M.D.
numero 22, 14 giugno 2006
Terapia
Proposte di trattamento chirurgico per la
grande obesità
di Marco Antonio Zappa ed Ezio Lattuada,
UO di Chirurgia Generale 1ª Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico,
Mangiagalli e Regina Elena, Milano
Lutilizzo
del palloncino endogastrico nel trattamento dellobesità
di grado elevato può rivelarsi un valido ausilio sia
per facilitare la scelta del tipo di soluzione chirurgica sia
per aumentare la compliance alla dieta restrittiva
Il
parametro più utilizzato per definire il grado di obesità
è il Body Mass Index (BMI), espresso in kg/m2. Con questo
parametro è possibile distinguere i pazienti in sovrappeso
(BMI 25-29.9), con obesità di
I grado (BMI 30-34.9), di II grado (35-39.9), di III grado o
grandi obesi (BMI >40).
Il trattamento della grande obesità rappresenta una sfida
impegnativa per chi si occupa di questa patologia e la scarsa
o nulla attività fisica combinata allatteggiamento
negativo verso un ulteriore approccio dietetico rendono il grande
obeso uno dei pazienti più complessi da curare. Questi
soggetti hanno un vissuto di innumerevoli tentativi dietetici,
ricorso a farmaci, approcci non basati sulla medicina dellevidenza
che nel complesso hanno avuto esiti deludenti.
Daltra parte nei grandi obesi una riduzione media del
peso corporeo del 10% si associa a significativi miglioramenti
dei fattori di rischio metabolico, con riduzione della pressione
arteriosa e dei lipidi ematici, miglioramento della tolleranza
glucidica e della sleep apnea. Una riduzione del 20% amplifica
questi risultati, porta sollievo al carico meccanico e consente
di affrontare meglio eventuali interventi chirurgici.
Le strategie di intervento
La riduzione dellintroito calorico risulta fondamentale
ma, per avere successo, richiede una forte motivazione da parte
del paziente, deve essere effettuata sotto le direttive di un
medico e va comunque integrata da un approccio cognitivo e comportamentale
che permetta al paziente di modificare il proprio stile di vita
relativo agli aspetti dietetici e non. Questo tipo di approccio
viene spesso combinato alla prescrizione di farmaci. Due sono
i farmaci oggi approvati per la terapia cronica dellobesità:
sibutramina e orlistat. La prima agisce a livello del SNC, orlistat
blocca la lipasi pancreatica nel tratto gastrointestinale senza
assorbimento significativo; entrambi, quando combinati a dieta
e attività fisica, determinano riduzioni di peso dell8-10%.
Nella grande obesità la soluzione del problema va affidata
al trattamento chirurgico, spesso unico mezzo per risolverlo
in modo definitivo. Le tecniche di chirurgia bariatrica per
il trattamento dellobesità grave comprendono il
bendaggio gastrico, il bypass gastrico, la diversione bilio-pancreatica
e la gastroplastica verticale e si basano sostanzialmente su
due meccanismi: la restrizione gastrica e il malassorbimento.
Questo approccio rappresenta il trattamento più invasivo
e impegnativo e non può essere impiegato in modo superficiale
e su tutti i pazienti. A tal fine sono stati identificati criteri
specifici e severi atti a selezionare il paziente da destinare
alla chirurgia e per valutare il tipo di intervento bariatrico
più indicato.
I criteri di valutazione per la selezione dei pazienti comprendono
BMI >40 kg/m2 (oppure >35 kg/m2 in presenza di comorbidità
associate); età compresa tra 18 e 60 anni; obesità
di durata superiore a 5 anni; dimostrato fallimento di precedenti
tentativi di perdere peso e/o mantenere la perdita di peso con
tecniche non chirurgiche; assenza di ogni dimostrabile causa
endocrina di obesità; assenza di ogni stato patologico
non correlato allobesità che aumenti in maniera
significativa il rischio operatorio; assenza di ogni stato patologico
non correlato allobesità che riduca significativamente
la spettanza di vita; assenza di problemi psichiatrici predittivi
di scarsa compliance (compresa la bulimia nervosa); piena disponibilità
a un follow-up postoperatorio.
Possono
avere un ruolo molto importante i supporti non chirurgici, quali
il palloncino endogastrico che, unito a una dieta supervisionata,
abbinato a un idoneo programma di attività fisica e integrato
dove opportuno dalla prescrizione farmacologica, fornisce risultati
molto incoraggianti. Si tratta di un pallone in silicone riempito
con una quantità variabile di soluzione fisiologica e
blu di metilene (da 400 a 700 ml), introdotto per via endoscopica.
Esso risulta di grande aiuto per un buon orientamento verso
il tipo di trattamento più indicato consentendo, mediante
il monitoraggio del paziente, di raccogliere informazioni circa
la capacità di seguire un determinato regime terapeutico.
Può essere validamente impiegato anche con funzione di
ausilio nella perdita di peso di pazienti destinati alla chirurgia
bariatrica, in modo tale da ridurre i rischi anestesiologici
legati al peso eccessivo.
Lesperienza di Milano
Presso
la Fondazione Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina
Elena di Milano, léquipe della UO di Chirurgia
Generale 1ª ha sfruttato il palloncino endogastrico, abbinato
o meno a trattamento farmacologico con orlistat, in un gruppo
di pazienti grandi obesi. Le variabili primarie di efficacia
sono state la riduzione del BMI e del peso corporeo, misurate
a 1, 3, 4, 5-7 mesi dalla data di inserimento del palloncino.
In media il palloncino, riempito con 500 ml di soluzione salina,
è stato rimosso dopo 183 giorni dallinserimento
(193 per i pazienti trattati anche con orlistat, 174 per laltro
gruppo). Orlistat veniva assunto oralmente, 3 volte al giorno,
durante il pasto o non più di 1 ora dopo, in capsule
da 120 mg, e il trattamento ha avuto una durata massima di 7
mesi.
I pazienti dei due gruppi non differivano per le caratteristiche
al basale: età media 41 anni, BMI basale 45. Nel 52%
dei pazienti lobesità era accompagnata da altre
patologie, per la maggior parte diabete (38% nel gruppo orlistat,
39% nellaltro gruppo), artralgia (19.05% nel gruppo orlistat;
4.35% nel gruppo di confronto), apnee notturne (14.29% e 8.70%
rispettivamente nel gruppo orlistat e non orlistat) e ipertensione
arteriosa (9.52% e 13.04% rispettivamente nei gruppi orlistat
e non orlistat).
Nel periodo di studio si è verificata una sostanziale
riduzione del BMI, in media 6.78 punti; per i pazienti trattati
con orlistat la riduzione è stata lievemente maggiore
(-16.6% rispetto a -13.45% dei soggetti con solo palloncino).
In tutti i soggetti la riduzione del peso è stata di
circa 18 kg: 21 kg nel gruppo trattato con orlistat e 16 kg
nei restanti casi (figure 1 e 2).
Come valutato dallesperienza della Fondazione Ospedale
Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena il calo ponderale
dei pazienti sottoposti a palloncino endogastrico è risultato
maggiore se associato a orlistat; per tale motivo è in
corso la valutazione di questi pazienti anche dopo 6 mesi dalla
rimozione del palloncino. Dai dati preliminari risulta infatti
che, in tali pazienti, sarebbe sufficiente mantenere la terapia
con orlistat per indurre un ulteriore decremento ponderale.