Riguardo alla sicurezza cardiovascolare, etoricoxib e diclofenac
presentano un profilo simile in rapporto alla possibile comparsa
di eventi trombotici, ma la bilancia pende a favore di etoricoxib
quando si considera la tollerabilità gastrointestinale,
significativamente migliore rispetto a quella di diclofenac.
Nello studio il bilancio complessivo dei due farmaci per effetti
collaterali rilevanti (cardiovascolari, ritenzione di liquidi/edema,
gastrici ed epatici) è favorevole a etoricoxib, con il
12% di eventi registrati rispetto al 15% di eventi nel gruppo
diclofenac e questo vantaggio è ancor più evidente
tra soggetti a rischio di patologie gastrointestinali, nei quali
essi dovrebbero essere decisamente preferiti ai FANS specie
in previsione di terapie di lunga durata.
A questo punto appare importante sottolineare alcune raccomandazioni
in merito allutilizzo dei farmaci antinfiammatori non
steroidei.
1) FANS e coxib vanno prescritti alla più bassa dose
efficace per il più breve tempo possibile per il controllo
dei sintomi.
2) Il farmaco da impiegare va scelto in base al profilo complessivo
di sicurezza della singola molecola, come specificato nelle
informazioni del prodotto, e secondo i fattori di rischio individuali
del paziente.
3) Non bisogna passare da un farmaco a un altro senza una attenta
considerazione del profilo complessivo di sicurezza del prodotto
e dei fattori di rischio individuali del paziente, come anche
delle preferenze del paziente stesso.
Fermo restando queste raccomandazioni, risulta oggi chiaro che
la somministrazione di un coxib comporta lo stesso rischio cardiovascolare
e una riduzione di quello gastrointestinale e quindi può
essere preferibile scegliere il coxib nel paziente anziano che
è più a rischio di eventi avversi gastrointestinali.
Bibliografia
-
Cannon
CP, Curtis SP, FitzGerald GA et al. Cardiovascular outcomes
with etoricoxib and diclofenac in patients with osteoarthritis
and rheumatoid arthritis in the Multinational Etoricoxib and
Diclofenac Arthritis Long-term (MEDAL) programme: a randomised
comparison. Lancet 2006; 368: 1771-81.
-
Cannon
CP, Curtis SP, Bolognese JA, Laine L. Clinical trial design
and patient demographics of the Multinational Etoricoxib and
Diclofenac Arthritis Long-term (MEDAL) study program: cardiovascular
outcomes with etoricoxib vs. diclofenac in patients with osteoarthritis
and rheumatoid arthritis. Am Heart J 2006; 152: 237-45.
-
Garcia
Rodriquez LA, Gonzalez-Perez A. Long-term use of non-steroidal
anti-infl ammatory drugs and the risk of myocardial infarction
in the general population. BMC Med 2005; 3: 17.
-
Kearney
PM, Baigent C, Godwin J et al. Do selective cyclo-oxygenase-2
inhibitors and traditional non-steroidalanti-inflammatory
drugs increase the risk of atherothrombosis? Meta-analysis
of randomised trials. BMJ 2006; 332: 130208.
-
McGettigan
P, Henry D. Cardiovascular risk and inhibition of cyclooxygenase:
a systematic review of the observational studies of selective
and nonselective inhibitors of cyclooxygenase 2. JAMA 2006;
296: 1633-44.
|
|
|