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M.D.
numero 32, 1 novembre 2006
Riflettori
E se tagliare sui farmaci non bastasse più?
di Rebecca Lamini
Tra
le norme messe in campo per fronteggiare la crescente spesa
sanitaria, il conflitto più aspro si consuma attorno
ai farmaci. Ma a rendere il clima più incandescente sono
le dichiarazioni della Corte dei Conti secondo cui i tagli estemporanei
in sanità messi in campo avrebbero solo una funzione
da tampone e non strutturale
Con
un fatturato di circa 113 miliardi di euro, oggi la salute rappresenta
il secondo comparto economico del Paese dopo il settore immobiliare.
Ma la necessità di equilibrio tra la possibilità
di investimento pubblico e laumento della domanda di salute
sta creando qualche cortocircuito tra istituzione e produzione
abbastanza faticoso da gestire.
Il conflitto più aspro si consuma intorno ai farmaci.
Ne sanno qualche cosa i Mmg, schiacciati da misure burocratiche
sempre più invadenti che ne sezionano e tracciano i comportamenti
prescrittivi fino alla sanzione, e a volte alla persecuzione
a mezzo stampa.
Dopo un accurato lavoro di forbice, però, che ha lavorato
intorno al loro comportamento prescrittivo, in particolare a
livello regionale - dai ticket sulle ricette introdotti in alcune
realtà ai budget, dai tetti sulle prescrizioni alle inchieste
a colpi di Guardia di Finanza - il Governo, attraverso lAIFA,
ha risalito il flusso della spesa per i medicinali colpendo
direttamente la fonte: le case farmaceutiche.
I
farmaci pił gettonati
|
Dieci
le categorie terapeutiche con spesa in forte crescita: antiepilettici
(+28.7%), farmaci per la mineralizzazione ossea (+27%),
insuline (+23%), antagonisti dellangiotensina II in
associazione a diuretici (+22.4%), antagonisti dellangiotensina
II non associati (+16%), anti-ulcera (+15%), statine (+14%),
ipoglicemizzanti orali (+13%), antistaminici (+12%), betabloccanti
(+11.7%). Questo raggruppamento rappresenta il 35.3% della
spesa farmaceutica Ssn dei primi 7 mesi del 2006, in aumento
rispetto al 31.7% dello scorso anno. Spesa stabile o in
calo, invece, per antibatterici, immunosoppressori, antagonisti
ormonali, farmaci per disturbi ostruttivi delle vie respiratorie,
Ace inibitori in associazione, antinfiammatori, vasodilatatori,
antianemici, antidepressivi, penicilline e antibiotici
beta-lattamici, ormoni, antimicotici. |
Una
spesa che rallenta
La spesa farmaceutica a carico del Ssn nei primi sette mesi
del 2006 si è attestata a circa 7.537 milioni di euro,
+10,1% rispetto allo stesso periodo del 2005. In calo, dunque,
se confrontato al +10,8% del primo semestre di questanno
rispetto al 2005. A luglio si è registrato un aumento
del 5.9% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Questi
i dati raccolti e diffusi da Federfarma. Per garantire lassistenza
farmaceutica convenzionata, il Ssn ha speso in media 130,20
euro per ciascun cittadino italiano.
Laumento più contenuto di luglio è il risultato
delle riduzioni selettive dei prezzi dei farmaci varate dallAifa
(Agenzia italiana del farmaco), in vigore dal 15 luglio 2006.
Tagli che hanno riguardato, appunto, i medicinali a maggior
impatto sulla spesa. Invariato il trend di crescita delle prescrizioni,
+5.9% rispetto a luglio 2005, a cui è dovuto - spiega
Federfarma - lincremento di spesa nel mese di luglio 2006.
Secondo lassociazione dei titolari di farmacia, la sforbiciata
selettiva dei prezzi, che si è dimostrata più
efficace del taglio generalizzato del 4.4% per tutti i farmaci
rimborsabili dal Ssn, è destinata a rallentare il trend
di crescita della spesa in modo ancora più significativo
da agosto a dicembre. Una previsione dai primi dati parziali
di agosto 2006.
Un ulteriore effetto di contenimento della spesa nellultimo
trimestre dellanno sarà prodotto dalla nuova, e
discussa, riduzione generalizzata dei prezzi del 5%, introdotta
dallAIFA dal primo ottobre 2006.
A livello nazionale lincidenza media del ticket, in vigore
in alcune Regioni, è stata del 3%, in calo rispetto allo
stesso periodo del 2005, quando era pari al 4.2%.
Le Regioni che fanno registrare i maggiori incrementi di spesa
sono quelle che hanno abolito il ticket (la Calabria dal primo
settembre 2005, il Lazio dal primo gennaio 2006) o che lo hanno
rimodulato ampliando le esenzioni (Puglia, Sicilia).
Ma anche le farmacie hanno fatto la loro parte, secondo la loro
associazione di categoria: nel periodo gennaio-giugno 2006 hanno
garantito un risparmio di oltre 340 milioni di euro, mentre
lo sconto dello 0.6% a carico dell'industria, finalizzato al
recupero dello sforamento del tetto di spesa imposto nel 2005
alla spesa farmaceutica di Asl e ospedali, ha determinato un
risparmio di circa 40 milioni di euro.
Le farmacie di alcune Regioni del Centro-Sud continuano a subire
da parte delle Asl - rileva infine Federfarma - consistenti
ritardi nei pagamenti degli importi dovuti per i farmaci erogati
ai cittadini. Ritardi pesanti in Sicilia, Calabria e Campania.
In questultima Regione sono state avviate procedure per
la cartolarizzazione dei crediti vantati dalle farmacie, già
in corso di applicazione nel Lazio e nel Molise.
Le imprese non ci stanno
La stampa italiana ha dato ampi spazi ai rappresentanti dellindustria
farmaceutica, ma la loro voce si è fatta sentire con
forza anche fuori dai media: imprese nazionali, multinazionali,
piccole e medie, come anche i produttori degli avanzatissimi
farmaci biotech, gli industriali del settore sono tutti in subbuglio.
Tra i tagli per 1.200 milioni sanciti dallAIFA e le nuove
riduzioni per almeno 800 milioni introdotte dalla legge Finanziaria,
la prima minaccia che agitano gli imprenditori è quella
di fare cassa riducendo gli investimenti: oltre
2 miliardi previsti per progetti già in cantiere potrebbero
essere ridestinati a parare il colpo dei tagli previsti,
e oltre 11-12mila posti di lavoro potrebbero risultare non
coperti proprio per la necessità di fare ordine
intorno allessenziale.
Il presidente stesso di Farmindustria, Sergio Dompé,
è sceso in campo contro i tagli: Colpire le imprese
del farmaco in questo momento - ha spiegato in una nota - significa
rispondere no alla proposta di accordo di settore
avanzata in settembre al Governo da Farmindustria.
Un accordo che prevedeva due miliardi di euro di nuovi investimenti,
nel prossimo triennio, e una crescita delle spese in ricerca
del 30-35%. Molte imprese sono ora a un bivio - ha avvertito
Dompé - chiudere o trasferire allestero le loro
produzioni e centri di ricerca oppure rimanere e confermare
gli investimenti per due miliardi di euro proposti nei prossimi
tre anni. La scelta purtroppo - ha precisato Dompé -
non dipenderà da loro, ma da quelle che saranno effettuate
a livello istituzionale nelle prossime settimane.
Lincertezza della Corte dei Conti
Le misure proposte nella legge Finanziaria potrebbero
consentire uneffettiva stabilizzazione della spesa, ma
non mancano elementi che possono rendere il processo di risanamento
ancora incerto. Francesco Staderini, presidente della
Corte dei Conti, intervenendo in audizione in Parlamento sulle
misure previste in Finanziaria, ha lasciato gli astanti a bocca
aperta per quello che riguarda i capitoli della sanità,
giudicati dal Governo tra i più rigorosi di quelli messi
in campo.
Staderini ha lasciato capire chiaramente che con tagli estemporanei,
pur se mirati, il Servizio sanitario nazionale rischia di limitare
i danni, ma solo per limmediato futuro. Le misure
introdotte per il contenimento dei costi - ha spiegato il presidente
dei magistrati dei conti pubblici - attraverso il taglio dei
prezzi dei farmaci e delle analisi cliniche possono avere effetti
solo temporanei. Il conseguimento degli obiettivi è legato
allimpegno effettivo di eliminare le sacche di inefficienza
e inappropriatezza che hanno condizionato, in special modo,
i risultati delle Regioni in disavanzo.
Cartolarizzazioni, quindi immissione sul mercato di immobili,
patrimoni e crediti del Ssn italiano, come anche lattivazione
di tutti gli strumenti disponibili e ladozione di un monitoraggio
infra-annuale dei risultati per evitare che, come nel recente
passato, i risultati a consuntivo rivelino tardivamente la poca
credibilità del quadro tendenziale, sono le misure
strutturali che a Staderini sembrano necessarie per far sì
che la crescita del Fondo sanitario nazionale non rallenti la
responsabilizzazione dei Governatori sui risparmi necessari.
Rispetto il parere - ha commentato il ministro della Salute
Livia Turco dopo laudizione - ma ho unopinione diversa.
Sono convinta che le misure sulla Sanità siano sufficienti,
abbiano carattere strutturale e non siano da modificare.
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