Editoriale
Si attendono notizie sulla nuova ECM
Dal
primo gennaio 2002 nel nostro Paese medici, infermieri, farmacisti,
odontoiatri, veterinari, biologi, chimici
e quantaltro hanno cominciato a riscuotere crediti formativi
mediante la partecipazione ad attività ed eventi di formazione
nellambito del progetto di Educazione Continua in Medicina.
La formazione continua, stando al pomposo esordio del sistema,
doveva poggiare sul diritto-dovere di ogni professionista della
salute di mantenere e migliorare conoscenze, abilità
e competenze adeguandole al progresso scientifico. Al ministero
della Salute spettava il compito dindirizzo e vigilanza,
affinché il sistema avesse la sua coerenza, alle Regioni
era affidato il compito di promuoverlo sul territorio, con la
partecipazione degli Ordini.
Questo 2006, dopo lavvio faticoso della formazione residenziale
e del difficilissimo debutto della formazione a distanza, doveva
essere lanno della formazione sul campo: ovvero lanno
in cui pratica e audit clinici, ricerca e approfondimento
sul lavoro quotidiano avrebbero dovuto portare i professionisti
a misurarsi con il cambiamento del proprio fare quotidianamente
prevenzione, cura, medicina, salute.
Ma qualcosa senza dubbio si è inceppato e va al di là
delle infinite polemiche sul profilo dei fornitori di aggiornamento,
sui valutatori e persino sulla commissione nazionale di coordinamento.
Nel maggio scorso gli esperti del ministero della Salute avevano
assicurato che sarebbe stato portato a breve in Conferenza Stato-Regioni,
per il parere necessario allavvio a regime, un nuovo Piano
nazionale per laggiornamento e la formazione continua,
che avrebbe introdotto altre possibilità di accumulare
crediti:
leggere riviste scientifiche, partecipare alle sperimentazioni
cliniche e fare i tutor per i giovani colleghi.
Si parlò anche di modifiche legislative allECM,
per iniziare una nuova fase dopo quella sperimentale di questi
anni. Cè stato chi ha proposto che a vigilare sullECM
fosse, addirittura, una Commissione nazionale sulla qualità
che ne soppesasse il profilo al pari di quello dei servizi ai
cittadini. Siamo a ottobre ma, dopo gli annunci, tutto ancora
tace. I medici, dopo infiniti slalom tra una giungla di iniziative
di poco valore e di marketing mascherato da scienza, forse riusciranno
a portare a casa i crediti richiesti. Forse per scoprire, tra
un mese,
che non gli sono più richiesti. O che ne servono altri,
diversi, oltre a scienza e coscienza, per potersi dire medici
e convenzionati. Fatto sta che forse nellambulatorio lECM
non arriverà mai, presa comè tra informatica
e congressi. Ma se qualcuno ha unidea diversa, nel Palazzo
o nelle dependance del Ssn, sarebbe il momento giusto per farsi
sentire.