Editoriale
Giuramento dIppocrate al passo coi
tempi
La
scienza medica evolve, e così anche i problemi etici
che si trova ad affrontare e il profilo deontologico della professione.
Per questo, oltre a contratti, convenzioni e finanziamenti,
ecco sottoporsi al restyling anche il Giuramento dIppocrate,
che dopo le versioni rivisitate dalla Federazione degli Ordini
nel 1978, nel 1989 (licenziata nel 1998), è stato aggiornato
anche alla luce delle modifiche intervenute nel Codice deontologico
della professione. La FNOMCeO ha lavorato molto per raggiungere
un compromesso, tra la conferma di un ruolo millenario da una
parte e il mutare del contesto sociale e di prospettive scientifiche
dallaltra. È così che nasce il nuovo testo
aggiornato, avvertono, nella stesura, ma non nella tensione
morale rispetto a quello antichissimo di Ippocrate.
La misura di quanto sia cambiato il contesto nel quale i medici
si trovano a operare oggi, rispetto ai tempi della medicina
sacrale e un po magica degli inizi, la dà la formula
Giuro di astenermi da ogni accanimento terapeutico e diagnostico,
dietro la quale non si può non leggere la scia delle
infuocate polemiche accese dai casi di Piergiorgio Welby e
Giovanni Nuvoli.
Ma cè anche unaltra novità che non
può non far parlare di sé e della trasformazione
della professione: Giuro - leggeranno gli aspiranti medici
nel pronunciare il proprio giuramento - di esercitare la medicina
in libertà e indipendenza del giudizio e di comportamento,
rifuggendo da ogni indebito condizionamento.
Il presidente della FNOMCeO Amedeo Bianco definisce le rinnovate
pietre miliari della deontologia più
propositive e meno paternaliste, distanti da vecchi poteri.
Secondo Bianco il medico di oggi scende in campo affrontando,
con responsabilità e competenza, i conflitti posti dalla
moderna società e dalla moderna medicina, non derogando
dal suo ruolo civile e istituzionale che chiede a questo professionista
di rispondere del suo operato ai cittadini oltre che alle istituzioni.
Ma non cè solo la scienza e la coscienza che oggi
fanno cambiare espressione, e a volte sfigurano, la professione
medica in Italia: parliamo dellunitarietà mancata
del sistema delle cure pubbliche. Il terzo dei 15 punti del
Giuramento di Ippocrate prevede però da tempo che il
medico prometta di curare ogni paziente (
) promuovendo
leliminazione di ogni forma di discriminazione in campo
sanitario.
Lo stesso ministro Turco di recente ha ammesso che garantire
luniversalità del Ssn è ancora una sfida
da vincere, mentre oggi rischiamo di vedere frantumati
molti dei nostri diritti.
E i medici italiani, nel frattempo? Tutti spergiuri?