M.D.
numero 18, 17 maggio 2006
Clinica
Manifestazioni cutanee in corso di diabete
di Antonio Pugliese, Medico di medicina generale, Castellaneta
(TA), Responsabile Nazionale Dipartimento di Dermatologia AIMEF
Le
lesioni dermatologiche sono spesso correlate a disturbi endocrino-metabolici.
È indispensabile che i Mmg valutino attentamente i segni
clinici di quelle dermopatie che si associano in modo significativo
al diabete, senza sottovalutare il fatto che spesso la cute
si comporta anche come organo spia della sindrome
Il
diabete, condizione clinica dalle molte sfaccettature, si associa
frequentemente anche a diverse patologie cutanee, tanto che
nel tempo le manifestazioni dermatologiche si presentano nella
quasi totalità dei pazienti affetti dalla sindrome.
Spesso la cute si comporta come un organo spia della malattia
diabetica, pur essendoci nei rapporti tra patologie cutanee
e diabete ancora numerose zone d'ombra che richiedono ulteriori
studi.
È indispensabile che i medici di medicina generale e
i dermatologi valutino attentamente i segni clinici di quelle
dermopatie che si associano in modo significativo al diabete
o che talvolta possono rappresentarne la prima espressione clinica.
Infatti, le manifestazioni cutanee possono essere tardive, accompagnare
o precedere la malattia.
Le alterazioni del metabolismo glucidico, così come sono
in grado di modificare organi e apparati, possono determinare
alterazioni cutanee che coinvolgono la struttura anatomica e
la stessa funzionalità cutanea. Molteplici possono essere
le alterazioni cutanee dovute al diabete o da esso favorite
e anche la cute apparentemente sana viene colpita da modifiche
cito-architettoniche e vascolari progressive.
La glicosilazione del collagene, che aumenta nel paziente diabetico,
riduce la solubilità di questa proteina fondamentale
per un corretto comportamento del derma.
Le forme di diabete correlate a marker di insulino-resistenza
(obesità, diabete di tipo 2) presentano uneziologia
collegata allelevata concentrazione di insulina, che stimola
i recettori per linsulin-like growth factor (IGF) dei
fibroblasti e dei cheratinociti.
Tabella
1 - Dermatopatie e diabete |
Dermatosi
correlate o associate al diabete mellito
1. Dermatosi frequentemente associate al diabete mellito
2. Dermatosi associate meno frequentemente al diabete mellito
Infezioni cutanee associate al
diabete mellito
Manifestazioni cutanee di complicanze diabetiche
Dermatosi correlate alla terapia antidiabetica |
Come
in tutta la medicina, le forme possono essere proprie (peculiari)
del paziente diabetico fino al polo opposto, ovvero forme non
tipiche (non peculiari), e al centro tutte le sfumature di correlazione
possibile (tabella 1).
Sono considerati segni peculiari della cute diabetica:
lispessimento generalizzato della cute (rilevabile
solo con unattenta osservazione);
la sindrome della mano diabetica (ispessimento teso e
cereo della pelle e rigidità articolare), che è
presente nel 30% dei pazienti;
la rigidità delle medie articolazioni (segno
della preghiera), probabilmente dovuto alla glicosilazione non
enzimatica del collagene dei tessuti periarticolari;
la necrobiosi lipoidica o Necrobiosis lipoidica diabeticorum;
la dermopatia diabetica o sindrome della gamba macchiata;
bullosis diabeticorum o lesioni bollose dei diabetici;
rubeosi diabetica.
Ispessimento cutaneo
Tabella
2 - Classificazione dellacanthosis nigricans |
- Benigna
- Associata
a obesità o diabete
- Sindromica
- Maligna
- Acrale
- Unilaterale
- Indotta
da farmaci
- Mista
Mod.
da J Am Acad Dermatol
1994 ; 31: 1-19
|
Un
sintomo che si può definire sfuggente è
lispessimento cutaneo, che trova la sua massima espressione
nella acanthosis nigricans (tabella 2), sindrome con significato
clinico variabile, di cui la forma più frequente è
quella associata allinsulino-resistenza.
Esistono forme paraneoplastiche e forme diabete-correlate.
In generale, durante lo sviluppo della malattia, all'isulinemia,
marker biologico della resistenza insulinica, si associano difetti
di tolleranza al glucosio; in seguito insorge il diabete.
Leziologia è legata allelevata concentrazione
di insulina che stimola i recettori IGF dei fibroblasti e dei
cheratinociti. Di conseguenza si ha un ispessimento della cute
delle pieghe (in particolare ascelle, pieghe inguinali, antecubitali
e poplitee), che può estendersi a tutto il tegumento,
e che istologicamente presenta papillomatosi, ipercheratosi
ortocheratosica, iperpigmentazione. Clinicamente si apprezza
una cute delle pieghe con aree di colorito bruno scuro più
spesse (figura 1).
Questa
forma presenta unincidenza in netto aumento in correlazione
allaumento dellobesità nella popolazione
generale.
Il primo obiettivo sia a carattere preventivo sia a carattere
terapeutico risulta essere la correzione dellobesità
con un adeguato counselling per indurre il paziente a uno stile
di vita più salutare, in particolare consigliando un
idoneo regime dietetico e una attività fisica adeguata;
nel caso lobiettivo non venga raggiunto si deve ricorrere
ai presidi farmacologici, e tra questi la metformina è
quello più utilizzato.
Il prurito
Il sintomo prurito, che può precedere, accompagnare o
seguire il diabete va considerato a parte, perché non
è un segno-sintomo tipico del diabete e non risulta correlato
alla gravità della malattia. Inoltre, può
essere generalizzato o localizzato, ma è spesso associato.
Tra le possibili cause del prurito sono state ipotizzate:
la secchezza cutanea conseguente alle alterazioni della
sudorazione, spesso ridotta o assente agli arti inferiori, a
causa delle alterate funzioni neurovegetative proprie dei diabetici;
linsufficienza renale (nei diabetici gravi).
Il prurito della regione ano-genitale e delle pieghe si ritiene
invece il più collegato alla presenza di Candida albicans,
che nelle pieghe trova un ottimo pabulum.
z Quadri associati
Se associato a ipertrigliceridemia il disordine metabolico si
manifesta con gli xantomi eruttivi, mentre lassociazione
con lipercolesterolemia familiare determina spesso gli
xantomi tendinei. Anche gli xantelasmi possono manifestarsi
nei diabetici, con o senza iperlipemia associata.
I quadri clinici conseguenti al danno neuro-vascolare nel
diabetico vanno dal semplice eczema varicoso localizzato agli
arti inferiori alle ulcere vascolari, spesso associate a varici.
Importanti sono le manifestazioni del piede diabetico, dove
oltre alla microangiopatia può intervenire anche la macroangiopatia.
Nei pazienti diabetici le infezioni cutanee sono più
frequenti e anche refrattarie alla terapia: le intertrigini,
le vulvovaginiti e le balanopostiti sono le forme classiche
provocate dai lieviti e anche infezioni batteriche come impetigine,
follicoliti e cellulite sono di frequente riscontro nella pratica
ambulatoriale.
Dermatosi correlate alla terapia
In corso di terapia con ipoglicemizzanti orali possono manifestarsi
effetti collaterali di carattere cutaneo. Le sulfaniluree e,
meno spesso, le biguanidi possono causare reazioni.
Tra le sulfaniluree, la tolbutamide provoca effetti collaterali
nell'1% dei pazienti trattati e, nella metà dei casi,
è necessaria la sospensione della terapia.
Le reazioni allergiche possono presentarsi anche con l'uso di
biguanidi come la fenformina, attualmente utilizzata meno e
comunque a bassi dosaggi e in genere in associazione, mentre
la clorpropamide può dare reazioni cutanee nel 5% dei
pazienti che ne fanno uso. Una possibilità di ridurre
gli effetti collaterali è legata alluso dei nuovi
glitazoni, come rosiglitazone e pioglitazone.
Per quanto riguarda linsulina le reazioni sono presenti
nel 5% dei pazienti e sono legate a diversi fattori: tipo di
insulina usata, specie animale di provenienza, suscettibilità
individuale, modo di somministrazione, mentre reazioni locali
possono verificarsi nella sede di iniezione.
Con l'uso delle pompe a perfusione continua sottocutanea risultano
aumentati anche i rischi di infezione, per cui è consigliabile
cambiare ogni 3-4 giorni la sede delliniezione.