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M.D.
numero 24, 28 giugno 2006
Diario
ambulatoriale
Il lavoro in team in medicina di famiglia
- Cronaca di una settimana
di Giuseppe Maso, Medico di famiglia - Venezia, Responsabile
Insegnamento Scuola di Medicina di Famiglia, Università di Udine
Alessandra Semenzato, Infermiera di famiglia - Venezia, Docente
Scuola di Medicina di Famiglia, Università di Udine
Lunedì
Olga
ha cinquantotto anni ben portati. Non è sposata e sogna
ancora il principe azzurro, possibilmente ricco. Non è
italiana, ma risiede nel nostro Paese da più di ventanni
e da quando è arrivata lavora in alberghi di lusso frequentati
da gente ricca, gente che vive in un mondo che lei vorrebbe
frequentare. Ogni tanto si innamora come una ragazzina e perde
letteralmente la testa.
Quando viene da noi ha sempre dei problemi legati alla sfera
sessuale. Circa dieci anni fa è stata sottoposta a un
intervento di isteroanessiectomia per fibromatosi uterina e
per una cisti ovarica endometriosica. Oggi ci ha raccontato
che la settimana scorsa è stata vista da un ginecologo
nella località turistica dove sta lavorando; le è
stata prescritta una terapia per latrofia vaginale, ma
desidera anche un nostro parere e vuole essere visitata.
Nonostante il ginecologo avesse una poltrona da visita ultramoderna
(a Olga è sembrata una giostra: Si alzava e girava
velocemente in continuazione) non le aveva ispirato fiducia.
Anche lui mi ha confermato che sono vuota. Ecco perché
gli uomini scappano, quando ho un rapporto sessuale si accorgono
che sono vuota e non mi vogliono più.
Lintervento di isterectomia lascia sempre il segno. Molte
donne si sentono menomate, non si sentono più donne,
come se con lutero fosse stata loro tolta anche la femminilità.
Altre donne vengono addirittura rifiutate dal partner, mentre
altre ancora si sentono finalmente libere e vivono la loro sessualità
più intensamente.
Non ci era mai capitato di sentire quanto ci ha detto Olga.
Aveva lidea di essere stata vuotata ed era convinta che
gli uomini percepissero chiaramente questo vuoto. Abbiamo finalmente
capito perché tutti i suoi problemi fossero sempre legati
alla sfera genitale. Chiarito quale fosse il vero problema labbiamo
anche risolto; le abbiamo illustrato chiaramente lanatomia
genitale e, con laiuto di un disegno, le abbiamo spiegato
il tipo di intervento che aveva subito. Le abbiamo poi fatto
percepire chiaramente la sua anatomia. È scomparsa la
convinzione di essere vuota ed è ritornato un certo senso
di sicurezza.
Martedì
Il senegalese che ho appena visitato è un signore di
quasi quarantanni. Lavora come venditore ambulante, parla
bene la nostra lingua (ne parla almeno altre tre) e mi sa raccontare
in maniera dettagliata la sua storia clinica. Quando mi parla
della sua famiglia e dei suoi due figli che vivono in Senegal
i suoi occhi diventano lucidi. Mi dice di essere di religione
mussulmana. Ha fatto qualche resistenza quando gli ho chiesto
di abbassare i pantaloni, non voleva che vedessi quella specie
di leggera ed elegante cintura fatta di striscioline di cuoio
intrecciate e perle multicolori. Portava questo ornamento sulla
pelle. Bello questo, che significato ha?. È
una specie di portafortuna, protegge dalle malattie e dalle
disgrazie. Ma non sei mussulmano?. Sì,
ma non si sa mai.
Mercoledì
Uno degli aspetti che rendono particolare la medicina di famiglia
è che essa affronta problemi e non malattie, che vede
queste ultime al loro esordio e che talvolta vede segni e sintomi
totalmente atipici.
Unaltra caratteristica di questa disciplina è che
affronta quadri che non rientrano nei canoni delle malattie
codificate.
Questanno abbiamo visto numerosi pazienti con tosse stizzosa,
astenia e muco molto vischioso che non hanno avuto la soddisfazione
di conoscere la causa dei loro disturbi. Abbiamo sottoposto
i primi pazienti a una serie di accertamenti, siamo passati
dalla radiografia del torace alla gastroscopia, dallecografia
del collo alla laringoscopia, dalla sostituzione di terapie
in atto alla somministrazione ex adiuvantibus di antibiotici
e antinfiammatori. Nulla è servito a modificare il quadro.
Solo il passare del tempo ha chiarito la situazione; si trattava
di una forma autolimitante di infiammazione delle prime vie
aeree della durata di due-tre mesi. Quando ci siamo resi conto
dellepidemia questa si stava spegnendo. Il nostro angolo
di osservazione epidemiologico è limitato alla popolazione
che assistiamo, ci vorrebbe uno sguardo più ampio per
non arrivare in ritardo.
Giovedì
Oggi è stata una giornata particolarmente intensa, giornate
come queste richiedono una grande dedizione allascolto,
al cogliere le reali richieste dei pazienti, al consigliare
e allindirizzare e, non per ultimo, al fare.
È bastato un sguardo veloce a Patrizia per capire, in
mezzo alla frenesia dellambulatorio, quanto fosse a disagio.
È venuta a chiederci un certificato di malattia perché,
non avendo dormito tutta la notte, non se lera sentita
di recarsi al lavoro. Era in evidente imbarazzo perché
molte persone in sala dattesa aspettavano di misurare
la pressione, di fare un prelievo di sangue ed altro, tuttavia
con decisione mi ha chiesto di appartarci per parlarmi: Sono
diverse notti che non dormo, e non riesco a capire il perché.
Volevo chiederti, tu come donna, pensi che avere un figlio a
42 anni sia un atto irresponsabile?. A questa domanda
ha fatto seguito un dialogo intenso che ha svelato un conflitto
interiore, generato per lo più da idee irrazionali, paure
e mancanza di chiarezza. È stato come iniziare a dipanare
una matassa aggrovigliata.
Patrizia mi ha parlato dellesperienza traumatica del precedente
parto, del fatto che la richiesta di un fratellino da parte
del figlioletto di 5 anni è quasi ossessiva, della sua
situazione lavorativa opprimente e anche dei dubbi che ha il
marito sulle possibilità economiche. La discussione non
è stata dirimente, la rete di considerazioni è
apparsa talmente fitta che i dubbi sono rimasti tutti. Ci siamo
date un appuntamento: cominceremo con lo scrivere i vari pensieri
che la angustiano, proveremo a eliminare i falsi problemi. Una
volta sgombrato il campo, forse Patrizia riuscirà a capire
cosa vuole veramente e a recuperare il sonno.
Venerdì
Abbiamo acquistato lo strumento per lanalisi dellINR;
abbiamo molti pazienti in terapia anticoagulante, soprattutto
per fibrillazione atriale.
Eravamo dubbiosi circa il gradimento di questo servizio, anche
perché non possiamo fornirlo gratuitamente.
Ci siamo ricreduti: è un strumento assolutamente utile
nella pratica quotidiana ed è molto apprezzato dai nostri
pazienti che in soli due minuti hanno la risposta e ladeguamento
terapeutico e non devono recarsi in altre strutture. È
successo quanto è successo per gli altri servizi. La
gente è contenta se può risolvere i problemi senza
perdere tempo, senza girare e soprattutto è soddisfatta
quando questi problemi sono risolti dal proprio medico.
Sabato
Ettorina ha novantaquattro anni, non è demente ed è
felice di vivere. Una decina di anni fa è stata operata
per un cancro del sigma, da allora è sempre stata bene.
Compatibilmente con i limiti imposti dalletà e
con quelli imposti dal pannolone vive una vita serena.
Da circa un paio di settimane ha il pannolone macchiato di sangue;
con lesplorazione rettale palpo una neoformazione villosa
che viene confermata dallanoscopia. Non posso fare più
di questo a domicilio del paziente. Parlo con i figli, spiego
loro il problema e propongo di fare una biopsia della neoformazione.
Potrebbe essere un polipo villoso facilmente asportabile senza
conseguenze come potrebbe essere una recidiva in sede di anastomosi
della vecchia neoplasia. Spiego loro che la diagnosi è
fattibile senza particolari manovre invasive e che in ogni caso,
considerata letà della signora, dovremmo valutare
rischi e benefici di ogni nostra azione.
La loro risposta è assolutamente negativa; nulla deve
essere fatto alla madre. Ancora una volta un conflitto. Chi
ascoltare? Fare decidere tutto alla signora? Impormi? Ascoltare
solo i figli? Ci penserò nei prossimi giorni, avrò
la situazione più chiara e forse anche i parenti, nel
frattempo, si faranno qualche domanda.