M.D.
numero 36, 29 novembre 2006
Focus
on
Terremoto sulle ricette?
di
Monica Di Sisto
Ricette
spedite on line, in tempo reale, nei database del ministero
dellEconomia e prescrizioni non più del nome
commerciale del farmaco, ma del principio attivo. Due possibili
novità, contemplate una dalla legge Finanziaria attualmente
in discussione e laltra dal Garante per la concorrenza,
che potrebbero rivoluzionare il pianeta ricetta. |
Che
cosa ne pensereste se le vostre prescrizioni, in formato digitale,
venissero spedite dritte dritte, appena firmate, nel cervellone
contabile del ministero dellEconomia? E se, inoltre, dovessero
cambiare anche radicalmente fisionomia per tradurre una nuova
filosofia prescrittiva, secondo la quale le ricette dovrebbero
presto contenere non più il nome commerciale del farmaco,
ma il suo principio attivo.
Un nuovo terremoto nel pianeta delle ricette si potrebbe scatenare
grazie alla legge Finanziaria attualmente in discussione e al
Garante per la concorrenza. Un emendamento del Governo al testo
della manovra presentato alla Camera prevede, infatti, che oltre
ad Asl e farmacie, nella rete digitale di monitoraggio delle prescrizioni
entrino da subito anche i medici convenzionati del Ssn, che verranno
messi in condizione dalle Regioni di residenza di compilare direttamente
le ricette online, collegandosi sulla rete telematica e rendendo
così immediatamente disponibili al ministero dellEconomia
le ricette per il monitoraggio e allInps i certificati di
malattiano.
Un emendamento, si dice, voluto dallo stesso ministro dellEconomia
Tommaso Padoa Schioppa dopo aver ricevuto il monito della Commissione
Europea che, nelle sue previsioni macroeconomiche di autunno sui
Paesi dellEurozona, pur salutando positivamente questa legge
Finanziaria (perché consentirà di riportare il deficit
al 2.9% del Pil nel 2007), ha aggiunto in un recente rapporto
che esiste il rischio di sforamenti di spesa in particolare
nel settore della sanità e in quello delle amministrazioni
locali che potrebbero far aumentare il deficitno.
Ed allora ecco che, per assicurare i nuovi investimenti del settore,
ben 6 miliardi in più dati al Fondo Sanitario Nazionale
per il 2007, il ministro ha pensato di mettere in chiaro la filiera
prescrittiva fin dalla fonte. Sì perché anche le
ultime proiezioni confermano che lallarme ricetta è
il più insidioso: dal 1996 al 2005, laumento del
numero delle ricette è stato del 59.3%. Nel 2006 sembra
che si andrà oltre perché la popolazione anziana
è cresciuta di oltre due punti in percentuale e gli anziani
oltre i 65 anni sono quelli che "consumano" più
del 24% delle risorse sanitarie.
Il colpo grosso del Garante
Una lettera indirizzata a Governo e Parlamento, nella quale si
chiede di introdurre nella normativa sul farmaco lobbligo
per il medico di prescrivere il principio attivo o di indicare
nella ricetta la facoltà, per i pazienti, di acquistare
un farmaco generico a più basso costo, sostituibile a quello
prescritto. È stata redatta dallAutorità Antitrust
e invita a ridurre così gli effetti del conflitto di interessi
in medicina legato al finanziamento, da parte delle imprese farmaceutiche,
delle spese di viaggio e di ospitalità in occasione di
corsi, convegni, congressi e visite ai laboratori e ai centri
di ricerca aziendali. In questo stesso modo verrebbe favorita
la concorrenza fra farmaci, incentivando lutilizzo dei farmaci
generici o, in ogni caso, di quelli a più basso costo,
facilitando la riduzione della spesa farmaceutica a carico delle
famiglie e del Ssn. Secondo
Liperprescrizione
si combatte
studiando |
Liniziativa
era nel programma dellAgenzia Italiana del Farmaco fin
dalla sua genesi.
LAifa mette a disposizione dei medici di medicina generale
la nuova edizione di Clinical Evidence, il testo internazionale
di riferimento della medicina basata sulle prove di efficacia
(lEvidence Based Medicine). Secondo lAifa, infatti,
lEBM dovrebbe funzionare come specifico deterrente dallinappropriatezza
e dalliperprescrizione. La pubblicazione è nata
in Gran Bretagna nel 1995 per iniziativa di alcuni medici
britannici, che hanno voluto sviluppare un manuale su indicazioni,
efficacia e rischi degli interventi sanitari più diversi,
ordinando le informazioni provenienti dalla ricerca clinica.
Malattia per malattia, attraverso una rigorosa valutazione
della qualità metodologica degli studi, vengono presentate
e discusse le prove emerse nella letteratura scientifica.
La versione online (http://aifa.clinev.it/) riporta la traduzione
e ladattamento italiano delledizione originale
inglese. Per assumere un paragone tangibile - conclude
lAifa - si tratta delle informazioni contenute in quasi
3.000 pagine di testo originale. |
lAutorità
dovrebbe in ogni caso essere fatta salva la possibilità,
per il medico, di specificare per motivi clinici la non sostituibilità
del farmaco. LAntitrust è entrata anche nel merito
dellaffaire convegni, che aveva portato Farmindustria
a decretare nelle scorse settimane lo stop alle sponsorizzazioni.
Il Garante Antonio Catricalà, il cui pensiero sullargomento
era noto già dei tempi del suo insediamento, ha sottolineato
che lospitalità dei medici a carico del settore farmaceutico
continua a rappresentare un aspetto rilevante, anche se
non esaustivo, del conflitto di interessi in medicina. Si tratta
di un fenomeno da mettere sotto osservazione e disciplinare, anche
per evitare distorsioni della libera concorrenza. Più
in generale il conflitto di interessi in medicina, secondo lAntitrust,
è collegato a una più vasta tela di relazioni
tra ricerca scientifica, farmacologia, prevenzione e cura, industria
farmaceutica. La soluzione del problema va cercata prima di tutto
sul terreno etico e nellaumento delle risorse pubbliche
da destinare alla ricerca scientifica. Sul piano concorrenziale,
il conflitto di interessi può comportare possibili distorsioni
a favore delle industrie che spendono di più in finanziamenti
di iniziative convegnistiche. Misure volte a favorire la concorrenza
tra imprese e il confronto tra farmaci equivalenti sono dunque
senzaltro preferibili a interventi che inducano le
imprese a riduzioni concertate del finanziamento delle spese di
viaggio e di ospitalità per i medici. Ciò
almeno fino a quando lintervento sulle risorse pubbliche
nel settore interessato non sarà adeguato alle necessità.
La
prima volta del Garante |
Era
il 23 maggio 2005 quando il Garante Antitrust Antonio Catricalà,
praticamente allindomani del suo insediamento, salutò
uno dei decreti che hanno ritoccato nei mesi il prezzo dei
farmaci dichiarando che, per i farmaci ove il brevetto è
scaduto bisognava obbligare i medici a prescrivere solo il
principio attivo. Il commento più virulento glielo
riservò lallora presidente dellOrdine dei
medici Giuseppe Del Barone, che rifiutava la proposta con
largomento che i medici non avrebbero mai lasciato il
farmaco in mano ai farmacisti o ai loro garzoni.
Lallora segretario nazionale della Fimmg Mario Falconi,
replicò che i Mmg sarebbero stati ben felici
di poter prescrivere solo il principio attivo, perché
cosí qualcuno potrebbe finalmente cominciare a giudicarli
dalla qualità del lavoro e dai risultati che ottengono
invece che dalla mera quantità dei farmaci che prescrivono.
Il presidente di Farmindustria Federico Nazzari, allora in
carica, riteneva invece che il marchio rappresentasse una
molla allo sviluppo della ricerca e che quindi andava
salvaguardato non solo perché è un diritto
di proprietà industriale in sé, ma perché
va lasciata al medico la facoltà di prescriverlo, se
ritiene che rappresenti una maggiore garanzia di qualità
per il paziente". |
E
se lo scontrino
parlasse?
Un altro ostacolo al fiume in piena delle richieste di rimborso
per i farmaci verrebbe per le casse dello Stato da unaltro
emendamento della Finanziaria. La manovra prevede infatti che
la detrazione sui medicinali per i contribuenti italiani sia subordinata
al possesso del cosiddetto scontrino parlante, in
cui dovranno essere specificati non solo natura, qualità
e quantità del bene - e quindi anche il nome del farmaco
senza ricetta - ma addirittura il codice fiscale del destinatario.
Se lesame della manovra non dovesse portare ulteriori modifiche
al testo, la misura sarà in vigore dal primo gennaio 2007.
I farmacisti sono i primi a dirsi perplessi, perché emettere
lo scontrino parlante, significherebbe cambiare
i registratori di cassa in tutte le farmacie pubbliche e private.
Ma, soprattutto, comporterebbe notevoli problemi di privacy: al
farmacista e, cosa ancora più grave, al supermercato
- rimarrebbe infatti per due anni la matrice dello scontrino con
i dati e la lista dei consumi di ciascun utente ha sottolineato
il segretario nazionale di Federfarma Franco Caprino. Federfarma
annuncia battaglia e liter della Finanziaria si prevede
irto di difficoltà.
Verso la Riforma-quater?
Novanta milioni di euro: sono i tagli che la legge Finanziaria
impone al ministero della Salute se verrà approvato lart.
53 che prevede un risparmio del 12% circa a tutti i budget dei
dicasteri da mettere a disposizione del ministro dellEconomia
per riallocazioni diverse. Ma sono soldi che il ministero della
Salute deve tentare di recuperare in qualche modo se vuole avere
a disposizione risorse a sufficienza per mettere mano allammodernamento
del Ssn, dintesa con le Regioni e dopo la consultazione
con le professioni. La notizia lha data il sottosegretario
alla Salute, Serafino Zucchelli, in un recente intervento pubblico
a Roma, nel quale ha annunciato lintenzione di rivedere
e riequilibrare i meccanismi di funzionamento del Ssn, partendo
dalle solide basi della legge 229 (riforma Bindi) e della 517.
Lo strumento legislativo di una probabile riforma quarter ancora
non è stato definito, potrebbe essere un accordo
Stato-Regioni o una legge delega, ipotizza Zucchelli senza
entrare nei dettagli, che saranno definiti dintesa con le
Regioni. Lobiettivo di questo 'restyling', secondo le anticipazioni
del sottosegretario, è fornire ai cittadini prestazioni
adeguate, della più elevata qualità possibile a
fronte dei fondi disponibili.
Il nuovo modello di Governo
Motore centrale del nuovo governo del sistema potrebbe essere
lAgenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, cogestita
da ministero e Regioni.
Le verrebbero affidate la prevenzione e la gestione del rischio
clinico, lindirizzo e la valutazione della formazione permanente
degli operatori, la promozione e la verifica della qualità
dei servizi ai cittadini, la definizione di report annuali a ministero
e Regioni sullattività delle strutture e i risultati
raggiunti, il controllo dell'indipendenza della ricerca clinica.
Il
tutto dovrebbe essere codificato a dicembre con una legge delega
vera e propria, che il ministero elaborerà grazie al contributo
delle professioni e che sarà sottoposta ad assessori e
governatori, quindi nuovamente a tutte le categorie del Ssn e
alle parti sociali.
Riforma a parte, resta sempre il problema del finanziamento. Il
Governo ha stanziato nel 2007 per la sanità 97 miliardi
di euro e di questi 1 miliardo è stato destinato al risanamento
delle Regioni non in linea con i livelli di spesa concordati.
Dei 96 rimanenti, però la Conferenza delle Regioni, dopo
ripetute fumate nere, ha ripartito solo 94 miliardi
di euro, destinando i due miliardi risparmiati a un fondo
di riqualificazione territoriale per le Regioni in condizioni
più disagiate, in gran parte del Meridione.
La media di aumento rispetto al fabbisogno dello scorso anno è
del 3.73%, considerando anche i 2 miliardi in più stanziati
per i disavanzi nel 2006 e del 6.4% riferita al solo fabbisogno.
Le variazioni percentuali rispetto al 2006 descrivono una curva
di variazione che va da un minimo di crescita del 3.2% a un massimo
del 4.2 %. Il riparto del Fondo sanitario tra le Regioni segue
i punti fermi fissati già nella legge 662/1996: popolazione
residente, frequenza dei consumi sanitari per età e per
sesso, tassi di mortalità della popolazione, indicatori
relativi a particolari situazioni territoriali ritenuti utili
per definire i bisogni sanitari delle Regioni, indicatori epidemiologici
territoriali. A variare sono i pesi in base alle condizioni demografiche
o a altri parametri di bilanciamento. (Figura 1)
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