Editoriale
Aspettando la conferenza sulle cure primarie
Promuovere
forme e modalità nuove di erogazione delle cure primarie,
ma anche favorire lassistenza domiciliare per una continuità
assistenziale che poggi sempre di più sui medici di famiglia.
È lobiettivo che Governo e Regioni dovranno raggiungere
entro il 31 dicembre secondo il Patto per la salute che hanno
concordato di recente. A questo impegnativo traguardo si potrebbe
affiancare, però, un altro vincolo legislativo che coinvolge
i Mmg: una Legge obiettivo, da abbinare alla legge Finanziaria,
per mettere il cittadino davvero al centro della sanità
italiana.
Lo ha annunciato il ministro della Salute Livia Turco che ha
definito i tre punti della delega che chiede al Governo: ridefinire
i rapporti tra Servizio sanitario e Università con un
ammodernamento degli insegnamenti didattici; potenziare il diritto
di scelta del cittadino, chiedendogli di aiutare le istituzioni
a combattere le lottizzazioni e perseguire lappropriatezza
delle prestazioni e lattribuzione di cariche legate a
merito e competenza; ma soprattutto ripensare al governo clinico
della sanità dando più potere agli operatori e
non solo.
Il ministro guarda, infatti, al modello anglosassone progettando
di collocare, accanto ai responsabili di dipartimento e ai direttori
sanitari, un consiglio dei cittadini che, insieme agli operatori,
misuri la qualità delle prestazioni e il gradimento dei
pazient.
È solo mettendo al centro la persona, secondo Turco,
che si può costruire una sanità più efficiente,
ma anche risparmiare, con un aggiornamento dei Lea che ormai
sembra scontato, valutando nel dettaglio ogni prestazione e
i rispettivi costi.
Sembra quindi annunciarsi una nuova stagione di confronto tra
listituzione e la professione, dove sarà cruciale
declinare, da ciascun punto di vista, che cosa si intende per
questa co-progettazione e co-gestione del percorso clinico
del paziente sulla quale pare si voglia puntare con sempre
maggiore determinazione.
Al di là delle forme, istituzionalizzate o meno, della
partecipazione dei pazienti al governo clinico che si annuncia
nei fatti, è ovvio chiedersi quale sarà il ruolo
del medico di famiglia in tutta questa operazione. Dovrà
interpretare fedelmente modelli già decisi altrove come
copioni di una recita a soggetto, improvvisando quando la traccia
non soccorre? O potrà, a sua volta, partecipare al ridisegno
del suo ruolo professionale nel nuovo sistema senza che questo
gli sia già stato ritagliato addosso? Probabilmente qualche
risposta a questi interrogativi potrà essere data con
la conferenza nazionale sulle cure primarie, annunciata dal
ministero per settembre, posticipata e secondo recenti dichiarazioni
del ministro si dovrebbe svolgere in primavera a Bologna.
Sarà lennesima passerella,
o un vero cantiere dove anche i medici di famiglia potranno
far valere le proprie opinioni?