M.D.
numero 36, 29 novembre 2006
Clinica
Gestione ambulatoriale della dispepsia non
indagata
di Giovanni Di Dio - Medico di medicina generale,
Taranto, Responsabile Nazionale Dipartimento di Gastroenterologia
AIMEF
Differenziare la dispepsia di origine funzionale da quella sostenuta
da malattie organiche non è un compito semplice, sia
per la varietà dei sintomi clinici che spesso si sovrappongono
sia per lindeterminatezza dei meccanismi fisiopatologici.
Le possibili strategie di gestione sono diverse e vanno impiegate
in relazione
alle caratteristiche dei pazienti e del quadro sintomatologico
La
dispepsia si esprime con diversi quadri clinici ed è
sostenuta da differenti meccanismi fisiopatologici, che spesso
si sovrappongono creando un variegato corteo sintomatologico
di difficile gestione diagnostica e terapeutica.
La prevalenza della dispepsia varia dal 13% al 45% a seconda
delle nazioni, delle fasce di età e dello stato socioeconomico.
In Europa lincidenza stimata è pari a 20.9/1000
pazienti/anno. La dispepsia è causa del 3-5% di tutti
i consulti in medicina generale e di circa il 40% delle visite
specialistiche gastroenterologiche.
Nel complesso è un problema economico-sanitario e sociale
rilevante, in quanto è allorigine di numerose consulenze
specialistiche, indagini diagnostiche, prescrizioni farmacologiche,
ricoveri, assenze dal lavoro e, non ultimo, di notevole disagiono
psico-fisico per il pazienteno.
La principale difficoltà nasce dal fatto che la dispepsia
non è ben codificata e comprende un gruppo di sintomi,
che i pazienti riferiscono come dolore, bruciore allo stomaco,
gonfiore, senso di ripienezza, eruttazione, nausea, vomito,
spesso mal definibili. Il medico interpreta questi sintomi
inserendoli in quadri clinici di natura organica o funzionale
usando generalmente il termine dispepsia.
Da ciò nasce la necessità di una definizione unica
che individui un gruppo omogeneo di pazienti che rispondano
in maniera simile a un intervento diagnostico e terapeutico.
Un tentativo in questo senso è stato fatto nella Consensus
del Working Team Roma I e II che definisce la dispepsia come
dolore o discomfort cronico ricorrente riferito alla parte
centrale delladdome superiore (epigastrio) della durata
di almeno 12 settimane, anche non di seguito, negli ultimi 12
mesi. I sintomi dispeptici non sono alleviati dalla defecazione
e non sono accompagnati a modifica della frequenza dellalvo
o della forma delle feci (per distinguere la dispepsia dalla
sindrome dellintestino irritabile).
La definizione di Roma considera la pirosi e/o il rigurgito
acido o entrambi come equivalenti di malattia da reflusso gastroesofageo
e non sintomi caratteristici della dispepsia.
Identificazione dei pazienti
Il termine dispepsia non indagata individua i
soggetti che si presentano per la prima volta dal medico di
famiglia con sintomi caratteristici di dispepsia senza essere
stati sottoposti a test diagnostici. Questi, dopo un percorso
diagnostico con esito negativo (circa il 60%), rientrano nella
dispepsia funzionale o non ulcerosa, mentre il rimanente
40% con esito positivo per patologia organica viene individuato
nel gruppo dei pazienti affetti da dispepsia organica.
La
dispepsia funzionale o non ulcerosa, in base al sintomo predominante,
viene a sua volta classificata in tre sottogruppi, così
da facilitare ulteriormente lintervento diagnostico e
terapeutico:
-
dispepsia
simil-ulcerosa: sintomo dominante è il dolore ad andamento
cronico ricorrente in sede epigastrica della durata di 12
settimane negli ultimi 12 mesi;
-
dispepsia
simil-motoria: sintomo dominante è il discomfort,
definito come una sensazione di fastidio e/o malessere
che il paziente non percepisce come dolore e che comprende
pesantezza, ripienezza postprandiale, sazietà precoce,
digestione prolungata, sensazione di tensione gastrica,
nausea, conati e vomito;
-
dispepsia
non determinata o non specificata: è presente un mix
della sintomatologia esposta.
Negli
ultimi due decenni sono stati condotti diversi studi epidemiologici
per stabilire lincidenza dei vari tipi di dispepsia e fra
questi i più significativi sono riportati in tabella 1.
Va tenuto costantemente presente che numerose malattie digestive
ed extradigestive (diabete, iper e ipotiroidismo, iperparatiroidismo,
squilibri elettrolitici) e labuso di farmaci e alcol possono
presentare una sintomatologia dispeptica.
Problematiche del management
I problemi fondamentali che il medico di famiglia si trova ad
affrontare davanti a un paziente con sindrome dispeptica non indagata
sono principalmente due: identificare rapidamente le malattie
organiche causa di dispepsia e gestire il più correttamente
possibile i pazienti i cui sintomi dispeptici non riconoscono
cause organiche. Gli ostacoli principali sono rappresentati da
un lato dalla limitatezza delle risorse disponibili (che rende
inattuabile limpiego indiscriminato delle metodiche diagnostiche
strumentali), dallaltro dalla indeterminatezza dei meccanismi
fisiopatologici alla base della maggior parte delle forme di dispepsia
funzionale, che costringe a un trattamento prevalentemente sintomatico
e non sempre soddisfacente. Infatti a distanza di cinque anni
dalla diagnosi circa il 70% dei pazienti mostra una persistenza
dei sintomi.
z Eziologia su base organica
Il medico di famiglia orientato ad individuare le patologie organiche
causa di dispepsia deve osservare un accurato protocollo diagnostico
clinico e strumentale, valutando la presenza o meno dei sintomi
di allarme (red flags).
La presenza di malattia organica è più probabile
se:
-
paziente
con età >45 anni (o >55 anni secondo le linee
guida 2005 American Gastroenterological Association e American
College of Gastroenterology) con uno o più sintomi
di allarme (anemia, calo ponderale non spiegato, vomito
ricorrente, disfagia, masse addominali, sanguinamento gastrointestinale,
ittero, disfagia);
-
consumo
regolare di ASA e/o FANS;
-
storia
familiare positiva per cancro gastrico;
-
storia
personale positiva per ulcera peptica;
-
mancata
risposta della sintomatologia ad un adeguato ciclo terapeutico
con antisecretivi e/o procinetici, o rapida recidiva dei sintomi
alla sospensione della terapia.
In
presenza di uno o più di questi fattori di rischio viene
raccomandato di procedere ad approfondimento diagnostico strumentale
ed endoscopico.
Strategia diagnostica
Le strategie di gestione ambulatoriale della dispepsia non indagata
sono:
1. strategia empirica;
2. strategia test and treat;
3. strategia endoscopica.
1. Strategia empirica
La strategia empirica è sostenuta sia dallAmerican
College of Physicians sia dallAmerican Society for Gastrointestinal
Endoscopy e comporta, oltre alla modifica dello stile di vita,
un ciclo di terapia sintomatica (procinetici e inibitori di pompa
protonica - PPI) non superiore alle due settimane. Nei pazienti
che rispondono al trattamento non sono necessari ulteriori accertamenti.
La terapia empirica comporta però una risoluzione dei sintomi
solo nel 10% dei pazienti. Non è corretto effettuare
una terapia a lungo termine con PPI unicamente per la dispepsia,
in assenza di una diagnosi precisa, poiché i PPI sono farmaci
potenti e costosi e possono mascherare i sintomi di patologie
organiche.
Nei pazienti che non rispondono o che recidivano dopo breve tempo
dalla sospensione della terapia, si pone lindicazione per
lesecuzione di test diagnostici.
2. Strategia test and treat
Il test Helicobacter pylori and treat è la strategia
raccomandata in tutti i pazienti con dispepsia di età <45
anni senza sintomi di allarme e familiarità per cancro
gastrico nelle popolazioni ad alta prevalenza di infezione da
Hp, poiché permetterebbe di prevenire il successivo sviluppo
di ulcera peptica e cancro gastrico.
Tale strategia è lapproccio con maggiore efficacia
al minore costo e prevede la diagnosi dellinfezione e il
successivo trattamento eradicante.
La dispepsia Hp positiva è a tuttoggi un capitolo
nebuloso poiché, se da un lato gli studi dimostrano una
elevata prevalenza dellinfezione da Hp in pazienti con
dispepsia rispetto ai controlli, piuttosto controversi sono gli
effetti delleradicazione sulla sintomatologia dispeptica.
La strategia è suggerita dallimportanza dellinfezione
da Hp nella genesi delle malattie del tratto gastrointestinale
superiore come la gastrite atrofica e la malattia peptica, inoltre
lInternational Agency for Research on Cancer ha classificato
lHp come fattore di rischio di classe I nello sviluppo
del ca dello stomaco.
La strategia test and treat è efficace quanto lendoscopia
immediata, riduce i costi e il numero delle endoscopie, con dati
simili per quanto riguarda remissione o miglioramento dei sintomi.
La strategia del test and treat è supportata dalle seguenti
evidenze:
-
leradicazione
del germe comporta la guarigione dellulcera e/o la prevenzione
di ulcera e cancro gastrico;
-
il
cancro gastrico in soggetti con età <45 anni è
molto raro;
-
si
riduce notevolmente il numero degli esami endoscopici effettuati,
con minori costi di gestione.
3.
Strategia endoscopica
La strategia endoscopica è supportata dallevidenza
che nei pazienti con età >45 anni lincidenza
del carcinoma gastrico tende ad aumentare.
Fanno eccezione i casi in cui è possibile rilevare eventi
correlabili con lepisodio di dispepsia (per esempio recenti
disordini alimentari e abuso alcolico), ma dove il monitoraggio
clinico deve essere comunque attento.
Le indicazioni alla strategia endoscopica sono:
-
età
>45 anni con dispepsia persistente;
-
fallimento
o recidiva a breve della strategia empirica;
-
fallimento
o recidiva alla strategia test and treat;
-
sintomi
persistenti e storia di ulcera gastrica;
-
uso
cronico di ASA e/o FANS;
-
familiarità
per cancro gastrico;
-
presenza
di sintomi di allarme: anemia, emorragia digestiva, anoressia,
perdita di peso, sazietà precoce, vomito ricorrente,
disfagia, ittero.
Va
però tenuto presente che nei pazienti di qualsiasi età
con sintomi dallarme per patologia organica causa
di dispepsia vi è indicazione assoluta ad eseguire lendoscopia.
Il
test Gastropanel
Gastropanel è un test diagnostico, non invasivo, disponibile
in Italia dal 2004, che consente di determinare malattie dello
stomaco correlate ad infezione da Helicobacter pylori mediante
un semplice prelievo di sangue. Mediante saggi immunoenzimatici,
con anticorpi monoclonali altamente specifici, vengono misurati
i livelli di pepsinogeno I e II, di gastrina 17 e degli anticorpi
anti-Hp in un campione di sangue.
In relazione alla sede di produzione dello stomaco e alla variazione
quantitativa ematica di tali biomarcatori è possibile,
mediante un algoritmo diagnostico elettronico, valutare lesistenza,
sede e severità della gastrite oltre lo stato funzionale
della mucosa dello stomaco. Le principali indicazioni per luso
del test Gastropanel sono riportate in tabella 2.
Il test può essere utilizzato in tutti i pazienti (bambini,
donne gravide, anziani) in cui lendoscopia, come approccio
iniziale della dispepsia, risulta essere una procedura particolarmente
invasiva.
La strategia del test Gastropanel è supportata dalle seguenti
evidenze:
-
individua
i soggetti con avvenuto contatto con Hp;
-
individua
i soggetti a rischio per malattia peptica e cancro
dello stomaco;
-
riduce
il numero degli esami endoscopici con conseguente risparmio
dei costi di gestione.
In
sintesi
Nella tabella 3 è riassunta la strategia diagnostica
in funzione delletà, familiarità per cancro
gastrico e presenza dei sintomi di allarme.
Recentemente lAmerican College of Gastroenterology (ACG)
e lAmerican Gastroenterology Association (AGA) hanno pubblicato
un aggiornamento delle proprie linee guida sulla gestione della
dispepsia, proponendo come indicazione allesecuzione dellendoscopia
laumento delletà da 45 a 55 anni. Tale decisione
è certamente frutto dellorganizzazione del sistema
sanitario americano e sembra essere determinata da ragioni prevalentemente
di tipo economico.
Suggerimenti terapeutici
In caso di positività dellesame endoscopico il trattamento
è relativo alla patologia riscontrata.
La terapia della dispepsia funzionale è di tipo empirico,
stabilita dal sintomo predominante. Inizialmente è necessario
adottare una modifica dello stile di vita (tabella 4) con astensione
dal fumo di tabacco e alcol.
In caso di fallimento della correzione dello stile di vita e quando
i sintomi condizionano la qualità di vita del paziente
è giustificato lintervento farmacologico.
Antisecretivi
I PPI sono particolarmente efficaci nella patologia da reflusso,
parzialmente efficaci nella dispepsia simil-ulcerosa, ma inefficaci
in quella simil-motoria. Dalla letteratura emerge che i PPI sembrano
funzionare meglio nei pazienti dispeptici curati dai medici di
famiglia rispetto a quelli in carico agli specialisti. La ragione
può essere duplice: gli specialisti vedono i casi resistenti
alla terapia, mentre i Mmg spesso confondono la dispepsia con
la patologia da reflusso gastroesofageo e viceversa.
Procinetici
Una metanalisi dimostra che i procinetici sono efficaci nella
dispepsia. Lo stesso studio mette anche in evidenza diversi limiti
dei trial condotti con i procinetici rispetto a quelli più
recenti con PPI (per esempio studi condotti su casistiche limitate
oppure pazienti con dispepsia simil-motoria pre-selezionati).
Psicofarmaci
Una recente metanalisi dimostra una buona efficacia dei farmaci
antidepressivi in pazienti con dispepsia, ma in questi studi la
dispepsia non veniva chiaramente differenziata dalla sindrome
dellintestino irritabile. Non è chiaro inoltre se
gli antidepressivi riducano la percezione viscerale o agiscano
migliorando semplicemente il tono dellumore.
Conclusioni
La gestione della dispepsia nellambulatorio del medico di
famiglia necessita di una strategia diagnostica non invasiva,
semplice, rapida, a basso costo e innocua da utilizzare in tutti
i pazienti, che permetta di selezionare e stabilire la priorità
dei soggetti da sottoporre a endoscopia, così da potere
differenziare la dispepsia di origine funzionale da quella sostenuta
da malattie organiche con efficacia e minore spesa. Al medico
di famiglia, conoscitore del paziente e della sua storia clinica
spetta decidere, in accordo con il malato, quale strategia sia
la più costo/efficace, ricordando che la varietà
dei sintomi clinici e lindeterminatezza dei meccanismi fisiopatologici
che supportano la dispepsia fa sì che non è
possibile proporre protocolli di management che soddisfino tutti
i pazienti e tutti i medici.
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