Editoriale
Sì al cambiamento, ma servono più
risorse
La stagione istituzionale si riaccende
dopo la lunga parentesi elettorale e le cronache dei giornali
si riempiono di proposte e di sollecitazioni rispetto al ruolo
che il nuovo esecutivo deve svolgere per far marciare in modo
più efficiente il sistema delle cure nel Paese. Il problema
dei problemi, tuttavia, sembra arrivato al pettine: le risorse.
Avere spostato dal centro alla periferia, quindi dal ministero
competente ai governatori e ai loro assessori, la titolarità
dei conti sanitari in rosso, non sembra aver generato né
miracolistici recuperi nelle realtà territoriali storicamente
in difficoltà, né aver reso più facile,
per decisori politici geograficamente più vicini ai problemi,
individuare e applicare soluzioni di sistema.
Il nuovo premier ha dato chiare e immediate istruzioni in merito:
il ministro della Salute deve far sì che i comportamenti
delle Regioni più arretrate e con performance peggiori
si adeguino alle Regioni più virtuose. In base al patto
di stabilità siglato dai Governatori con il vecchio esecutivo,
le Regioni dovranno varare manovre correttive, pena laffiancamento
o il commissariamento da parte del Governo. Il deficit della
sanità, secondo Prodi, ha raggiunto livelli inspiegabili
data la qualità dei servizi, che non si possono più
motivare con la mancanza di legislazione o di responsabilizzazione,
visto che patti e leggi ce ne sono a iosa e non da oggi.
Anche lOrdine dei medici percepisce e accoglie il cambiamento
radicale del sistema: in un moderno esercizio professionale,
si è chiesto pubblicamente il presidente della FNOMCeO
Amedeo Bianco, come deve porsi il medico, incalzato da ineludibili
limitazioni economiche e gestionali? Le risorse servono e non
possono certo latitare, ma è compito del medico anche
sapere come ottimizzarne limpiego. Lappropriatezza
delle risorse entra insomma saldamente nel Codice deontologico.
E secondo quanto dichiarato da Bianco, lo storico rapporto medico-paziente,
che resta il baricentro dellesercizio professionale, deve
inquadrarsi in un contesto attuale di regole etiche e civili.
Civili, ovvero legate alla responsabilità del medico,
in quanto cittadino, rispetto allutilizzo attento e appropriato
delle sempre più esigue risorse comuni.
M.D. in questo numero fa un riepilogo degli accordi regionali
per la medicina generale approvati nellultimo anno e il
quadro è chiaro: il Mmg ha assunto nuovi ruoli, almeno
sulla carta, nuove responsabilità, non solo di cura,
ma anche di governo dei percorsi terapeutici e di risorse che
variano da Regione a Regione. Il punto è che tutte queste
nuove funzioni hanno bisogno di investimenti adeguati per essere
svolte a dovere. Chi più e meglio spende in questa direzione,
più ne trae beneficio, almeno stando ai conti e alla
soddisfazione degli assistiti.
Un dato di realtà che parla ai Governatori e allesecutivo
di alcune scelte da assumere, questa volta più chiaramente,
nella costruzione della nuova Convenzione, che doveva già
essere in trattativa fin dal dicembre scorso. I Mmg sono pronti
al cambiamento, ma la politica lo è?