M.D.
numero 25, 13 settembre 2006
Terapia
Affrontare e prevenire la diarrea del viaggiatore
di Angela Walmar
Nella terapia ha
un ruolo importante la somministrazione di farmaci con specifica
azione antibatterica, dando la preferenza a quelli con azione
esclusivamente intestinale come rifaximina. Studi recenti hanno
suggerito la possibilità di utilizzarla anche in profilassi
Sono
più di 50 milioni le persone che ogni anno viaggiano
dai paesi di origine verso i climi caldi, con il rischio, soprattutto
in quelle aree con un livello di igiene e infrastrutture sanitarie
carenti, di diarrea del viaggiatore (evenienza che si verifica
nel 40% dei viaggiatori), per esposizione a batteri enteropatogeni
scarsamente presenti nel Paese di origine. Generalmente la sintomatologia
si esaurisce nellarco di 24-30 ore, ma non devono essere
trascurate le conseguenze croniche. In una percentuale variabile
dal 2% al 10% dei casi, i viaggiatori con diarrea soffrono di
forme persistenti e alcuni studi recenti hanno dimostrato che
le forme di diarrea batterica, inclusa quindi quella del viaggiatore,
nel 4-31% dei pazienti possono sfociare nella sindrome da intestino
irritabile così detta post-infettiva (Ann Intern Med
2005; 142: 805).
Lapproccio più semplice al problema è costituito
da un breve ciclo di antimicrobici specifici (per 3-5 giorni
consecutivi), scelti tra quelli ad indicazione specifica. Rifaximina
(Normix®), antibiotico noto per alcune interessanti caratteristiche
farmacologiche alla base della sua recente approvazione da parte
della Food and Drug Administration (scarso assorbimento, attività
non sistemica e selettiva a livello intestinale, ampio spettro
di attività verso Gram-positivi e Gram-negativi, aerobi
e anaerobi e verso alcuni parassiti), trova applicazione nel
trattamento, oltre che della diarrea del viaggiatore, anche
di tutte quelle forme sostenute da alterato equilibrio della
flora microbica intestinale, delle infezioni batteriche acute
e croniche e nelle sindromi diarroiche.
Recentemente
il suo impiego è stato proposto anche a scopo profilattico
per la diarrea del viaggiatore in uno studio randomizzato, in
doppio cieco, controllato con placebo. Si tratta di uno studio
clinico pre-registrativo (fase III) nel quale sono stati valutati
210 soggetti che si recavano in Messico per motivi di studio,
assegnati a uno dei seguenti gruppi di trattamento: rifaximina
200 mg/die, rifaximina 200 mg bid, rifaximina 200 mg tid,
placebo, per 2 settimane (Ann Intern Med 2005; 142:805). Rifaximina
ha fornito una protezione del 72% e del 77% nei confronti della
diarrea del viaggiatore (definita come passaggio di almeno 3
feci non formate nelle 24 ore più uno dei seguenti segni
o sintomi: dolore addominale o crampi, nausea, vomito, febbre,
urgenza alla defecazione, presenza di sangue o muco nelle feci,
tenesmo, aumento dei gas intestinali) e della diarrea trattata
con antibiotici. La probabilità di non incorrere nella
diarrea del viaggiatore ha raggiunto la significatività
statistica per tutti dosaggi di rifaximina (p<0.001) (figura
1). Nei soggetti con diarrea ma che non rispondevano con esattezza
ai criteri di cui sopra il trattamento con rifaximina ha comunque
ridotto lincidenza di diarrea moderata (p=0.02) e dei
sintomi intestinali (p=0.009 per dolore e crampi; p=0.02 per
presenza di eccesso di gas).
Nelle conclusioni dello studio si sottolinea come rifaximina
sembra essere farmaco ideale per la chemioprofilassi della
diarrea del viaggiatore, con un margine di sicurezza anche in
caso di uso prolungato in viaggiatori internazionali a rischio
di infezione.