
M.D.
numero 34, 15 novembre 2006
Riflettori
Come affrontare lerrore in medicina?
di Rebecca Lamini
La rettifica dei recenti dati dellAIOM inerente limpatto
degli errori medico-sanitari nel nostro Paese, sebbene ridimensioni
il problema, non sopisce lattenzione. E anche i medici
di famiglia si interrogano sui rischi e sui rimedi da poter
mettere in campo nella pratica professionale.
L'allarme
dellAssociazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) sullimpatto
degli errori medici nel nostro Paese è stato ridimensionato
dai dati del ministero della Salute puntualizzando che a livello
di impatti sulla salute degli italiani è corretto parlare
di eventi avversi in ospedale, non di morti, che
oscillano tra il 3.7% e il 16.6% dei ricoveri.
Il ministro della salute Livia Turco ha gettato acqua sul fuoco
dichiarando che si ha il dovere di affrontare il problema con
decisione per garantire la sicurezza dei pazienti oltre che
per scongiurare la deriva conflittuale dei rapporti tra
cittadini e medici. Inoltre ha anche ricordato che sono
state messe in campo delle strutture per la gestione del rischio:
dai primi di ottobre al ministero è attivo il Centro
di riferimento per la sicurezza dei pazienti che si affianca
alla Commissione ministeriale per il rischio clinico e la sicurezza
dei pazienti. Organismo che ha già avviato una rilevazione
nazionale sulle iniziative di prevenzione dei fattori di malpractice
già esistenti nel nostro Paese; un protocollo sperimentale
per il controllo e il monitoraggio degli eventi avversi e
dei decessi; ed ha elaborato precise raccomandazioni per la
prevenzione degli errori. In cantiere, infine, la realizzazione
del primo Osservatorio nazionale sul fenomeno con la partecipazione
delle Regioni, delle associazioni professionali e di tutela
dei cittadini e la Prima conferenza internazionale sulla prevenzione
del rischio clinico che si svolgerà ad Arezzo per iniziativa
del ministero della Salute e di altri soggetti istituzionali
e privati (dal 29.11.06 al 2.12.06).
La polemica, tuttavia, pur avendo riguardato in prima istanza
le strutture ospedaliere, ha contagiato anche e la medicina
generale che ha cominciato a dibattere sui rischi che anchessa
corre e sui rimedi da poter mettere in campo. Tra quelli tipici
del Mmg, in testa alla classifica cè la somministrazione
errata di farmaci o la difficoltà per il paziente di
aderire al percorso terapeutico per colpa della brutta grafia
del medico che eroga la prescrizione. Un fenomeno che nel Lazio
ha assunto una dimensione inedita sotto la forma di ricette
fantasma.
Lo
strano caso delle ricette fantasma |
Le
ricette mal scritte non fanno male solamente ai pazienti,
ma anche al sistema. Nella Regione Lazio le ricette fantasma,
ovvero quelle prescrizioni non riconosciute perché,
ad esempio, la firma del medico è illeggibile, il
codice fiscale del paziente sbagliato, il malato addirittura
defunto o il camice bianco mai esistito, hanno creato
un 'buco' da 450 milioni di euro.
Di fatto, però, i farmaci prescritti sono stati emessi
dal farmacista e, di conseguenza, il buco finisce
per provocare un quarto del deficit sanitario regionale.
È giunto il momento - ha detto Pierluigi Bartoletti,
segretario regionale della Fimmg - di far luce su questa
zona oscura. Considerando che secondo Federfarma una
ricetta in media vale 30,05 euro, ci sono ben 122 milioni
di euro sui quali bisogna scrivere un punto interrogativo.
Stiamo controllando - ha precisato lassessore
alla sanità del Lazio Augusto Battaglia - ed è
presto per parlare di truffa. Molto probabilmente è
solo un cattivo funzionamento dei controlli. Nessuno
dice che è una truffa - aggiunge Bartoletti - ma
siamo curiosi di sapere cosa cè dietro 4 milioni
di ricette fantasma accumulate in soli sei mesi. Quel
che fa ancora più rabbia ai Mmg del Lazio è
che il buco creato da queste ricette equivale quasi allo
sfondamento del tetto di spesa farmaceutico previsto per
il 2006. |
La
brutta grafia fa male ai pazienti
La ricetta illeggibile è allorigine di molti errori:
farmaci sbagliati, modalità e quantità di somministrazione
errate, indicazioni di cura 'saltate'. Secondo gli ultimi dati
del Tribunale per i Diritti del Malato (Tdm), un quinto di tutte
le segnalazioni sui farmaci pervenute allassociazione
riguardano proprio le prescrizioni incomprensibili. Un fenomeno
spesso legato alle prescrizioni fatte a mano dagli specialisti,
spesso meno informatizzati dei medici di famiglia e più
'affezionati' alla penna. E pensare che il Codice Deontologico
(art. 30) non solo impone al medico di fornire al paziente la
più idonea informazione sulla diagnosi, sulla prognosi,
sulle prospettive e le eventuali alternative diagnostico-terapeutiche
e sulle prevedibili conseguenze delle scelte operate, ma sancisce
a suo carico lonere di tenere conto delle sue capacità
di comprensione, al fine di promuoverne la massima adesione
alle proposte diagnostico-terapeutiche.
La Corte dei Conti ha decretato con la sentenza n. 73 del 2002
che le ricette mediche illeggibili costituiscono strumento
di attività fraudolenta e ha mandato a dire ai
farmacisti che fanno male ad accettarle, anche in previsione
del fatto che non saranno più rimborsate loro dal Servizio
sanitario. Il Garante per la privacy, inoltre, è intervenuto
sul caso di un paziente al quale era stata consegnata una
cartella clinica impossibile da decifrare. Il Garante ha condannato
lazienda ospedaliera a pagare 250 euro al ricorrente e
a riscrivere e inviare a proprie spese una nuova cartella clinica
che fosse facilmente leggibile poiché la leggibilità
delle informazioni - ha decretato il Garante - è la primaria
condizione della loro piena comprensione.
Fatto sta che notizie come quelle lanciate dallAIOM, se
addizionate alla morsa dei controlli prescrittivi messi in campo
da Regioni e Asl, alimentano nella pratica della medicina generale
la medicina difensiva, con conseguenze rischiose sia per il
paziente sia per il medico. è questo uno dei motivi da
cui nasce la richiesta formativa sul risk management.
Chi sbaglia e perché: il dibattito nella professione
Ma lerrore in medicina può anche essere la conseguenza
di uninceppatura o inefficienza del sistema delle cure.
Da qui la proposta avanzata da Amedeo Bianco, presidente della
FNOMCeO, per arginare il fenomeno degli errori in medicina attraverso
la creazione di un sistema di rilevazione degli errori in sanità,
con una banca dati che fornisca una visione di una situazione,
ad oggi ancora sostanzialmente sconosciuta. La risposta però
allallarme sul piano operativo non può non arrivare,
che da serie politiche di prevenzione. Si tratta
di concentrarsi, secondo Bianco, anche su azioni che sviluppino
vere e proprie politiche positive di prevenzione dellerrore
che, in ogni moderno sistema sanitario, trova spiegazione in
una cattiva organizzazione e gestione dei processi clinico-assistenziali.
E lungo questa catena, quello che può essere definito
errore umano ha una bassa incidenza.
Secondo Giacomo Milillo, segretario Fimmg, si devono comunque
creare le condizioni per ridurre quanto più possibile
le conseguenze negative di errori e malfunzionamenti. Per riuscirci
bisognerebbe fare in modo che i medici non temano di ammettere
daver commesso qualche errore, così da far emergere
il fatto, riconoscerne le cause ed evitare che si ripeta.
Per esempio, spiega, si potrebbero adottare misure che
facilitino il riconoscimento dei danni da parte delle assicurazioni
per evitare o almeno limitare il ricorso a denunce penali contro
i medici stessi.
Secondo la Snamid, esiste una barriera culturale a percepire
e ammettere lerrore da parte dei medici e ad accettare
la possibilità di errore da parte dei pazienti, superando
sia il timore di giudizi negativi e di sanzioni che attiva comportamenti
di difesa e di omertà, sia aspettative irrealistiche
di infallibilità medica alimentate dai media orientati
a esasperare un concetto tecnologico della medicina
esente da errori, dove è importante chi è il colpevole
perché fa notizia e basta. Così Snamid ha
elaborato cinque step anti-errore:
1. Aumentare la comprensione degli errori e la sicurezza degli
assistiti, favorendo listituzione delle Unità
di Gestione del Rischio per la rilevazione e lanalisi
degli errori e gli interventi a favore dei pazienti danneggiati
e degli operatori responsabili.
2. Promuovere un sistema efficace di rilevazione e analisi degli
errori per la loro valutazione, gestione e prevenzione.
3. Incentivare la formazione dei medici sulla comunicazione
efficace medico-paziente e sulla corretta acquisizione del
consenso informato.
4. Favorire la pratica della discussione collegiale degli errori
con lobiettivo di riconoscere che lerrore va compreso
e il disagio dellammissione va trasformato nella percezione
motivante di unopportunità per imparare una migliore
pratica clinica a vantaggio della sicurezza dei pazienti.
5. Sviluppare competenze e principi etici che permettano al
medico un uso onesto ed efficace delle scuse spesso dimenticate
nel rapporto medico-paziente in seguito alla rivelazione dellerrore.
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