Editoriale
Sanità: il monito della Corte dei Conti
E' tornata la Corte dei Conti e laccusa
nei confronti del Parlamento, nel suo complesso, è precisa
e tagliente: i costi della Sanità sono stati costantemente
sottovalutati in tutti i documenti di bilancio di questi ultimi
sei anni, quindi sia dalla destra, sia dalla sinistra. E soprattutto
il risparmio di 2,5 miliardi, previsto dalla ultima Finanziaria
sulla spesa sanitaria e necessario per dare un po dossigeno
al sistema, appare di non facile realizzazione e
questo nonostante la persistenza di margini per una riduzione
delle inefficienze e per un più appropriato utilizzo
delle strutture di ricovero.
Nellesaminare le coperture della legge Finanziaria 2006,
la Corte dei Conti denuncia chiaramente che la spesa sanitaria,
che cresce sia per la richiesta di innovazione sia per linvecchiamento
della popolazione, non può essere governata limitando
le risorse. Lunica via sembra essere quella di attivare
strumenti di controllo della domanda e fare unattenta
analisi delle prestazioni da ricomprendere nei Lea.
Tagli e paletti, insomma, non servono più a evitare disavanzi
sommersi, secondo lanalisi della Corte.
I miracoli non li fa nessuno e per far tornare dei conti cronicamente
in perdita non cè altra scelta che cominciare a
tagliare.
Questa ipotesi era circolata come un fantasma tra i tavoli dellultima
legge Finanziaria, ma era stata respinta con decisione, un po
perché non faceva esattamente rima con le promesse elettorali
di entrambi gli schieramenti, un po perché, miracolosamente,
in tutte le sedi di bilancio sembravano essere rispuntati i
denari necessari per mandare avanti la baracca. Quello che ha
mandato in tilt il sistema, in realtà, non sono né
i soli farmaci né linappropriatezza delle prestazioni,
che rimangono comunque difficili da gestire.
Il primo grande problema è stato rappresentato dal rinnovo
di contratti e convenzioni, non quantificati per intero nei
documenti di programmazione. I magistrati dei conti pubblici
rilevano, inoltre, la persistenza di ampie aree geografiche
del sistema che funzionano un po come un Triangolo
delle Bermuda per risorse e finanziamenti, assorbendo
tutte le possibilità aggiuntive senza spostarsi di un
millimetro rispetto alla qualità. La parte da leone
degli sprechi la fanno però le strutture di ricovero,
incapaci, o forse anche inadatte, a tuttoggi, a restituire
in salute le energie che impegnano. La mission impossibile della
quadratura del cerchio del Ssn nostrano la Corte, rispettosamente,
non la palesa, affidandola a una scelta tutta politica. Se il
metodo indicato è quello del rigore,
ci sentiamo, tuttavia, di dare un suggerimento, che a questo
punto ci sembra obbligato. E se cominciassimo davvero a credere
di più nella medicina del territorio, anziché
a forbici e contrattazioni al ribasso? Noi scommettiamo che
funziona, ma limpegno del nuovo esecutivo non dovrà
più farsi attendere.