Su
come interpreta il Mmg il proprio ruolo nel sistema sanitario
e in rapporto agli altri attori, come giudica i cambiamenti
in atto e le sfide poste dalla società alla professione,
come valuta le linee guida, la formazione permanente e linformatizzazione
dello studio e qual è il suo grado di soddisfazione e
di motivazione professionale ha tentato di fornire risposte
articolate una indagine sociologica svolta nel 2004 in 10 Regioni
italiane, sparse da Nord a Sud.
Grazie a un finanziamento del MIUR (Ministero dellIstruzione,
dellUniversità e della Ricerca), équipe
di sociologi sanitari hanno contattato un campione di 1.162
Mmg, estratti casualmente dalle liste regionali, ai quali un
gruppo di intervistatori ha somministrato, mediante interviste
faccia-faccia, un questionario composto da 60 domande riguardante
argomenti di grande impatto per la professione del medico di
famiglia: dai processi di aziendalizzazione e regionalizzazione,
alla crisi del welfare ai cambiamenti nella composizione demografica
e culturale degli assistiti, dalle nuove esigenze dei pazienti
alla diffusione delle medicine non convenzionali ecc.
I risultati della ricerca sono confluiti in un volume di 300
pagine, curato da tre sociologi sanitari (Costantino Cipolla,
Cleto Corposanto e WillemTousijn) e laconicamente intitolato
I medici di medicina generale in Italia (Franco
Angeli editore, Milano, 2006)
È probabilmente la prima volta in assoluto che la sociologia
sanitaria si interessa in modo così approfondito della
figura professionale del Mmg, delle sue opinioni e del suo vissuto
personale, mediante unesperienza di ricerca innovativa
nei contenuti e negli obiettivi, che è stata accolta
con entusiasmo dai diretti interessati. Ne è scaturito
un affresco sulla professione del medico di medicina generale
che fa il punto su cambiamenti, rischi ed opportunità
che investono una categoria composita e sfaccettata.
La ricerca
È arduo sintetizzare gli esiti dellintera indagine,
che saranno oggetto tra laltro di ulteriori pubblicazioni
su aspetti particolari. Risulta però possibile accennare
a due aspetti particolari del questionario, vale a dire le sezioni
che esploravano il grado di soddisfazione e la motivazione professionale.
Dallesame comparato di 13 indicatori, mediante tecniche
socio-statistiche di cluster analysis (analisi dei gruppi),
i ricercatori hanno incrociato le risposte relative a tre
dimensioni della pratica medica:
il rapporto con i pazienti;
il rapporto con gli altri professionisti sanitari
la soddisfazione professionale.
Da tali incroci hanno individuato altrettanti ideal-tipi e le
modalità di interpretare il ruolo professionale di medico
di famiglia:
i disaffezionati;
gli entusiasti;
i distaccati.
z I disaffezionati
I disaffezionati costituiscono il gruppo più consistente
in quanto comprendono il 41.4% del campione. Nel giudizio complessivo
sulla professione gran parte di essi ritiene che la medicina
generale sia una professione sostanzialmente burocratica, insoddisfacente
e faticosa; rispetto agli altri gruppi questo presenta la minore
proporzione di soggetti che considerano la professione stimolante
e unarte. Inoltre, pochi sono i disaffezionati che hanno
visto le loro aspettative pienamente soddisfatte. I rapporti
con gli altri medici sono generalmente di cordialità,
ma rispetto agli altri gruppi sono più numerosi i medici
che intrattengono relazioni conflittuali o di indifferenza;
per esempio la relazione con lo specialista, in misura maggiore
rispetto agli altri gruppi, è caratterizzata da competizione.
I disaffezionati si differenziano dagli altri anche nel rapporto
con i pazienti, percepiti come più conflittuali rispetto
al passato e più problematici per il medico, anche se
in maggioranza dichiarano di lasciare più spazio al paziente.
Gli entusiasti
Gli entusiasti invece si collocano agli antipodi dei disaffezionati,
raccogliendo una percentuale quasi pari al 35.9% del campione.
Si tratta di colleghi che giudicano la professione stimolante,
gratificante, unarte e una vocazione.
Il gruppo è costituito, rispetto agli altri, da molti
più medici che considerano lavoro e famiglia sostanzialmente
sullo stesso piano. Inoltre, quasi i quattro quinti di essi
dichiarano che le aspettative nei confronti della professione
sono state soddisfatte pienamente o parzialmente. Gli entusiasti
intrattengono con i colleghi rapporti di scambio, stima reciproca
e sovente amicizia. Rispetto alle altre professioni sanitarie
gli entusiasti sono convinti che la loro crescita professionale
sia molto positiva per la qualità dellassistenza
sanitaria e che ciò non creerà tensioni con i
medici. Nei rapporti con i pazienti questo gruppo si contraddistingue
per una visione meno conflittuale. Per loro, infatti, le relazioni
con i pazienti non sono diventate più conflittuali rispetto
al passato, ma più soddisfacenti per entrambi, anche
perché la quasi totalità di essi dedica un ascolto
attento ai pazienti e più tempo alla spiegazione delle
scelte cliniche.
z I distaccati
I distaccati infine rappresentano il 22.7% del campione e si
caratterizzano per un atteggiamento di disincanto e di scarso
coinvolgimento nei problemi della categoria. Questo gruppo si
distingue per una generalizzata presa di distanza nei confronti
delle diverse questioni loro presentate, in quanto rispondono
più frequentemente a molte domande né d'accordo
né disaccordo.
In riferimento alla dimensione della relazione con i pazienti,
i distaccati credono che i rapporti siano diventati più
faticosi per il medico rispetto al passato o non esprimono una
posizione precisa in merito, anche se tendenzialmente non li
percepiscono più conflittuali. Come gli altri gruppi
hanno generalmente rapporti di cordialità con i colleghi
e ritengono più frequentemente che i rapporti con gli
specialisti siano caratterizzati dalla cooperazione. Infine
percepiscono i cambiamenti ottenuti dalle altre professioni
sanitarie come positivi e credono che questo non porterà
tensioni interprofessionali.
Il dato che uniforma
Un dato sembra accomunare tutti i gruppi: lallarme nei
confronti delle logiche economico-finanziarie e manageriali,
collegate ai processi di aziendalizzazione del settore, avvertite
come estranee, foriere di tensioni con gli assistiti e di rischio
di snaturamento e di tenuta sociale della professione.
z Le spinte motivazionali
Unaltra sezione del questionario si proponeva di esplorare
i profili motivazionali, lidentità e lo status
del medico di medicina generale.
Anche in questo caso le risposte sulle motivazioni relative
alliscrizione alla facoltà di medicina sono state
raggruppate in profili motivazionali tipizzati:
i medici per passione, caratterizzati da una prevalenza
dellorientamento scientifico e altruistico;
i medici per professione, in cui sono presenti in modo
mediamente elevato tutte le motivazioni;
i medici (un po) per caso, fra i quali hanno un
valore basso tutti gli orientamenti, tranne quello altruistico
e scientifico, che registrano valori medi.
Tendono a essere medici per passione, più frequentemente,
le donne e i giovani mentre sono più spesso medici per
professione, invece, i maschi, gli individui di origine borghese,
i più anziani e, soprattutto, coloro che hanno un genitore
medico.
Infine riguardo alla dimensione dellidentità professionale,
poco meno del 25% degli intervistati ha dichiarato esplicitamente
che fra i medici non esiste unidentità comune,
ma coloro che lo pensano senza dirlo sono probabilmente più
numerosi, con leccezione dei trentenni, che hanno un senso
dellappartenenza più pronunciato e unimmagine
della professione allo stesso tempo assai più professionale,
idealistica e cooperativa.
Non meno interessanti sono i dati relativi alla composizione
socio-demografica del campione, alle differenze di genere, alle
opinioni degli intervistati sullevoluzione del rapporto
medico-paziente, sugli atteggiamenti verso le medicine non convenzionali,
sulle linee guida, sullinformatizzazione degli studi e
sulla formazione permanente.
Da questa indagine e dalla sua pubblicazione in definitiva troviamo
una ricca messe di informazioni sul pianeta medicina generale
che non mancheranno di arricchire il dibattito sulle strategie
professionali e sindacali per i prossimi anni.