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M.D.
numero 19, 24 maggio 2006
Appunti
LUTAP non svende il tempo del Mmg, lo
ottimizza
Ho
letto la lettera del collega Vittorio Principe (M.D. 2006; 14:12)
e come referente organizzativo dellUTAP MediconTe, chiamata
in causa, vorrei fare alcune precisazioni atte a dare una più
esaustiva informazione. Alcune affermazioni del collega infatti
fanno supporre una sua non completa conoscenza di come sono
organizzati e come lavorano da circa un anno i 13 medici di
famiglia dellUTAP nel circondario di Zugliano, allinterno
della Asl 4 Alto Vicentino.
È opportuno premettere innanzitutto che stiamo sperimentando
un modo nuovo di fare medicina generale sul territorio e che
per questo siamo in permanente progress alla ricerca di soluzioni
innovative per un miglioramento continuo della nostra attività.
Evidenziato ciò, vorrei subito tranquillizzare il collega
su alcuni punti che ha segnalato come criticità inerenti
alla sperimentazione di UTAP in atto. Si tratta a mio parere
di criticità presenti da sempre nel lavoro quotidiano
del medico di medicina generale, ma che verrebbero peggiorate,
a suo modo di vedere, proprio dallorganizzazione delle
Unità Territoriali di Assistenza Primaria.
Partiamo dallaccesso ai nostri studi: questo avviene solo
su appuntamento dopo che il paziente ha contattato il call center
e solo negli orari stabiliti dai medici, come sancito dalla
convenzione. Quindi non ci vengono a trovare alle 19.55
o alle 11.59 del sabato - come ha supposto il collega
- ma nello spazio a loro dedicato e stabilito nellagenda
a cui il call center si attiene (previsto loverbooking
per urgenze).
Sta di fatto che i frequent attenders sono quasi
scomparsi: potenza e dissuasione della necessaria chiamata (obbligatoria)
al call center? È peraltro dimostrato che nei nostri
studi laccesso dei pazienti avviene per necessità,
non più per abitudine.
Non si è verificata nemmeno unimpennata della spesa
sanitaria, che, secondo il collega, sarebbe stata inevitabile
perché direttamente proporzionale allaumento della
offerta nelle UTAP. Le strutture ambulatoriali infatti restano
aperte per il tempo previsto dal medico, come da convenzione
regionale e da agenda di prenotazione e solo per richieste necessarie
e consone il medico accetta eventualmente loverbooking
della sua agenda.
Essere presenti sul territorio 12 ore su 12 altro non significa
se non una attenta organizzazione che permetta, nello spazio
di pochi chilometri, di reperire uno studio sempre aperto dove
il medico accetta i suoi pazienti più eventuali assistiti
dei colleghi aderenti allUTAP che in quel momento hanno
effettiva necessità. Questo accade sempre dopo previo
contatto con il call center, che conosce chi e in quale studio
in quel momento è disponibile.
Le visite domiciliari hanno subìto una notevole contrazione
grazie alla disponibilità del medico, in fascie orarie
protette, di essere contattato in teleconferenza attraverso
la mediazione del call center e soprattutto per la sicura
offerta di visita in studio nellorario stabilito dallagenda,
senza code o lunghi tempi di attesa (tempo massimo di ritardo
15 minuti, come da Carta dei Servizi).
Le ricusazioni sono fisiologiche, non ci sono ricatti o pressioni
dei pazienti, e non potrebbe essere che così, per 13
medici che adottano le stesse norme di comportamento, liberamente
accettate, condivise e previste dallACN. Nella nostra
UTAP abbiamo previsto la presenza di una assistente sociale
e anche di una psicologa a cui indirizziamo i nostri pazienti
che necessitano di assistenza psico-sociale oltre che sanitaria,
e anche così si ottimizza il tempo del medico.
Non è possibile illustrare compiutamente la nostra attività
con queste brevi riflessioni: lUTAP è molto di
più, ma tali puntualizzazioni hanno la finalità
di voler dare una corretta informazione. Per questo invitiamo
il collega Principe e tutti quelli che vorranno a venire a trovarci,
saremo ben contenti di averli nostri ospiti e illustrare quello
che stiamo facendo.
Marino Zenari
Medico di medicina generale
Referente organizzativo UTAP MediconTe
Rugliano (VI)
Miti
& riti in Medicina
di Ubaldo Loiero - Medico di medicina generale, Aosta,
AIMEF
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Il
dott. Giacchecè, come ogni mattina, effettuati i
soliti riti preparatori, si appresta ad affrontare unaltra
faticosa giornata dambulatorio con il consueto incipit:
Avanti il primo.
Giuseppina Buongiorno dottore, oggi sono venuta
per lorecchio.
Dottor Giacchecè Ah! Bene, che cosa
ha lorecchio?
Giuseppina È tanto che tribolo, ogni
tanto mi dava le punte, ma poi
Dottor Giacchecè Ma poi cosa?
Giuseppina Non resistevo al prurito, dottore!
E poi tutto quel giallo che veniva fuori!
Dottor Giacchecè E allora cosa ha fatto?
Giuseppina Ho approfittato che cera mia
nuora
.
Dottor Giacchecè Medico?
Giuseppina No, casalinga.
Dottor Giacchecè Ah! E quindi
?
Giuseppina Lo sa che ha partorito, no?
Dottor Giacchecè No, cioè, sì,
ma non ricordavo
e allora?
Giuseppina E allora mi ha versato un po
del suo latte nellorecchio.
Dottor Giacchecè (pensando alle acrobazie
posizionali) E quindi?
Giuseppina E quindi è andata meglio.
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