M.D.
numero 35, 22 novembre 2006
Rassegna
Ruolo dei farmaci antivirali nella prevenzione
e cura dellinfluenza
di Livia Tonti
Un utilizzo razionale degli antivirali, accanto a una valida
campagna vaccinale, potrebbe contribuire a rendere ancora più
efficace la gestione dellinfluenza durante la prossima
epidemia invernale
Allarme
influenza. Linizio della campagna vaccinale sancita dal
Ministero della Salute (questanno a partire da fine ottobre)
è il segno più tangibile dellavvio delle
procedure per la prevenzione dellinfluenza stagionale,
attesa per linizio del prossimo anno.
La lotta contro linfluenza non si limita tuttavia a questa
fondamentale iniziativa. Per gestire al meglio lepidemia,
ritenuta concordemente un impegnativo problema di sanità
pubblica, possono rivestire una rilevanza importante anche altri
aspetti, come alcune norme comportamentali e, in particolare,
un utilizzo razionale degli antivirali.
Lepidemia influenzale
Diversi studi hanno dimostrato il forte impatto sociale ed economico
dellinfluenza. Tra la popolazione attiva lepidemia
influenzale è associata a una sostanziale riduzione della
produttività e alla perditano di giornate lavorative,
che influiscono pesantemente sui costi complessivi associati
a questa condizione morbosano. Tra i pazientino anziani o con
malattieno concomitanti croniche di tipo cardiacono, respiratorio,
renale o metabolico, linfluenza è associata a un
aumento della mortalità, della morbilità e della
necessità di ricoveri, senza contare il drammatico aumento
di richieste di visite mediche. Uno studio di Sessa et al (Fam
Pract 2001; 18: 629-34), che ha preso in considerazione lepidemia
influenzale del 1998/1999, ha stimato 4.5 milioni di visite
per influenza da parte dei circa 55.000 medici italiani che
operano nel campo dellassistenza primaria.
In Italia, landamento stagionale delle sindromi influenzali
è rilevato attraverso una rete di medici sentinella (Influnet)
coordinata dal Ministero della Salute. La sorveglianza ha mostrato
un ripetuto ciclo biennale di intensità epidemica: ad
un anno con elevata incidenza delle sindromi influenzali segue
solitamente un anno a bassa incidenza. Poiché la stagione
epidemica 2005-2006 è stata quella a più bassa
incidenza negli ultimi sei anni, è verosimile che la
stagione 2006-2007 sarà ad alta incidenza.
Norme digiene
È conoscenza consolidatano che per il contenimento del
contagio influenzale un ruolo cruciale è svolto dalla
conduzione di unadeguata campagna vaccinale. Secondo le
indicazioni del Ministero della Salute la vaccinazione antinfluenzale
è interamente a carico del Ssn per tutti i soggetti a
rischio: persone >65 anni, bambini affetti da malattie croniche,
operatori sanitari, forze dellordine, insegnanti, ecc.
Occorre tuttavia anche realizzare una capillare campagna di
comunicazione sui comportamenti che possono contribuire a limitare
il contagio:
-
contenere gli starnuti e i colpi di tosse, con la protezione
della mano o di un fazzoletto, evitando contatti ravvicinati
se ci si sente influenzati;
-
lavarsi
spesso le mani, in particolare dopo essersi soffiati il naso
o aver tossito o starnutito;
-
evitare
di recarsi al lavoro se si è affetti da sintomatologia
influenzale confermata dal medico, soprattutto nei primi giorni
(www.ministerosalute.it).
Farmaci
antivirali
Attualmente sono disponibili in Italia tre antivirali: amantadina,
oseltamivir e zanamivir (tabella 1).
Lamantadina è efficace solo contro linfluenza
A ed è associata a diversi effetti tossici, oltre che a
una rapida insorgenza di mutantino farmaco-resistenti.
Oseltamivir e zanamivir sono inibitori della neuraminidasi e interferiscono
col rilascio della progenie del virus dalle cellule-ospite infettate,
prevenendo linfezione di nuove cellule (Moscona et al, N
Engl J Med 2005; 353: 1363-73). Questi antivirali presentano una
bassa tossicità e una minima propensione a promuovere lo
sviluppo di farmaco-resistenza. Sono inoltre attivi sia sul tipo
influenzale A che sul B.
La chemioprofilassi non sostituisce la vaccinazione, ma può
svolgere un ruolo critico nella prevenzione e nel controllo dellinfluenza.
Negli studi di comunità su adulti sani, oseltamivir e zanamivir
si sono dimostrati in grado di prevenire linfluenza (www.cdc.gov/flu),
in particolare nella profilassi post-esposizione, come emerso
in particolare da uno studio di Hayden et al. con oseltamivir
(J Infect Dis 2004; 189: 440-9).
Per ottenere la massima efficacia chemioprofilattica, il farmaco
deve essere assunto ogni giorno per tutta la durata dellattività
influenzale nella comunità.
Il CDC statunitense (Centers for Disease Control and Prevention)
propone un elenco di situazioni in cui la chemioprofilassi con
antivirali potrebbe essere consigliata. Per esempio, durante il
picco di attività influenzale per le persone non vaccinate
con contatti frequenti con persone ad alto rischio, come impiegati
dospedale, familiari, infermieri, ecc. In particolare per
queste categorie di persone dovrebbe essere presa in considerazione
la chemioprofilassino, indipendentemente che siano vaccinate o
meno, in caso di epidemia causata da un ceppo influenzale non
coperto dal vaccino.
La chemioprofilassino durante la stagione influenzale o durante
il picco dellattività influenzale potrebbe inoltre
essere appropriata per tutte le persone ad alto rischio non vaccinate.
Trattamento antivirale
Quando somministrati entro 48 ore dallinsorgenza dei sintomi,
in soggetti sopra lanno di età per oseltamivir e
in soggetti adulti per zanamivir, tali farmaci possono ridurre
la durata dellinfluenza non complicata di circa un terzo.
Lintervento più precoce è fortemente associato
a una più rapida guarigione, a una ridotta durata dello
stato febbrile e una riduzione della gravità della sintomatologia
(figura 1).
Il miglioramento sintomatologico è stato osservato entro
24 ore dalla somministrazione di oseltamivir e il suo utilizzo
è risultato associato a una minore necessità di
ricorrere a farmaci sintomatici, come il paracetamolo, e a una
ridotta durata della tosse, che è oltre tutto un importante
veicolo di infezione (Nicholson et al. Lancet 2000; 355: 1845-50).
Tali benefici clinici e virologici potrebbero essere ascritti
alla vasta distribuzione di oseltamivir nellorganismo. Questa
caratteristica potrebbe risultare vantaggiosa rispetto a zanamivir,
somministrato per via inalatoria, poiché è stata
dimostrata occasionalmente la presenza del virus influenzale,
di RNA virale o di antigeni virali in siti extrapolmonari (sangue,
cervello, fluido cerebrospinale, fegato, muscoli, liquido amniotico
e fluidi dellorecchio medio) (Nicholson et al, 2000).
Alcune evidenze sembrano inoltre suggerire che gli antivirali
potrebbero ridurre il rischio di complicazioni e ricoveri. Tra
i pazienti con influenza partecipanti a 10 trial clinici lutilizzo
di oseltamivir, rispetto a placebo, è risultato associato
a una riduzione di circa il 50% dei casi di polmonite, di circa
un quarto dellutilizzo di antibiotici (p<0.001 vs placebo)
e del 59% dei ricoveri per qualunque causa (p=0.02) (Kaiser et
al. Arch Intern Med 2003; 163: 1667-72).
Nel paziente pediatrico (1-12 anni) oseltamivir è risultato
in grado di ridurre la durata media della malattia del 26% rispetto
a placebo (p<0.0001) e di limitare il rischio di complicanze:
la nuova diagnosi di otite media è stata ridotta del 44%
e la necessità di antibiotici del 31% (p<0.03) (Whitley
et al. Pediatr Infect Dis J 2001; 20: 127-33). In base ai dati
finora disponibili solo per oseltamivir, e non per zanamivir,
è autorizzato il trattamento nei bambini con età
<12 anni (ma „1 anno). Per tutti questi motivi lutilizzo
razionale degli antivirali a nostra disposizione, con unattenta
valutazione del rischio/beneficio per ogni singolo caso, potrebbe
quindi apportare importanti benefici sulla popolazione durante
la prossima epidemia influenzale.
|