M.D.
numero 26, 20 settembre 2006
Dibattito
Scarsa partecipazione dei Mmg a uno studio:
opinioni a confronto
Su M.D. n. 19/2006 è stato pubblicato un articolo
firmato da alcuni medici del Centro di Senologia delle Delegazioni
Alto Lario di Gravedona (CO) e Cinque Valli di Porlezza
(CO) e da Mmg dellAsl 3 di Como. Nellintervento
riportavano la loro esperienza su uno studio per identificare
donne ad alto rischio familiare di ammalarsi di tumore alla
mammella.
La riflessione degli autori, che ha riguardato soprattutto
la scarsa partecipazione dei Mmg della zona alla raccolta
dei dati anamnestici delle proprie assistite, considerata
come un preoccupante sintomo di demotivazione, ha suscitato
alcune critiche da parte di un collega. Riportiamo il dibattito,
con lintento di allargare la discussione tra i lettori
sullargomento. |
LA CRITICA
Giuseppe Grasso
Medico di medicina generale
Presidente Scuola di Formazione
Medicina di Famiglia - Regione Lazio
I
commenti e le riflessioni riguardo alla scarsa partecipazione
dei Mmg della zona allo studio proposto è laspetto
che più mi ha suscitato perplessità. Dalla relazione
si legge che a fronte di un progetto (finanziato?) riguardante
il ben conosciuto maggiore rischio delle donne di ammalarsi
di tumore mammario e ovarico se appartenenti a famiglie
a rischio, il ruolo ritagliato per il Mmg consisteva
nella semplice raccolta anamnestica. Già per questo motivo
gli autori non dovrebbero stupirsi se solo il 17% dei Mmg interpellati
vi abbia partecipato.
Inoltre, gli autori, impegnati nella ricerca delle cause dellinsuccesso
del loro progetto, invece di interrogarsi sulle sue macroscopiche
carenze scientifiche, cadono nella facile demagogia della assenza
di cena offerta dallo sponsor, sulla scarsa cultura
dei Mmg a collaborare in studi clinici: sarebbe fin troppo
facile ricordare ai colleghi specialisti come solo per loro
sia possibile partecipare ai congressi sponsorizzati
e svolti in amene località.
Le riflessioni finali sulla supposta demotivazione
della medicina generale che, avendo rifiutato uno studio
poco impegnativo perché consistente solo nella raccolta
di dati anamnestici, non sarebbe pronta a occuparsi né
a gestire problematiche più importanti, servono solo
a non mettere in chiaro il punto centrale del problema.
Si dimentica infatti che in Italia il Ssn assegna al Mmg il
compito di occuparsi della salute del proprio paziente, mentre
il collega specialista ne è il suo consulente. Nel progetto
in esame il Mmg avrebbe dovuto compilare la cartella clinica
anamnestica, compito di certo poco gratificante e che normalmente
negli ospedali viene assegnato a studenti e/o specializzandi.
Il rifiuto dei colleghi Mmg è stata la conseguenza di
un progetto partito male, senza condivisione di ruoli e
di obiettivi scientifici, culturali, organizzativi.
Devo sottolineare come, nonostante la crescita scientifica avvenuta
negli ultimi anni nel campo della medicina generale in Italia,
alcuni colleghi specialisti non prendano ancora in considerazione
tale fatto.
LA
RISPOSTA
Giorgio M. Baratelli
Chirurgo Senologo
Ospedale di Gravedona (CO)
Leggere
tali osservazioni al nostro lavoro mi offre la possibilità
di chiarire il mio (nostro) pensiero.
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Innanzitutto,
larticolo è stato firmato anche dai sei Mmg che
hanno collaborato al progetto. I loro nomi sono anche apparsi
nella comunicazione e sui poster presentati al congresso della
Società Italiana di Senologia (FirenzeNO, 16-19 novembre
2005) e al 5° European Breast Cancer Conference (Nizza,
21-24 marzo 2006). Questo conferma che gli onori scientifici
del progetto sono stati condivisi tra tutti i partecipanti,
senza distinzione di categoria o di numero di
dati forniti.
-
Abbiamo
descritto quanto è accaduto e tratto le nostre conclusioni,
ovviamente personali (di tutti gli autori, quindi anche dei
6 Mmg) che possono anche non essere condivise, ma non sono
offensive. Cè sicuramente una nota di rammarico
per avere costatato che una parte consistente dei Mmg non
ha colto lopportunità, nonostante gli sforzi
per coinvolgerli: ho contattato personalmente i Mmg che per
qualche motivo non avevano potuto partecipare alla presentazione.
Cè anche il rammarico scientifico di non avere
raccolto un numero maggiore di casi, anche se 7.060 è
comunque una cifra significativa.
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Sottolineo
che lonore scientifico è stata lunica gratificazione
per tutti: non è facile presentare un poster a un congresso
internazionale, perché il comitato scientifico opera
una notevole selezione. Al congresso di Nizza i poster accettati
sono stati 420, 26 (6%) di questi erano italiani e uno era
il nostro, lunico dove comparivano come autori anche
Mmg.
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Il
progetto non è stato in alcun modo sponsorizzato
né finanziato da aziende farmaceutiche e non ha neppure
fatto guadagnare i tanto apprezzati crediti ECM. Abbiamo avuto
solo una copertura delle spese da parte delle Delegazioni
della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori.
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Per
quanto riguarda la critica sulla raccolta anamnestica familiare:
si trattava del punto fondamentale sul quale era basato
tutto il lavoro;
il coinvolgimento dei Mmg si è basato sulla
considerazione che proprio perché medici di famiglia
possono conoscere meglio dello specialista la storia familiare
delle loro assistite;
raccogliere notizie anamnestiche non mi è sembrato
e non mi sembra un ruolo svilente, perché lo ritengo
parte fondamentale del nostro quotidiano lavoro.
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Per
quanto riguarda la critica relativa al coinvolgimento dei
Mmg solo nella fase di raccolta dati (nel senso di usarli
come manovalanza per poi gestire i risultati in
altra sede), preciso che i Mmg sono stati coinvolti e informati
in tutte le fasi del progetto, che sono consistite nella riunione
preliminare necessaria per spiegare lobiettivo e le
modalità operative, nei contatti personali (telefonici
o per email) con i medici che hanno partecipato, nella comunicazione
dei dati finali e, in anteprima, delle bozze dei lavori scientifici.
Ogni medico ha una copia cartacea e su CD dei lavori scientifici
che il progetto ha prodotto. Alcuni di essi hanno appeso nelle
sale dattesa dei loro ambulatori una copia dei poster.
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Il
coinvolgimento e la collaborazione dei Mmg continua nella
seconda fase del progetto, che consiste nel programma di sorveglianza
intensiva per le donne ad alto rischio individuate: quindi
il Mmg è attivamente partecipe anche nella gestione
dei controlli.
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Mi
sembra inutile, improduttivo e stantio insistere ancora sulla
dicotomia di compiti tra Mmg e medico specialista (anche se
in parte posso capire la nota polemica conoscendo bene gli
specialisti). La collaborazione è larma più
vantaggiosa per operare per il bene del paziente, che è
solo una persona malata e sofferente e non un possesso
di un medico in particolare. Lavorare insieme quindi non solo
è auspicabile e possibile, ma è anche molto
gratificante per tutti.
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Vorrei
ancora aggiungere le impressioni personali (quindi non scientifiche)
confidatemi dai Mmg che hanno partecipato: essi si sono sentiti
gratificati proprio dalle loro assistite che si meravigliavano
felicemente dellintervista nel corso di una visita in
ambulatorio per altri motivi (spesso per la burocratica ricetta).
Hanno costatato con piacere che il loro medico di fiducia
si interessava attivamente a un problema di prevenzione, senza
demandarlo allo specialista, ma collaborando con lui.
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Sullobiettivo
del progetto, definito dal collega ben conosciuto,
desidero rimarcare che non è ancora chiaro, sia ai
Mmg che a tanti specialisti senologi, cosa si intenda rischio
familiare di ca mammario e ovarico. A riprova di questo,
in letteratura esistono linee guida differenti, e per quanto
riguarda la realtà italiana, il gruppo di lavoro sul
rischio familiare della FONCaM (Forza operativa nazionale
sul carcinoma della mammella), del quale faccio parte, presenterà
una proposta, che sarà discussa e poi diventerà
operativa.
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Avere
chiesto la partecipazione fattiva dei Mmg è la dimostrazione
più concreta delle intenzioni di collaborazione, e
non di antitesi, che ispirano il mio lavoro di specialista.
Inoltre la mia collaborazione con i Mmg non è certo
venuta meno con i colleghi che per le loro ragioni, sempre
rispettabili, hanno deciso di non partecipare allo studio
proposto.
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Mi
sembra fuori luogo, almeno per quanto mi riguarda, la polemica
sulla partecipazione a congressi.
Infine, in considerazione del suo ruolo, le esterno la mia
disponibilità a fornirle i particolari operativi dello
studio, qualora fosse interessato a ripeterlo nella sua Regione,
augurandomi che, nel caso, possa ottenere una compliance maggiore
della nostra.
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