M.D.
numero 20, 31 maggio 2006
Contrappunto
La via lombarda al governo clinico
di Roberto Carlo Rossi e Stefano Nobili, Medici di medicina
generale, Milano, SNAMI
Il
cosiddetto governo clinico attuato nella Regione Lombardia è
cosa diversa dalla clinical governance così come intesa
dagli studiosi di farmacoeconomia e dagli economisti sanitari.
Anche se il governo clinico propriamente detto presenta alcune
criticità dal punto di vista della realizzazione di una
buona assistenza medica attuata dal Mmg ai propri pazienti,
queste criticità sono ben superate da quanto sta avvenendo
in Lombardia. In questo ultimo caso siamo, a parere di chi scrive,
di fronte a una manovra dai pesanti risvolti antideontologici
e antietici.
Con
il nuovo ACN il 30% dei compensi previsti dal precedente accordo
(DPR 270/2000) sono stati vincolati a progetti, a risultati
di budget e di struttura di livello regionale (art. 8 comma
3). Sulla base del nuovo accordo per la medicina generale la
Regione Lombardia, nel dicembre 2005, ha messo a punto un progetto
(non accettato da SNAMI) definito governo clinico
(GC). La non adesione a tale progetto si traduce in pratica
in una diminuzione degli attuali compensi di circa 350 euro
netti in meno al mese per un massimalista.
Ma a tale progetto non si è arrivati per caso. Con la
famigerata Legge Regionale 31 la Regione ha diviso rigidamente
le strutture che erogano prestazioni sanitarie (Aziende Ospedaliere)
dalle strutture che programmano, acquistano e controllano (Asl).
Successivamente si è messo mano al cosiddetto governo
dellofferta: le prestazioni specialistiche sono
state limitate da un tetto massimo, prima mobile e negoziabile,
poi sempre più rigido e preordinato, prima deciso e contrattato
solo a livello regionale, ora maggiormente definibile nelle
rispettive Asl di riferimento.
Successivamente si è passati al cosiddetto governo
della domanda: in pratica si è cercato di fare
pressione sui Mmg per diminuire il volume prescrittivo soprattutto
nellambito delle patologie croniche senza però
mai davvero intervenire su quelle strutture specialistiche che
inducono prescrizioni e prestazioni inappropriate.
Parallelamente la Regione ha messo a punto il progetto SISS
(Sistema Informativo SocioSanitario): un sistema di controllo
in tempo reale delle prescrizioni dei Mmg (e in senso lato di
tutti gli operatori del sistema), presentato come sistema che,
grazie alle sue notevoli potenzialità (che peraltro,
oggi, sono ben lungi dallessere compiutamente espresse)
consente di assistere meglio i cittadini lombardi. Infine, poiché
ci si è resi conto che governo della domanda
appariva unespressione troppo legata alleconomicismo,
si è pensato di cambiarne il nome nel più spendibile
e internazionalmente accettato termine di governo clinico.
Gli strumenti
Il governo clinico si attuerebbe in Regione Lombardia quindi
con lausilio di una serie di strumenti e iniziative:
1. la messa a punto della Banca Dati Assistiti (BDA) e cioè
con un sistema per ricondurre ad ogni cittadino lombardo la
sua spesa sanitaria;
2. almeno tre riunioni di Mmg (plenarie e a piccoli gruppi)
con i funzionari Asl per analizzare e cambiare le attitudini
prescrittive dei medici di famiglia (e risparmiare). Tutto ciò
sarà potenziato da:
a. la capillare diffusione del SISS, locchiuto sistema
che monitorizza le prescrizioni in tempo reale;
b. il collegamento obbligatorio di tutti i Mmg informatizzati
al SISS sancito dalla Finanziaria 2006 che ha reso necessario
lutilizzo di sistemi di flussi informativi alle Asl, alle
Regioni e al ministero dellEconomia;
c. linformatizzazione spinta di tutti i Mmg che entro
pochi anni si dovrà attuare in base al dettato del nuovo
ACN (art. 59 B comma 11). Su tutto incombe un ulteriore tipo
di indebita pressione sui medici di famiglia, i controlli amministrativi
sulle prescrizioni, invece che essere attuati dai funzionari
Asl o regionali, sono demandati al corpo della Guardia di Finanza
come sancito dallaccordo regionale.
Le definizioni
La via scelta dalla Lombardia in quali termini si concilia con
il concetto di governo clinico? Per rispondere a questa domanda,
prendiamo come esempio alcune delle numerose definizioni di
governo clinico presenti in letteratura e in rete:
-
Linsieme
di strumenti con i quali lorganizzazione assicura lerogazione
di assistenza sanitaria di alta qualità, responsabilizzando
i professionisti sanitari sulla definizione, il mantenimento
e il monitoraggio di livelli ottimali di assistenza
(Asl di Ravenna).
-
Il tentativo di trovare un approccio integrato al problema
della qualità dellassistenza, riconoscendo che
non si tratta solo di intervenire sulle singole decisioni
cliniche per orientarle verso una migliore appropriatezza,
ma anche di fare in modo che i sistemi assistenziali nel loro
insieme siano orientati verso questo obiettivo (Roberto
Grilli. Governo clinico. Pensiero Scientifico Editore, 2004);
-
Strategia di politica sanitaria che, contestualizzando
nelle organizzazioni sanitarie gli strumenti metodologici
dellEBM (Medicina basata sulle evidenze) e dellEBHC
(Assistenza sanitaria basata sulle evidenze), si affida alla
componente professionale per definire, mantenere e verificare
gli standard di qualità clinica, guidati dai principi
dellefficacia-appropriatezza degli interventi sanitari
(definizione GIMBE - Gruppo Italiano Medicina Basata sulle
Evidenze).
Gli strumenti attuativi
Gli a priori del governo clinico quindi sarebbero
lEBM e la EBHC che a loro volta si fondano sulla ricerca
clinica e scientifica, sulla sussistenza di trial validi e
scientificamente controllati, sulle metanalisi
e le revisioni sistematiche dei lavori scientifici che possono
essere giudicati di buon livello.
Naturalmente potrebbe già essere oggetto di discussione
il fatto che questi siano gli unici strumenti culturali su
cui si basa il GC. Infatti molti (e chi scrive è fra
questi) ritengono questi strumenti gravati da importanti bias
di fondo. Innanzitutto i trial e le metanalisi possono non
essere sufficientemente seri, ma non sempre questo elemento
traspare alla lettura del lavoro scientifico pubblicato. Inoltre,
la medicina non è e non deve essere solo aridamente
utile per sconfiggere le malattie, ma piuttosto è
una scienza che dovrebbe innanzitutto curare i malati.
Un altro a priori del GC è, naturalmente,
la ricognizione delle risorse economiche, strutturali e tecniche
effettivamente a disposizione di una determinata realtà
sociale.
Il passo successivo è quindi quello di stendere delle
linee guida e dei percorsi assistenziali condivisi e compatibili
con ciò che i clinici hanno realmente a disposizione
in una determinata area geografica.
A questo punto è importante sia per il manager sia
per il clinico avere a disposizione una banca dati il più
possibile rispondente alla realtà che si dovrà
governare.
Contemporaneamente si dovranno scegliere degli indicatori
strutturali, di performance, di soddisfazione e di risultato
il più possibile condivisi con il clinico.
In seguito si potrà cominciare lattività
di governo attraverso lutilizzo dei clinical
audit (sostanzialmente un processo di revisione tra
pari dei processi assistenziali e dei loro risultati) e del
risk management (e cioè la gestione dellerrore:
il clinico impara dal suo stesso errore, non lo nasconde,
ma lo utilizza per migliorare se stesso e gli altri). In questa
fase diventa estremamente importante la formazione del personale
medico (e amministrativo), che non dovrà limitarsi
a singoli momenti, ma dovrà essere continua e ripetuta
lungo tutto larco della carriera professionale.
Infine, si dovranno coinvolgere gli utenti sia attraverso
la partecipazione di questi alla pianificazione e valutazione
dei servizi sanitari, sia attraverso la condivisione degli
indicatori e degli strumenti per misurare la qualità
di vita e la loro soddisfazione, sia attraverso strategie
di comunicazione aziendale direttamente rivolte al paziente.
Come si vede, anche a condividerne le finalità e il
tipo di operatività, il governo clinico è un
sistema complesso fatto di molti elementi che devono tutti
essere messi in campo per arrivare al risultato sperato. Il
progetto denominato governo clinico messo a punto dalla Regione
Lombardia, quindi appare tuttaltra cosa da un punto
di vista culturale e tecnico da ciò che comunemente
si intende per clinical governance e assume risvolti inquietanti,
antideontologici e antietici come metodica di controllo della
spesa.
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