Editoriale
E per i medici di famiglia la sfida continua
L'estate
ci raggiunge con una contraddizione di afa e piogge tropicali.
Sembra un po’ il nostro Servizio sanitario nazionale,
perennemente diviso tra nuovi piani, nuovi corsi, nuovi programmi,
e il problema cronico, vecchio quanto la sua esistenza, di raggiungere
un livello di finanziamento adeguato e sufficiente alla sfida
della complessità delle domande e delle risposte di salute.
Questa stessa ambivalenza, questa convivenza tra vecchio e nuovo,
tra contenimento e rilancio, la ritroviamo anche nella figura
del medico di medicina generale, che si trova a dover lanciare
e vincere una doppia sfida: quella delle risorse, esigue, complicate
da raggiungere, ma soprattutto da incrementare e quella di uno
spessore professionale che deve crescere di necessità,
per accogliere, leggere e corrispondere ai nuovi bisogni.
La domanda squisitamente culturale su che cosa sarà la
medicina di famiglia del futuro, non può non portare
la mente a quella Convenzione nazionale già scaduta mentre
Regioni e aziende sanitarie stentano a tradurre localmente quella
precedente. Il segnale della necessità di coniugare la
complessità che avanza nella professione ci arriva dalla
proposta italiana a WONCA Europa di arricchire le caratteristiche
del medico di famiglia di un dodicesimo punto, che riguarda
la responsabilizzazione individuale del paziente finalizzata
a una propria più corretta autogestione.
Il medico di famiglia è infatti in posizione strategica
e ha insito nel suo mandato professionale la specificità
relazionale capace di poter contribuire a incrementare nel paziente
la fiducia in se stesso fondamentale per controllare la condizione
cronica.
Tale proposta però stride con la constatazione che la
disciplina della medicina di famiglia non è ancora curriculare,
almeno per i medici italiani, e che lo scollamento sui contenuti
che agita i rapporti tra Società scientifiche e sindacati,
si riflette in questa debolezza di finalizzazione, in questa
difficoltà di anticipare o intercettare in modo concreto
l’iniziativa istituzionale che nella prossima stagione,
almeno nelle intenzioni,
si preannuncia di svolta per il Servizio sanitario nazionale
e l'intero comparto salute.