Editoriale
Le nuove geometrie della medicina generale
La
medicina generale italiana sviluppa nuove geometrie: meno variabili
che in passato, ci si concentra su masse critiche che vedono
sindacati e società scientifiche, e sindacati tra loro,
che quasi mai hanno realizzato convergenze in passato, sperimentare
percorsi di costruzione di proposte. Sullo sfondo cè
il rinnovo
della Convenzione, che per quanto ponte e leggera
la si voglia, è sempre lì a dover assicurare quantomeno
la copertura economica dellaumento del costo della vita,
visto che sugli investimenti ogni Regione, quando ha scelto,
ha stabilito di voler decidere per sé.
La nascita del Sindacato dei Medici Italiani e i cambi eccellenti
in eccellenti vertici hanno, evidentemente, rimescolato le carte
e portato le rappresentanze dei medici italiani a voler fare
i conti con la realtà ridotta allosso, visto che
le asce di guerra pluriennali potevano ormai essere sepolte
con un certo sollievo. E la realtà è che il mondo
della professione è alla vigilia di un nuovo cambiamento
abbastanza radicale. Innanzitutto la legge Mastella, che dovrebbe
riformare la fisionomia delle professioni, sottraendo qualche
elemento di tutela per introdurre qualche elemento di mercato,
secondo i dettami dellUnione Europea. Poi la legge Finanziaria,
che ha introdotto, attraverso il Patto per la Salute tra Governo
e Regioni, elementi di innovazione, almeno sulla carta, anche
nella stessa configurazione delle cure primarie sul territorio.
Il monito degli studiosi, che come in tutti i momenti di difficoltà
non fanno mancare le loro analisi, arriva chiaro: non può
esistere alcuna riforma di struttura senza una chiarificazione
definitiva di obiettivi
e risorse in campo, soprattutto con le cure primarie dove è
più diretto il contatto con i cittadini. Sì, perché
lelemento che sembra essere più sottovalutato dal
decisore politico è proprio la variabile-paziente:
il medico, per esempio, non può confrontarsi con una
considerazione astratta di misure quali i tetti di spesa, senza
valutare - e questa volta con una precisa approssimazione -
il loro eventuale impatto sul rapporto di fiducia tra il medico
e il paziente.
Ogni misura di salute pubblica si traduce per il Mmg in un volto
e in una reazione molto concreta. Da ultimo, in presenza di
qualsiasi innovazione si voglia rinvenire, il Mmg questanno
si trova di fronte a vincoli di bilancio decisamente impegnativi.
Le forme associative da sole non sono una risposta, non solo
perché non sono sempre adatte a tutte le necessità
attuali, ma anche perché, a distanza di ventanni
dalla prima convenzione che le ha previste, soltanto una minoranza
dei medici italiani svolge la propria attività in forma
associata.
Se Casa della Salute deve essere, forse dovrebbe essere in primis
il Ssn ad accettare la sfida di essere una vera casa di tutti
i medici per la salute dei loro pazienti. Una casa moderna,
funzionale, economica, ma non per questo spoglia o più
impersonale.