Editoriale
Finanziaria: novità, tagli e promesse
Uniniezione
di fiducia da 6 miliardi di euro, con un Fondo sanitario nazionale
che arriva a 97 miliardi, unaggiunta di 3 miliardi per
gli investimenti e di 349,5 milioni per la ricerca, e che stanzia
presso il ministero della Solidarietà la base del primo
Fondo per la non autosufficienza che vale 50 milioni nel 2007,
poi 200 nel 2008 e nel 2009. È quanto il ministro della
Salute Livia Turco ha strappato al ministro dellEconomia
Padoa Schioppa per il Servizio Sanitario, in cambio di assegni
di rigore staccati in sequenza prima con le Regioni e poi con
gli stessi cittadini.
Ai Governatori il ministro ha chiesto di sottoscrivere un nuovo
Patto e di arrivare in tre anni a zero debiti,
che passeranno, per le Regioni del Sud, per un riesame dei livelli
di assistenza e lalleggerimento dai bilanci dellofferta
di servizi non essenziali, per un risparmio complessivo di 1,125
miliardi. Per i cittadini limpegno è quello di
partecipare alla spesa su pronto soccorso, diagnostica e specialistica,
con un ticket per i non esenti in tutta Italia di 23 euro per
i codici bianchi, ovvero le prestazioni durgenza
non urgenti, e salirà a 41 euro per i codici verdi,
salvo traumatismi e avvelenamenti, che si accompagneranno al
ticket-ricetta da 10 euro per la specialistica ambulatoriale,
che ancora pagheranno soltanto i non esenti.
I nuovi ticket frutteranno 750 milioni, mentre le riduzioni
di spesa per farmaci, laboratori e diagnostica 1,125 miliardi
e così i risparmi da tre miliardi sono serviti. I cittadini
inoltre sono chiamati a essere più responsabili nellutilizzo
delle risorse del Ssn, per questo saranno tenuti a pagare il
costo delle prestazioni diagnostiche effettuate se non ritireranno
i referti e anche le visite specialistiche prenotate a cui non
si presenteranno. Ma sono state anche predisposte sanzioni aggiuntive
per le truffe ai danni del Ssn da parte degli operatori del
servizio sanitario.
A questo punto, dati i tagli, ci si deve occupare dello sviluppo
del sistema. Perché le nuove risorse, così recuperate,
non vadano più a cementare il vecchio, ma a liberare
quella novità che il territorio chiede a gran voce da
ormai troppi anni. Annunciata per novembre, verosimilmente si
terrà in primavera la Conferenza Nazionale sulle Cure
Primarie che, nei desideri del ministero della Salute, dovrebbe
essere il luogo deputato in cui le tante esperienze di buone
pratiche di assistenza primaria possano diventare finalmente
sistema e patrimonio condiviso di tutto il Servizio sanitario
nazionale. Il ministero ha approntato allo scopo una nuova Direzione
generale per le Cure Primarie e una nuova Commissione ministeriale
ad hoc, perché quella centralità delle cure primarie,
più volte enunciata, diventi finalmente realtà.
Una straordinaria coincidenza, quella della prossima primavera,
con la necessità di riapertura dei tavoli per la discussione
della Convenzione, che a questo punto dovrebbe anticipare, correggere,
implementare quello che della medicina generale dovrà
essere ricompresso nella nuova rete di cure primarie.
La Commissione e la Direzione generale per le cure primarie
dovrebbero diventare, nelle premesse, operativi al più
presto. Si raccolgono proposte, suggerimenti e nuove ipotesi
organizzative per la loro prima rifondazione post-federalista.