M.D.
numero 30, 18 ottobre 2006
Focus
on
GPwSI:
il dibattito continua
di
Antonio Infantino - Medico di medicina generale, Casamassima
(BA), Responsabile Nazionale Dipartimento di Pneumologia AIMEF
Il
GPwSI, acronimo di General Practitioner with Special
Interests (medico di famiglia con interessi specifici)
continua a essere tema di dibattito e confrontro professionale.
Un confronto iniziato nellambito del congresso CardioPneumo
AIMEF 2006 dove il GPwSI fu presentato come esperienza
iniziata nel Regno Unito a partire dagli anni 2000 e tuttora
in grande sviluppo anche in altri Paesi europei. Il Dipartimento
di Pneumologia dellAIMEF ha organizzato di recente a
Bari, assieme alla Fondazione Smith Kline, un altro incontro
specifico su questo tema, di cui riferiamo in dettaglio in
queste pagine. |
Il
GIPSI, come lo chiamano più semplicemente gli inglesi,
è un medico di famiglia che oltre a svolgere le funzioni
tradizionali del suo ruolo, ha anche interesse e competenze specifiche
in unaltra disciplina clinica o più precisamente
in una parte di essa, segnatamente quella che attiene a quelle
patologie, per lo più croniche, a più alta prevalenza
nellambito delle cure primarie (M.D. 2006; 13: 4-7). In
Italia, tuttavia, al dibattito professionale che si è sviluppato
intorno alla nuova figura, fa da contraltare lo scetticismo rispetto
al suo possibile inserimento nel Ssn espresso dai rappresentanti
politici. Eppure, come spiega Kevin Gruffydd-Jones, Respiratory
GIPSI in Inghilterra, per esempio nellEast Lincolnshire,
un GIPSI è riuscito a ridurre i ricoveri per BPCO finanche
del 40%, pur scontando una certa confusione iniziale per
la più esatta definizione dei nuovi compiti e una certa
concorrenza fra GIPSI e specialisti ospedalieri.
Nicola Pansini, Direttore generale della AUSL BA/5 di Bari, ricorda
come negli ospedali del Regno Unito ci siano dei modelli di clinical
governance con al centro il paziente il cui scopo è di
vigilare sulla qualità delle cure e come questi modelli
si stiano spostando sul territorio. A proposito del GIPSI il direttore
generale sottolinea il filo diretto fra questa figura e le forme
di associazionismo medico. Una posizione raccolta da Alberto Tedesco,
Assessore per Politiche della Salute della Regione Puglia, che
evidenzia come lesperienza inglese si avvicini molto a quello
che si sta cercando di introdurre in Italia con le UTAP. Secondo
Tedesco il GIPSI potrebbe trovare con le UTAP la giusta collocazione
nella gestione delle patologie stabilizzate o nella prevenzione
delle fasi acute, allinterno degli ambulatori per
patologia. A fronte di queste potenzialità, comunque
da seguire, lassessore esprime le sue perplessità
su di un eventuale GIPSI italiano sottolineando le
profonde differenze fra i due sistemi sanitari.
Il nostro Ssn, rispetto a quello della Gran Bretagna è
molto meglio specificato e individuato nelle figure che lo compongono,
come dimostra la presenza degli specialisti ambulatoriali che
già svolgono il ruolo di filtro intermedio
fra il medico di famiglia e lospedale e con i quali il GIPSI
potrebbe entrare in conflitto. Il cittadino, poi, potrebbe vedere
in questa figura unoperazione tesa alla riduzione dei costi
a danno della qualità, aumentando la conflittualità
di sistema.
GIPSI: economie o economicismi?
Vincenzo Pomo, Direttore dellArea Programmazione e Assistenza
Territoriale della Regione Puglia, pur ipotizzando un possibile
impiego del modello GIPSI in ambiti di particolare morbilità
quali quello cardiologico e respiratorio, si associa alle perplessità
della parte politica, ricalcando le obiezioni dellassessore
Tedesco, ribadisce che la gestione della medicina specialistica
da parte del GIPSI non è coerente con limpostazione
culturale e organizzativa del nostro modello di sanità
territoriale per due motivi: il primo è dato dalla
presenza in Italia degli specialisti ambulatoriali, il secondo
da dati recenti che mostrano come oltre il 70% dei Mmg italiani
è in possesso di una specializzazione che mette a disposizione
dei suoi assistiti. Nel sistema, dunque, cè già
una figura intermedia che di fatto mette a disposizione dei suoi
assistiti le proprie competenze specialistiche che vanno ben al
di là dei soli specifici interessi. Invece molti
altri pareri sembrano convergere proprio sulle opportunità
di economie che la nuova figura introduce nellambito della
riorganizzazione territoriale delle cure primarie.
Dario La Fauci, del Centro nazionale di Prevenzione e difesa sociale
di Milano, introduce da un punto di vista economico le caratteristiche
principali del mercato sanitario enfatizzandone le peculiarità.
Immediato è il riferimento al medico di famiglia come figura
qualificata anche nella gestione ottimale del macro-sistema. Creando
un parallelismo con i risultati caratterizzanti lesperienza
del GIPSI, leconomista sanitario presenta il caso di una
sperimentazione di UTAP (Thiene, Alto Vicentino) come modello
organizzativo per la medicina generale simile per molti aspetti
a quello inglese. I dati e le evidenze emerse in questa esperienza
sono stati incoraggianti, confermando lopportunità
di proseguire nello studio del binomio GIPSI-UTAP alla luce di
reali possibilità di miglioramento delle cure primarie
nei termini della qualità oggettiva del percorso clinico
e delleffetto terapeutico globale sul paziente.
Giovanni Renga, past president della Società Italiana di
Pedagogia Medica, riprendendo il concetto di associazionismo,
per la caratteristica della multiprofessionalità, giudica
molto interessante lUTAP rispetto ad altre forme di associazionismo
già collaudate, ma che non hanno portato particolare valore
aggiunto allassistenza perché monoprofessionali.
I format pedagogico-formativi dei nuovi corsi di studio
stanno producendo nuove figure professionali particolarmente preparate
- spiega Renga - come del resto potrebbe esserlo il GIPSI che
nella sua attività utilizza tecnologie. Il problema
della sovrapposizione di alcune figure, secondo Renga, tuttavia
non è banale, sia per i sistemi formativi sia per il Ssn.
Comunque il GIPSI, già solo per linnovazione che
esso comporta, appare figura di per sé stimolante unitamente
alle UTAP.
La gestione delle cronicità
La storia naturale di un paziente con scompenso cardiaco
cronico è tale da portare questo paziente a trascorrere
circa un mese lanno in ospedale e il resto presso il suo
domicilio, con un certo numero di accessi al Pronto Soccorso per
la stabilizzazione clinica non seguita da ricovero. Le competenze
del medico di famiglia normalmente multidisciplinari, potrebbero
non rispondere a questo tipo particolare di esigenza e in questi
spazi, così come negli ambulatori dedicati, il GIPSI potrebbe
trovare qualificata collocazione.
Vincenzo Contursi, Responsabile Nazionale del Dipartimento di
Cardiologia AIMEF, lancia un sasso nello stagno, quello delle
cronicità, che trova anche Onofrio Resta, direttore della
cattedra di Malattie Respiratorie dellUniversità
di Bari, daccordo nella necessità crescente dellappropriatezza
delle cure e della sede delle cure. La intermediate care,
quella che potrebbe anche in Italia essere gestita meglio dalla
medicina di famiglia con la figura del GIPSI è una reale
esigenza oggi colmata malamente, in una continuità assistenziale
assolutamente carente per questa tipologia di ammalati, dai più
diversi attori senza competenze specifiche. Sulla stessa
linea anche Anna Maria Moretti, direttore della Divisione di Pneumologia
del Policlinico di Bari, che ha evidenziato il gap esistente fra
i criteri di ospedalizzazione e i percorsi diagnostico-terapeutici
propri della MdF.
Anche secondo Maria Pia Foschino Barbaro, direttore della cattedra
di Malattie Respiratorie dellUniversità di Foggia,
cè la necessità di unazione di filtro
territoriale in particolare per i ricoveri, cosa che il GIPSI
potrebbe contribuire a migliorare.
Auspicando uno sviluppo della intermediate care ha posto laccento
su quanto a tale sviluppo stia contribuendo la crescita globale
della medicina di famiglia con linsegnamento universitario
della Disciplina, tenuto da MdF docenti e con lintroduzione
della frequenza obbligatoria degli studenti presso i loro studi.
Maria Carbonara di Federasma (Federazione nazionale delle associazioni
dei pazienti con problemi respiratori) denuncia che, nonostante
la cresciuta attenzione da parte degli organismi istituzionali
e i progressi terapeutici, lasma continua a essere fonte
di disagio e di cattiva qualità della vita, per chi
ne soffre. Auspica a un miglior coinvolgimento terapeutico dei
pazienti e a un incentivo educazionale. Il GIPSI, coniugando
linclinazione alla comunicazione del medico di famiglia
alle maggiori competenze specifiche in un determinato ambito,
potrebbe, a suo avviso, rispondere a tali bisogni.
I
partecipanti al Workshop di Bari |
Le
posizioni espresse nellarticolo nascono dal Workshop
Il medico
di famiglia con speciali interessi: una nuova sfida nella
ricerca
della qualità e continuità nelle cure primarie,
organizzato a Bari
dal Dipartimento di Pneumologia AIMEF e dalla Fondazione Smith
Kline, con il supporto di GSK.
Obiettivo del seminario è stato quello di esaminare
lesperienza inglese
e nel contempo di iniziare a valutare limportabilità
del modello GIPSI nel contesto della realtà
italiana.
Alla tavola rotonda, aperta da una relazione introduttiva
sullesperienza inglese da parte di Kevin Gruffydd-Jones
proveniente da Box nello Wiltshire (UK), Respiratory GPwSI
ed Education Lead of the General Practitioner Airways Group,
hanno partecipato:
AIMEF: Giacomo Tritto (Presidente), Vincenzo Contursi,
Antonio Infantino.
Associazioni dei pazienti: Maria Carbonara (Federasma).
AUSL Managership: Nicola Pansini (Direttore Generale
AUSL
BA/5 - Bari).
Economia Sanitaria: Dario La Fauci (Centro Nazionale
di Prevenzione e Difesa Sociale di Milano).
Fondazione Smith Kline: Paolo Rizzini (Vice presidente
e segretario generale, Milano) e Marco Bassi (Responsabile
della Qualità e Coordinamento Progetti, Milano).
Governo Regionale: Alberto Tedesco (Assessore Politiche
della Salute Regione Puglia - Bari) e Vincenzo Pomo (ARES
Puglia, Direttore Area Programmazione e assistenza territoriale
- Bari).
Medici ospedalieri: Anna Maria Moretti (AIPO Past President,
Direttore Divisione Pneumologia Policlinico di Bari).
Università di Medicina: Giovanni Renga (SIPeM
Past President,
Pedagogia Medica, Università di Torino), Onofrio
Resta (SIMeR,
Direttore Cattedra Malattie App. Respiratorio, Università
di Bari) e Maria Pia Foschino Barbaro (SIMeR, Direttore
Cattedra Malattie Apparato Respiratorio, Università
di Foggia). |
Convinti,
meno convinti e rimandati
Azzardando qualche commento rispetto alle posizioni espresse,
è piuttosto palese la differenza di vedute fra chi rappresenta
un governo regionale e tutti gli altri, come altrettanto da sottolineare
è il parere favorevole dei protagonisti dellassistenza
ospedaliera, che hanno unanimemente messo in evidenza diverse
criticità nelle cure intermedie, dato su cui riflettere,
e quindi lesigenza di colmarle magari proprio con linserimento
a questo livello del medico di famiglia con interessi speciali.
È evidente che ogni innovazione debba essere adattata al
contesto nel quale si inserisce e partendo proprio da questo presupposto
esiste anche in Italia la possibilità di collocare la figura
del GIPSI al livello intermedio delle cure.
La ricetta potrebbe essere quella di individuare gli ambiti di
patologia nel contesto delle specialità (non le specialità
nella loro interezza) con maggiori criticità (gli indicatori
di morbilità e di difetto delle cure non mancano), le aree
geografiche dove le cure secondarie sono carenti, visto che la
specialistica ambulatoriale non copre affatto né ovunque
il livello intermedio delle cure, né fa da filtro come
si auspicherebbe e da tempo se ne parla come un ruolo a esaurimento.
La proposta potrebbe essere quindi quella di sviluppare allinterno
delle UTAP il ruolo del GIPSI che, rispetto al moto volontario
privo del dovuto controllo di qualità degli ambulatori
per patologia riscontrabile nelle poche esperienze avviate,
darebbe al cittadino un servizio certificato e di qualità,
che può essere invece particolarmente apprezzato. Si tratta
in sostanza di integrare e non di sostituire.
AIMEF continuerà a sostenere il dibattito culturale sul
GIPSI, che è auspicabile allargare anche alle altre società
scientifiche della medicina di famiglia. Lapprofondimento
di questa tematica continuerà a Siena nellAssemblea
Scientifica autunnale di AIMEF e a Bari in gennaio nellambito
del CardioPneumo AIMEF 2007 dove la conferenza internazionale,
con la presenza di medici di famiglia europei opinion leader sullargomento,
sarà completamente incentrata su questo tema (www.cardiopneumoaimef.it).
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