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M.D.
numero 19, 24 maggio 2006
Pratica
medica
Uno strano caso di afasia intermittente
di Leonardo Trentadue, Medico di medicina generale,
Ferrandina (MT)
Lafasia
che colpì tre anni fa, dopo uno stroke, Mauro, un
mio paziente di 83 anni, è veramente strana. Infatti
Mauro perde per lunghi periodi la parola - pur capendo perfettamente
tutto e interagendo con lambiente circostante - e
dopo riacquista la capacità di parlare. Tutto avviene
senza intervalli regolari, bensì seguendo i capricci
del caso. |
Storia clinica
Il
paziente è affetto da circa 20 anni da diabete mellito
di tipo 2, scivolato verso la terapia insulinica.
Dal 2001 assume fosinopril per unipertensione moderata
che non ha mai dato problemi dal punto di vista della gestione
terapeutica. Nel 2001 si sviluppa una fibrillazione atriale
e il cardiologo prescrive terapia quotidiana post-prandiale
con Asa 100 mg.
In seguito allo stroke che lo colpisce tre anni fa, senza provocare
alcuna forma di paralisi, il paziente viene ricoverato in ospedale.
-
Ecocolor-Doppler
dei vasi cerebroafferenti: ateromasia di entrambi gli assi
carotidei, placche disomogenee a livello delle biforcazioni
carotidee a superficie irregolare determinante stenosi bilaterale
del 40%.
-
Tac
encefalo: ampia lesione ipodensa a livello cerebellare emisferico
destro e vermiano inferiore con modesta compressione sul IV
ventricolo, riferibile a lesione vascolare di tipo ischemico.
Altre più piccole e nette lesioni ipodense sono presenti
a livello insulo-lenticolare-capsulare anteriore sinistro,
per esiti di pregresse minime lesioni vascolari di tipo
ischemico. Atrofia corticale diffusa e note di atrofia sottocorticale.
Quindi
ad essere colpite sono la zona del cervelletto e i tratti limitrofi.
Il paziente viene dimesso dopo alcuni giorni con lo stesso schema
terapeutico precedente allictus: insulina, fosinopril e
Asa.
In seguito, con le nuove evidenze della terapia farmacologica,
ho aggiunto anche una statina.
Nel periodo successivo al ricovero i parenti del paziente mi riferiscono
che egli improvvisamente smette di parlare e dopo varie ore o
anche giorni riprende a utilizzare pienamente luso della
fonazione.
Nelle visite che effettuo durante gli intervalli afasici rilevo
che il paziente è cosciente, ma non riesce a pronunciare
alcuna parola, mentre versa in uno stato di prostrazione.
Approfondimento
Escluso senza ombra di dubbio che si possa trattare di una forma
isterica, prerogativa di altri tempi e di ormai evanescenti freudiane
interpretazioni, ripasso sui testi di neurologia le varie forme
di afasia.
-
Afasia
di Wernicke: impossibile che si tratti di questo tipo di afasia,
nella quale leloquio spontaneo risulta fluente, anzi
il paziente perde completamente il controllo della propria
produzione verbale coniando neologismi e parafasie.
-
Afasia
di Broca: comprende svariate forme, che vanno dalla disartria
corticale, in cui la comprensione e la scrittura sono conservate,
alla perdita completa di ogni capacità comunicativa,
in un quadro sintomatologico estremamente variegato. Il paziente
può pronunciare solo alcune sillabe oppure conserva
strutture linguistiche usate automaticamente come preghiere
e poesie.
-
Anomia:
il paziente riconosce loggetto, ma non riesce a nominarlo,
oppure si sviluppano neologismi e parafasie con lo sconvolgimento
traslitterale delle parole. Il discorso può diventare
sgrammaticato e a volte si verifica un cambiamento nellaccentazione
delle parole configurandosi, in questo ultimo caso, il fenomeno
della disprosodia.
Nel
mio paziente però nessuna di queste forme può essere
configurata, per cui ritorno a brancolare nel buio diagnostico.
Lenigma viene risolto
Approfondendo le ricerche, rilevo però che le lesionino
encefaliche responsabili di afasia di Broca possono interessare
non solo la famosa area 44 della corteccia motoria e la sostanza
bianca sottostante, ma anche le strutture più profonde
come linsula, la capsula interna ed esterna, i nuclei caudato
e lenticolare (il cosiddetto quadrilatero di Pierre Marie).
A questo punto lenigma diagnostico può essere sciolto,
perché le minime lesioni vascolari di tipo ischemico
a livello insulo-lenticolare-capsulare anteriore sinistro
evidenziate dalla TAC, possono spiegare linsolito fenomeno
di afasia intermittente di cui soffre il paziente.
Non è escluso, infatti, che queste minime lesioni
possano determinare, attraverso meccanismi fisiopatologici compromessi
solo in alcuni settori, alterazioni di attivazione e inibizione
dei complessi circuiti nervosi che stanno alla base della produzione
e articolazione della parola.
Decorso clinico
Alcune settimane fa il paziente è stato colpito da infarto
del miocardio e nel constatare tale sospetto durante la visita
durgenza richiesta dai familiari, ho potuto verificare che
durante la fase infartuale, il paziente era ripiombato in piena
afasia, anche se era ben cosciente di tutto quello che avveniva
intorno a sé.
Dimesso dallospedale, Mauro si sta lentamente riprendendo
dal nuovo pesante colpo e la parola è magicamente tornata
a risuonare nella sua bocca.
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