M.D.
numero 30, 18 ottobre 2006
Rassegna
La sensibilità chimica multipla
di Aquilino Polito, Pietro Lo Greco e Alfonso
Sauro - Medici di medicina generale, Caserta, Snamid
Non ancora riconosciuta in Italia, la sensibilità chimica
multipla è una sindrome multisistemica di intolleranza
ambientale totale alle sostanze chimiche, che può colpire
diversi apparati e organi del corpo umano. I sintomi si verificano
in risposta allesposizione a molti composti presenti nellambiente
La
motivazione che ci ha spinto ad affrontare un argomento clinico
come quello della sensibilità chimica multipla
nasce da un caso di intolleranza a innumerevoli agenti chimici
ambientali che abbiamo potuto osservare nella nostra pratica
clinica. La mancanza di conoscenze al riguardo da parte nostra
e di molti Mmg con cui ci siamo confrontati, la particolarità
e la non riconosciuta entità nosologica della sindrome
ci hanno ulteriormente stimolato ad approfondire largomento.
Il caso
Una paziente di 62 anni, pensionata, che ha svolto in passato
lattività di infermiera professionale, ha manifestato
da sempre unaspecifica intolleranza ai farmaci, fino a
quando a seguito di una terapia con antibiotici e antinfiammatori
si manifestò un edema di Quincke. Da quel momento la
sintomatologia allergica divenne sempre più
frequente e ingravescente.
Sottoposta a test di sensibilizzazione, la paziente è
risultata intollerante alla quasi totalità dei farmaci,
alle sostanze chimiche da contatto (prodotti per ligiene
personale, cosmetici, bigiotteria) e inalate (profumi, vapori
di benzina, collanti, solventi, ecc) ed è risultata sensibile
a moltissimi alimenti e conservanti.
La sintomatologia era sempre la stessa: malessere generale,
difficoltà respiratoria, confusione, stanchezza, mancamento,
prurito su tutto il corpo (più localizzato a testa, ascelle,
seno, parte anteriore delle gambe, caviglie e piedi), dolori,
articolazioni con sensazione di calore diffuso, formicolii,
edema (soprattutto a bocca e lingua), senso di pressione
ai denti, afte, gonfiore agli occhi con difficoltà di
messa a fuoco.
Inquadramento
La sensibilità chimica multipla (SCM) - definita anche
intolleranza ambientale idiopatica, malattia ambientale o ecologica,
ipersensibilità o ipersuscettibilità ambientale,
iperreattività a sostanze chimiche, sindrome di ipersensività
chimica, sindrome di allergia totale - è una sindrome
immunotossica infiammatoria simile alle sindromi allergiche,
in quanto sono accomunate dalla presenza di un agente che ne
rappresenta la causa scatenante e dalla sintomatologia che scompare
con lallontanamento dellagente scatenante.
In realtà il decorso e le dinamiche fisiopatologiche
sono completamente diverse e a rigor di logica la SCM non dovrebbe
essere catalogata come sindrome (insieme coerente
di sintomi), in quanto la sintomatologia è quanto mai
variegata e multiforme.
La SCM è una sindrome multisistemica di intolleranza
ambientale totale alle sostanze chimiche, che può colpire
diversi apparati e organi del corpo umano. Le sostanze chimiche,
in una sorta di overload, danneggerebbero il fegato e il sistema
immunitario sopprimendo la mediazione cellulare che controlla
il meccanismo in cui lorganismo si protegge dagli agenti
estranei. I sintomi si verificano in risposta allesposizione
a molti composti chimicamente indipendenti e presenti nellambiente
in dosi anche di molto inferiori da quelle tollerate dalla popolazione
generale.
Tabella
1 - Esempi di sostanze collegate alla SCM |
- Insetticidi,
pesticidi, disinfettanti, detersivi
- Profumi,
deodoranti personali o per la casa
- Vernici,
solventi, colle e prodotti catramosi, preservanti del
legno (per esempio i prodotti antitarlo), formaldeide
nel mobilio, materiali per ledilizia, prodotti
plastici
- Carta
stampata, inchiostri
- Scarichi
delle auto e di aerei a reazione
- Fumi
di stufe, camini, barbecue
- Farmaci,
anestetici
- Tessuti,
soprattutto quelli nuovi
- Aromi
e conservanti
- Fumo
di sigaretta
|
Ad
un certo punto della vita, in seguito a questo overload, lorganismo
non tollera più qualsiasi minima traccia di sostanze
di sintesi nellambiente (tabella 1).
Si tratta comunque di una sindrome che può colpire chiunque
e a qualsiasi età, in un rapporto donne/uomini di 3 a
1 e soprattutto alcune categorie di lavoratori particolarmente
esposti a sostanze tossiche.
Nellarco di pochi anni dalla manifestazione di SCM i sintomi
si cronicizzano e senza un adeguato sostegno la sindrome può
causare gravi conseguenze (emorragie, collassi, ictus o infarti).
Inoltre linfiammazione cronica, tipica dello stato di
SCM, porta a sviluppare con alta incidenza forme tumorali e
leucemiche.
è una sindrome irreversibile, progressiva e non esiste,
al momento, una cura per il ritorno allo stato originario di
tolleranza.
Riconoscimento nosologico
Negli USA la MCS è riconosciuta come patologia e/o causa
di invalidità dallADA (American Disability Act),
dal Dipartimento per lo Sviluppo Edilizio e Urbanistico, dallEPA
(Environmental Protection Agency), da agenzie, commissioni,
istituti e dipartimenti federali, statali e locali, da sentenze
di corti federali e statali. Oltre che in Canada, in Germania
è stata inclusa nella Classificazione Internazionale
delle Malattie con il codice T78.4 come allergia non specificata.
In Italia non è identificata con un codice sanitario
DRG, ma sarebbero alcune centinaia i casi accertati, anche se
ufficialmente non riconosciuti. Alcune associazioni, tra cui
lAssociazione per le Malattie da Intossicazione Cronica
e/o Ambientale (Amica), sono impegnate in campagne per il riconoscimento
della sindrome, ma allinterno della comunità scientifica
il dibattito è tuttora in corso.
La Società Italiana di Medicina del Lavoro ed Igiene
Industriale (SIMLII) ha approvato nel 2005 un documento di consenso
dove viene affermato che ad oggi non è ragionevole sostenere
il riconoscimento della MCS come malattia in generale
e di malattia professionale in particolare, poiché
non è tuttora riconosciuta unobiettiva base scientifica.
Stadi della SCM
Gli studi presenti in letteratura, prevalentemente internazionali,
suddividono la sensibilità chimica multipla in quattro
stadi.
-
Stadio
0 - Tolleranza: rappresentata labilità di un
individuo di sopportare lambiente chimico circostante.
-
Stadio
1 - Sensibilizzazione o fase irritante: si verifica quando
un soggetto è sottoposto a unesposizione chimica
acuta ad alte dosi o ad unesposizione cronica insidiosa.
I sintomi dei pazienti non sono rilevabili clinicamente
e i disturbi possono includere dolore alle articolazioni e
ai muscoli, cefalea, affaticamento (sindrome da stanchezza
cronica), rossore, prurito, nausea, tachicardia, asma, insufficiente
circolazione periferica.
-
Stadio
2 - Infiammazione: lesposizione chimica determina una
flogosi cronica dei tessuti (per esempio artrite, vasculiti,
dermatiti, asma non allergico, coliti, miositi, riniti, alterazione
della circolazione periferica). In questa fase sono presenti
sia sintomi sia segni obiettivi rilevabili clinicamente. La
progressione avviene in seguito a nuove esposizioni agli agenti
inquinanti. In questo stadio il paziente può essere
ancora recuperato con una terapia di disintossicazione e con
levitamento dellesposizione agli agenti inquinanti.
-
Stadio
3 - Deterioramento: linfiammazione cronica causata dallesposizione
chimica produce danni ai tessuti, come lesioni al sistema
nervoso centrale, ai reni, al fegato, ai polmoni, al sistema
immunitario. Questo livello è irreversibile e una volta
che i tessuti sono danneggiati e la funzione dellorgano
compromessa rimangono poche le speranze nella pratica medica
corrente di invertire tale processo.
È
importante osservare che i pazienti possono attraversare questi
stadi senza mai avere manifestato SCM o senza avere stabilito
un collegamento con questa esposizione chimica cronica nel loro
ambiente di vita.
Studi in letteratura
La prima rassegna sulla di SCM è di Cullen et al nel 1987.
Gli autori definiscono la sindrome come disordine acquisito caratterizzato
da sintomi ricorrenti a carico di più organi e apparati,
che insorgono in risposta a unesposizione dimostrabile a
sostanze chimiche, anche a concentrazioni molto inferiori di quelle
che sono in grado di causare effetti sulla salute della popolazione
generale. Questa definizione riprende in effetti quella di Randolph
del 1956 che aveva suggerito il termine di malattia ambientale.
Nel 1996 lInternational Programme on Chemical Safety (IPCS)
dellOMS ha proposto la definizione di disturbo acquisito
con molteplici sintomi ricorrenti associato a diversi fattori
ambientali tollerati dalla maggioranza della popolazione e non
spiegabile per mezzo delle attuali conoscenze internistiche o
psichiatriche. In questa sede la SCM fu anche definita come
idiopathic environmental intollerance, definizione
che nel 2000 Spark ha modificato in intolleranza ambientale
idiomatica. Questa rappresenterebbe una complessa interazione
gene-ambiente la cui vera causa risulta ancora sconosciuta.
Nel 2001 Pall ha proposto una suggestiva teoria come spiegazione
fisiopatologica, partendo dalle sovrapposizioni presentate tra
la SCM e la sindrome da fatica cronica, la fibromialgia e il disturbo
post-traumatico da stress.
Avendo ipotizzato che gli elevati livelli di ossido nitrico e
del suo prodotto ossidante, perossinitrito, sono centrali nella
causa di sindrome da fatica cronica, era probabile un suo ruolo
anche nella SCM.
Le sue supposizioni trovano riscontro nelle osservazioni che seguono.
1. Numerosi solventi organici che si pensa possano causare la
sindrome (formaldeide, benzene, tetracloruro di carbonio, insetticidi
a base di organoclorine) producono aumenti nei livelli di ossido
nitrico.
2. È probabile una sequenza di azione degli insetticidi
organofosfati e carbamati, che possono causare la SCM attraverso
un meccanismo che vede coinvolta lattivazione dei recettori
NMDA (N-Metil-D-Aspartato), noti per essere in grado di produrre
aumenti di ossido nitrico e perossinitrito.
3. Linduzione di citochine dellinfiammazione da parte
di solventi organici può indurre la produzione di sintetasi
dellossido nitrico (iNOS), enzima implicato nella sintesi
di ossido nitrico.
4. Nella SCM è stata riferito un aumento dello stress ossidativo.
5. I sintomi esacerbati dallesposizione chimica sono molto
simili ai sintomi della sindrome da fatica cronica e questi possono
essere spiegati da numerose proprietà note dellossido
nitrico, perossinitrito e citochine infiammatorie, ognuno dei
quali ha un ruolo nel meccanismo proposto.
Comunque, anche se la presenza di eccesso di ossido nitrico/perossinitrito
nella SCM è evidente, questo non basta a spiegare come
si generi unintensa sensibilità chimica multipla,
che resta lenigma di questa patologia lasciando aperta la
domanda da quale meccanismo o insieme di meccanismi è generata
una sensibilità così intensa alle sostanze chimiche.
Un altro modello proposto è quello detto della neural
sensitization (Bell, 1999) un meccanismo molto selettivo
delle sinapsi neuronali, che svolge un ruolo nellapprendimento
e nella memoria (potenziamento a lungo termine). Nella SCM sembrerebbe
che questo meccanismo venga attivato dallesposizione a sostanze
chimiche, come dimostrato dalla tomografia computerizzata ad emissione
di singoli fotoni in pazienti a cui viene fatto inalare un profumo.
Nel 2002 Pall tentò di dimostrare che il potenziamento
a lungo termine coinvolge i recettori NMDA. Questi recettori,
stimolati dal glutammato e dallaspartato, producono un aumento
dellossido nitrico e di perossinitrito, a sua volta in grado
di stimolare il rilascio di glutammato e aspartato e di alimentare
così il circolo vizioso.
Leccesso di ossido nitrico e di perossinitrito provoca una
rottura della barriera ematoencefalica, barriera che serve tra
laltro a limitare laccumulo di sostanze chimiche nel
cervello. In questo modo maggiori quantità di sostanze
chimiche si accumuleranno, producendo una sensibilità chimica.
Inoltre lossido nitrico possiede la capacità di inibire
alcuni sistemi enzimatici (come il citocromo P-450), che servono
a degradare i solventi organici idrofobici, rallentandone la degradazione
e quindi provocando il loro accumulo.
Leccesso di queste sostanze chimiche, in particolare gli
insetticidi, pesticidi organofosfati e i carbamati, coinvolti
spesso nella genesi della SCM, provocano uninibizione della
acetilcolinesterasi, aumentando i livelli di acetilcolina; questa
aumenta la stimolazione dei recettori muscarinici, che una volta
attivati producono laumento dellossido nitrico e quindi
di perossinitrito, innescando il circolo vizioso.
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