M.D.
numero 23, 21 giugno 2006
Pratica
medica
Un caso inspiegato e irrisolto di anemia
di Leonardo Trentadue, Medico di medicina generale, Ferrandina
(MT)
Una
paziente di 35 anni si presenta in ambulatorio con lesioni
eritematose puntiformi al terzo medio della gamba sinistra.
Riferisce che il fenomeno si ripete periodicamente da circa
quattro mesi. Le lesioni sono pruriginose e persistono
per circa 24 ore e poi regrediscono spontaneamente. |
Orientamento
diagnostico
Anamnesi:
va segnalato solo diabete gestazionale (durante la gravidanza
dellunico figlio, partorito nel 2002), ben controllato
con insulina e in seguito regredito.
Si pone il problema di come orientarmi nel procedimento diagnostico
del caso. Le lesioni cutanee puntiformi e la loro periodicità
mi fanno propendere per due opzioni: quella ematologica e quella
reumatologica e richiedo quindi ambedue le consulenze. In attesa
che vengano eseguite, prescrivo esami ematochimici, comprensivi
di alcuni parametri ematologici e reumatologici.
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Esami
ematochimici: HGB 8.1, HCT 28.7, MCH 18.6, MCHC 28.2, piastrine
312.000, sideremia 36, transferrina 464, ferritina 33.3. Gli
altri valori risultano nella norma.
Nel frattempo la paziente, convinta che si tratti di cattiva
circolazione agli arti inferiori, esegue spontaneamente
un eco-Doppler degli arti inferiori, che risulta nella norma.
Siccome le liste di attesa per le visite specialistiche richiedono
almeno tre settimane, prescrivo un ulteriore controllo dellemocromo.
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Emocromo:
HGB 8.8, piastrine 130.000.
Inspiegabilmente
le piastrine sono diminuite nettamente in pochi giorni, passando
da 312.000 a 130.000. Sin dal primo riscontro dellanemia,
ho provveduto a prescrivere alla paziente solfato ferroso 525
mg 1 cpr/die.
Ma come interpretare questa improvvisa piastrinopenia? Dal punto
di vista clinico la paziente non presenta una sintomatologia significativa
e solo soggettivamente riferisce un po di astenia.
Dai colloqui tenuti con la paziente e con il marito, vengo a sapere
da questi che la moglie si alimenta in modo molto disordinato.
Il dato è confermato dalla consorte che aggiunge di non
mangiare più carne da molto tempo.
Suggerisco quindi alla paziente di intraprendere unalimentazione
varia e senza esclusione di componenti essenziali nella dieta,
come proteine, carboidrati, vitamine e minerali.
Si arriva così alla visita reumatologica. Il collega prescrive
unampia gamma di esami ematochimici, tra cui quelli di carattere
prettamente reumatologico.
La determinazione degli anticorpi anti-DNA, anti-nucleo, anti-mitocondri,
crioglobulina risulta nei limiti della norma.
Anche il collega reumatologo quindi ai affida alla consulenza
ematologica, ma lematologo, dopo lo scandaglio
diagnostico-analitico, non trova alcun elemento patologico.
Allultimo controllo dellemocromo lemoglobina
è arrivata a 11.9 e le piastrine sono 209.000.
Commento
lLa vicenda appare più laboratoristica che
clinica e mi fa porre due valutazioni. La prima riguarda un possibile
e ripetuto errore di laboratorio. Due rilevazioni consecutive
di abbassamento dei valori di emoglobina frenano però il
giudizio, mentre la sproporzione dei valori delle piastrine, così
marcato ed eseguito in un intervallo di tempo troppo breve, avalla
lipotesi dellerrore laboratoristico. La seconda valutazione
va invece ricondotta alla malnutrizione della paziente, che probabilmente
aveva raggiunto tali livelli di disordine da esporre lemocromo
a pericolose oscillazioni.
Rimane il dubbio sul fatto che nessun altro parametro, oltre allemocromo,
sia stato modificato. Il caso risulta così insoluto, senza
una chiarezza diagnostica e a volte questo può succedere
nella pratica professionale. Dalla vicenda si può però
estrapolare un dato che potrebbe essere utile nei procedimenti
diagnostici del Mmg: allanamnesi è importante porre
sempre al paziente alcune domande sulle abitudini alimentari,
perché in alcuni casi entrano in gioco disturbi metabolici
dovuti a scorrettezze nellalimentazione.
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