M.D.
numero 28, 4 ottobre 2006
Farmaci
Moderno approccio alla terapia della depressione
di Sirio Spadano
Intervenire
sui sintomi fisici oltre che su quelli psichici della depressione
è essenziale per raggiungere gli obiettivi terapeutici
di remissione e di prevenzione. Un approccio che oggi è
possibile per la disponibilità di nuovi farmaci
come la duloxetina in grado di inibire la ricaptazione di serotonina
e di noradrenalina, modulando così il disturbo umorale
e gli altri sintomi fisici
I
disturbi depressivi, definiti in base alla classificazione del
DSM-IV, colpiscono circa 340 milioni di persone nel mondo e si
prevede che nel 2020 diventeranno la seconda patologia a livello
mondiale.1
Più nello specifico in Italia la depressione ha una prevalenza
nella popolazione generale variabile tra il 3% e il 9%, inoltre
le stime più recenti riportano che soffrono o hanno sofferto
di disturbi depressivi oltre 5 milioni di adulti e a causa di
una mancata correttezza diagnostica si rileva che ne esistano
altrettanti non riconosciuti.
Soprattutto nellambito della medicina generale la diagnosi
di depressione è spesso complicata dal fatto che frequentemente
i pazienti depressi riportano una combinazione di sintomi emotivi
e fisici, che talvolta risultano difficili da interpretare.2
È stato infatti dimostrato che oltre il 76% dei pazienti
depressi riferisce sintomi fisici o somatici, anche dolorosi come
cefalea, dolori allo stomaco, mal di schiena e dolorabilità
diffusa3. Da una recente indagine, che ha
coinvolto diverse nazioni, è emerso che il 69% dei pazienti
depressi che si rivolgono ai medici di medicina generale riportano
in prima istanza solo sintomi fisici come motivo della consultazione.3
Quindi, nonostante sia oramai risaputo che la sintomatologia della
depressione comprende sia sintomi psichici (umore depresso, apatia,
ansia, idee di colpa e di inutilità, ecc) sia fisici (insonnia,
inappetenza, cefalea, mal di schiena, dolori alle spalle e al
collo e altri dolori privi di causa organica, astenia, disturbi
gastrointestinali, ecc), la sintomatologia fisica è ancora
spesso sottovalutata nella fase diagnostica.
Eppure agire su tutti i sintomi della depressione è essenziale
al fine di aumentare la probabilità di raggiungere entrambi
gli obiettivi terapeutici di una terapia antidepressiva, ovvero
la remissione di tutti i sintomi (psichici e fisici) e la prevenzione
di nuovi episodi depressivi.
Revisione dellapproccio terapeutico
Poiché la remissione è divenuta lo scopo ultimo
nel trattamento della depressione, è in corso una notevole
revisione dellapproccio terapeutico a questa patologia,
con lobiettivo di trovare e utilizzare farmaci in grado
di eliminare rapidamente lintero spettro sintomatologico
e di riportare il paziente alla normalità.4
In effetti le attuali opzioni farmacologiche presentano una percentuale
di risposta terapeutica ritenuta insufficiente nel 10-30% dei
pazienti e solo nel 30-40% dei casi si ottiene una completa remissione
dei sintomi.1 Inoltre, la sintomatologia
fisica della depressione risulta spesso difficile da controllare
e la sua persistenza è tra i principali motivi di scontento
per i pazienti (70% dei casi).5 Daltronde
è dimostrato che la presenza di sintomi residui aumenta
notevolmente il rischio di recidive del disturbo depressivo.6,7
Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI),
gli antidepressivi più comunemente prescritti, hanno un
meccanismo dazione singolo che modula la ricaptazione di
serotonina. La selettività degli SSRI li rende più
sicuri e tollerati rispetto ai precedenti inibitori delle monoamino-ossidasi
(iMAO) e degli antidepressivi triciclici (TCA), dotati di azione
multipla. Tuttavia, dal momento che la serotonina non è
lunico neurotrasmettitore implicato negli aspetti patofisiologici
della depressione, la selettività che garantisce la sicurezza
degli SSRI potrebbe limitarne lefficacia in alcuni pazienti.4
È stata dunque sviluppata una nuova classe di antidepressivi
a duplice azione che sono in grado di inibire la ricaptazione
sia della serotonina sia della noradrenalina (SNRI).
Questi inibitori sono superiori ai precedenti antidepressivi ad
azione multipla in termini di tollerabilità, si confrontano
favorevolmente con gli SSRI in termini di sicurezza e riducono
la depressione e i sintomi ad essa associati con maggiore rapidità.4
Essi rappresentano quindi un approccio completo al disturbo depressivo
proprio per il fatto che la loro efficacia abbraccia un più
ampio spettro sintomatologico.
Duloxetina
Una nuova molecola appartenente alla classe degli SNRI è
la duloxetina, già ampiamente utilizzata da due anni negli
USA e disponibile in Italia dal febbraio 2006. La sua efficacia
è stata dimostrata in diversi studi che hanno coinvolto
oltre 6.000 pazienti con diagnosi di depressione, documentandola
sia in termini di risposta terapeutica (riduzione „50% del punteggio
basale alla Hamilton Depression Scale - HAMD), sia in termini
di tassi di remissione, con punteggi £7 alla HAMD1,7,8,9
(figura 1).
Duloxetina rappresenta un nuovo approccio alla depressione, in
quanto la sua peculiarità risiede nel meccanismo dazione
a doppio attacco: alla dose iniziale e terapeutica
(60 mg/die in monosomministrazione) duloxetina inibisce il reuptake
sia di serotonina sia di noradrenalina, in modo potente e bilanciato.10
Selettività e bilanciamento permettono alla molecola di
essere efficace non solo sui classici sintomi emotivi della depressione,
ma anche sui sintomi fisici e fisici dolorosi.3 Questa duplice
efficacia è probabilmente legata allazione sui due
neurotrasmettitori (serotonina e noradrenalina) coinvolti nelle
vie proiettive discendenti che, interagendo reciprocamente tra
loro, modulano il dolore e gli altri sintomi fisici. Inoltre,
la selettività per serotonina e noradrenalina permette
a duloxetina di non interferire con tutti gli altri sistemi neurorecettoriali,
meccanismo che si traduce in un profilo di tollerabilità
particolarmente favorevole.8,11
La molecola è infatti ben tollerata a livello cardiovascolare
dove non causa altrazioni significative della pressione arteriosa,
della frequenza cardiaca ed elettrocardiografiche. Anche relativamente
a funzionalità sessuale e alterazione del peso, duloxetina
ha dimostrato un profilo favorevole.8
Tra gli effetti indesiderati, il più frequente è
la nausea, da lieve a moderata, che raramente è causa di
sospensione del trattamento (meno del 2% dei casi) e tende comunque
a scomparire entro la prima settimana.8,9
Il profilo di sicurezza e tollerabilità, sovrapponibile
a quello degli SSRI, e la monosomministrazione giornaliera (60
mg) senza necessità di titolazione concorrono a migliorare
laderenza del paziente alla terapia.12
Duloxetina consente quindi di centrare il più importante
obiettivo della terapia antidepressiva, ovvero la remissione del
disturbo affettivo: lampio controllo di tutti i sintomi
depressivi correla, infatti, con tassi di remissione più
elevati.13
Alla risoluzione dei sintomi depressivi consegue ovviamente un
miglioramento di altri outcomes importanti, come la qualità
di vita del paziente e il dispendio di risorse, non solo economiche.
Duloxetina rappresenta quindi un nuovo approccio e un reale progresso
nel trattamento della depressione, garantendo - grazie al suo
meccanismo dazione doppio e bilanciato - un controllo efficace,
sicuro e persistente di tutti i sintomi della depressione.
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