M.D.
numero 20, 31 maggio 2006
Prospettive
Medicina di famiglia e immigrazione
di Sergio Perini, Medico di medicina generale, psicoterapeuta,
Carpenedolo (BS)
La
presenza di stranieri negli studi dei Mmg è un fenomeno
in continuo aumento. Per affrontare le fragilità cliniche
e relazionali di questi soggetti occorre rielaborare il rapporto
medico-paziente, attraverso un percorso formativo dedicato,
senza dimenticare che le istituzioni devono tenerne conto
Il
fenomeno dei flussi di immigrati è un elemento che fa
ormai parte della quotidianità del lavoro dei medici
italiani. Soprattutto i Mmg sono in prima fila nei confronti
di questo cambiamento epocale, anche se va segnalato che lItalia,
con il suo 4.9% di presenze di extracomunitari, non ha ancora
raggiunto i livelli della Germania (9%) o della Francia (7%).
Secondo il XV Rapporto sullimmigrazione della Caritas
al 31.12.2005 gli immigrati con permesso di soggiorno sono 2.800.000
e circa 500.000 gli irregolari, 350.000 dei quali regolarizzati
nel febbraio 2006.
In Lombardia gli stranieri in regola risultano 606.000, che
equivalgono al 21.6% di tutte le presenze in Italia e al 6.73%
della popolazione lombarda. Di particolare rilievo i dati della
provincia di Brescia che, grazie alla recettività lavorativa
e ambientale, occupa il primo posto nella presenza di stranieri:
135.000 regolari (pari al 13.5% della provincia).
Da una recente indagine è emerso che il 44% possiede
un diploma di scuola superiore; il 46% sono donne e il 54% uomini;
i soggetti in età giovanile (tra i 19 e 40 anni) sono
il 67%. Se ne deduce che sono le persone più forti e
intraprendenti che affrontano le traversie di una situazione
che, nei primi tempi, presenta frustrazioni e disagi psichici
e fisici. Nel tempo poi vengono spesso raggiunti dai familiari,
che sono generalmente soggetti con una maggiore fragilità
sociosanitaria.
Cause di ricovero
Dalle schede di dimissione ospedaliera del Ministero della Salute
le prime cause di ricovero degli immigrati risultano: abortività
volontaria, abuso di alcol e tossicodipendenze, traumatismi.
Queste diagnosi mettono in luce alcuni aspetti di fragilità
sociale.
-
Labortività
volontaria sottende:
scarsa educazione sessuale e ignoranza dei metodi anticoncezionali;
precarietà affettiva familiare e delle relazioni
sociali, del lavoro e dellautonomia economica, dellalloggio.
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Labuso
di alcol e le varie tossicodipendenze esprimono:
emarginazione sociale;
incapacità nel relazionarsi con una realtà
diversa dal proprio Paese;
incapacità a gestire la frustrazione derivante
dalle varie difficoltà incontrate;
mancanza di radici culturali.
-
I
traumatismi sono causati da:
incidenti stradali per uso di mezzi di trasporto
inadeguati o ignoranza delle regole della viabilità;
incidenti sul lavoro per difficoltà ad inserirsi
nei ritmi di lavoro o per inosservanza della legge n. 626/94;
infortuni domestici per incapacità nellutilizzare
le nuove tecnologie e gli impianti delle abitazioni
occidentali;
violenze subite allinterno o allesterno
del nucleo familiare.
Questi
aspetti portano a riflettere su quanto il Mmg si trovi davanti
a nuove problematiche o a situazioni che sembravano invece superate
nei confronti della popolazione indigena.
Dati
ambulatoriali
Dalla mia attività emergono alcuni dati riferiti a una
popolazione di 1.450 assistiti nel 2001 e di 1.500 nel 2005 residenti
in unarea geografica della bassa pianura bresciana a prevalenza
economica industriale e artigianale con una quota significativa
di attività agricola e di lavorazione casearia.
Da una valutazione diacronica di quattro anni emerge che vi è
stato un incremento percentuale di pazienti extracomunitari sul
totale degli assistiti: dal 10.6% del 2001 si è passati
al 12% del 2005. Inoltre dalle 604 visite/mese di cui 550 per
gli italiani e 54 per gli extracomunitari nel 2001 si è
passati a 580 visite/mese per gli italiani e a 92 per gli stranieri
nel 2005, con un aumento dellimpegno professionale (figure
1-2).
Riflessioni
In base allaumento degli immigrati nei nostri ambulatori
dobbiamo ideare nuovi strumenti, soprattutto per quanto riguarda
laspetto relativo al rapporto medico-paziente. In particolare
va posta attenzione sui seguenti items:
ricerca di empatia e superamento della diffidenza reciproca;
approfondimento degli aspetti valoriali e dei diversi paradigmi
religiosi;
cogliere i diversi paradigmi sanitari dei Paesi di origine;
indagare sulle abitudini alimentari e sullatteggiamento
verso la sessualità;
analizzare il diverso processo educativo dei figli.
Per affrontare tali problematiche il Mmg deve sviluppare istinto,
buon senso, rispetto reciproco, valore positivo della diversità,
curiosità verso culture altre. Inoltre ci si
trova anche a ricoprire il ruolo di assistente sociale (fornire
spiegazioni sullorganizzazione del Ssn, Inps, Inail) e di
educatore sanitario (sessualità, responsabilità
della procreazione, anticoncezionali, alimentazione ed igiene,
affettività).
Concretamente il Mmg dovrà affrontare un percorso formativo
specifico su alcuni aspetti quali:
migliorare la conoscenza del quadro normativo per gli extracomunitari
residenti o meno;
informazioni sulle religioni dorigine: islam, ebraismo,
induismo, buddismo, diverse espressioni del cristianesimo (luterani,
avventisti, coopti, ortodossi, mormoni, testimoni di Geova) e
ritualità magica;
migliorare la conoscenza delle lingue, con eventuale studio
di nuove, per migliorare la nostra compliance comunicativa;
favorire una migliore rete territoriale con le Asl, in
modo da raccogliere i dati per il monitoraggio dellassistenza
di questi nuovi pazienti;
programmare uneducazione sanitaria specifica.
Va da sé che il problema dellimmigrazione per la
medicina generale è in continua evoluzione, anzi personalmente
ritengo che sarà il problema per eccellenza
per i prossimi anni. Linvito personale è di valutare
sempre gli aspetti positivi della globalizzazione, riportando
al centro dellattenzione luomo e la sua cultura.
Anche laspetto contrattuale dovrà essere rivisto,
soprattutto nelle aree del Nord Italia dove maggiormente si pone
questa nuova realtà. Non è possibile affrontare
al meglio la questione senza prepararsi adeguatamente e ciò
ha un costo economico e professionale. I sindacati dovranno contrattare
nelle sedi opportune incentivi adeguati per favorire una classe
medica allaltezza della situazione.
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