Editoriale
Il Ssn tra Finanziaria e notizie di malpratica
La
legge Finanziaria è entrata nel vivo e così è
cominciato il balletto degli emendamenti con i quali parlamentari
e Governo portano il loro contributo per il controllo della
spesa pubblica del nostro Paese. Naturalmente, tra i capitoli
sui quali maggiormente si è concentrata la creatività
del Parlamento cè quello della sanità. Così
come accade nel campionato di calcio, dove ciascun italiano
si sente allenatore o tecnico del pallone ed elargisce
critiche e strategie dattacco, anche nel comparto sanità
molti si percepiscono un un po medici e un po economisti,
a maggior ragione poi se un mandato popolare ne legittima lintervento.
E perciò succede, per esempio, che in commissione Affari
Sociali della Camera rispunti un emendamento, tra i tanti, che
chiede di porre un tetto alle prescrizioni dei medici di famiglia
sia per i farmaci, sia per gli accertamenti diagnostici, tale
che il risultato sia una limitazione alla spesa di almeno il
10%. Una ulteriore barriera allaccesso dei pazienti al
Ssn, nel momento in cui lo stesso Governo, con listituzione
del ticket al pronto soccorso, in realtà pone già,
anche se con un provvedimento che parte dalle tasche e non dallorganizzazione,
il principio della necessità di una maggiore regolazione
dellutilizzo del sistema.
Ma i cittadini italiani, al di là delle urgenze e delle
necessità, per quanto tempo ancora saranno così
desiderosi di accedere al Sistema sanitario pubblico? La domanda
sorge spontanea nel momento in cui, per lennesima volta
negli ultimi anni, è stata diffusa la notizia che ogni
giorno ci sarebbero ben 90 morti causati da errori medici. La
reiterazione di queste notizie potrebbe portare i pazienti allidea,
come è stato anche sottolineato da più parti,
che sia preferibile tenersi ben lontani dalle strutture sanitarie
italiane piuttosto che subirne un danno. Ma soprattutto, e
questo è ben più grave, considerato che quando
si danno notizie di malpraticano i medici sono generalmente
descritti con una mancanza di professionalità che rasenta
lomicidio volontario, si rischia di incrinare ulteriormente
il rapporto fiduciario medico-paziente.
Immaginiamo che un paziente varchi la porta dellambulatorio
a Finanziaria approvata. Immaginiamo che si porti già
dentro i timori per una possibile malattia, ma anche per
quellincuria che, stando ai quotidiani e alle notizie
dei telegiornali, potrebbe colpirlo a tradimento in ognuno dei
passi che lo accompagnano nello studio del proprio medico e
si ritrovi di fronte al suo medico di famiglia necessariamente
costretto a fare lo slalom tra esclusioni ed esenzioni, tra
ticket e linee guida, pur di assicurargli ciò che in
scienza e coscienza ritenesse più appropriato. Come potrebbe,
ci chiediamo, continuare ad avere la stessa fiducia nel suo
medico e, in fin dei conti, anche nella stessa cosa pubblica
italiana?